Peccato che in Tibet non ci sia il petrolio!

C’è un proverbio che dice “chi fa da sé, fa per tre!” Non so se esista un proverbio simile in lingua tibetana, ma credo che il concetto base della protesta che ha incendiato tempo fa la regione del Tibet (e che molti di noi hanno già rimosso presi come siamo dalle faccende quotidiane italiane), sia riconducibile per certi aspetti a tale massima popolare. Dal momento che intorno alla “questione tibetana” c’è sempre stata un’autorevole indifferenza (escluso l’interesse mediatico di certe star hollywoodiane o l’operato di sparute associazioni no profit impegnate sul campo), gli “indigeni”, insieme ai numerosi profughi tibetani sparsi in tutto il mondo, hanno pensato bene di cogliere la “palla olimpionica” al balzo per cercare di accendere qualche riflettore su quello che è stato giustamente definito dallo stesso Dalai Lama, un GENOCIDIO CULTURALE. Tuttavia l’atteggiamento dei cosiddetti “grandi della terra” è stato ed è a dir poco vergognoso:

– il Papa è troppo preso, giustamente, dallo scandalo dei preti pedofili: già notoriamente conservatore e anche per non ripetere la “gaffe di Ratisbona” in chiave cinese, ha preferito non dire nulla per paura di ritorsioni sui vescovi cinesi e sui cristiani di quella grande terra lontana; come a voler ribadire: “noi già teniamo i guai nostri con la nostra religione in Cina… voi cercate di sopravvivere come potete, cari fratelli tibetani!” Insomma: “ognuno si faccia le religioni proprie!”

– l’Europa e l’Italia fanno solo “la mossa” a suon di Pannella, marce di radicali e di cortei per un “Free Tibet” (almeno quello!): e intanto ricordiamo la figuraccia di Mortadella-Prodi che durante la visita in Italia del Dalai Lama (e meno male che era un governo di centro-sinistra; figuriamoci che dialogo potrebbe esserci con l’attuale governo di centro-destra dominato da una Lega xenofoba e fanatico-cristiana!) ha studiato a tavolino il miglior modo per non incontrare la massima carica spirituale in esilio del Tibet. Pur di non stuzzicare la suscettibilità economica e commerciale di un grande paese come la Cina nei confronti dell’Italia (che già c’ha i suoi bravi problemi con l’organizzata emigrazione cinese e con i prodotti Made in China che opprimono il mercato italiano), si può anche sacrificare il dialogo con un tipo strano che va girando avvolto in un lenzuolo arancione e con una spalla sempre nuda… Davanti agli interessi commerciali non c’è Buddha che tenga!

– dulcis in fundo: i “poliziotti del mondo” – gli statunitensi – l’ultima volta si sono limitati a mandare avanti la Rice che ha “consigliato” a Pechino di… dialogare con il Dalai Lama! Come a dire: “sù, fate la pace: datevi un bacetto! Non siate biricchini!” Recentemente il Presidente Obama, ricevendo il Dalai Lama alla Casa Bianca (per far vedere al mondo di meritare veramente il premio Nobel per la pace ricevuto a sorpresa), si è sbilanciato e ha fatto uscire fuori dai gangheri i politici cinesi e molti uomini d’affari statunitensi che hanno tremato dinanzi all’impeto pro-Tibet manifestato dal Presidente “abbronzato”, come direbbe Silvio!

Se al posto del Tibet ci fosse stato il Kuwait, altro che dialogo: tonnellate di bombe… Ma, a pensarci bene, mettersi contro il formicaio cinese non conviene nemmeno alla superpotenza a stelle e strisce (vi ricordate dove andò Bush Junior all’indomani dell’11 settembre? Quale fu il primo paese visitato dal Presidente USA? La Cina: e non solo perché la repubblica cinese è membro permanente del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, ma soprattutto perché il “gigante rosso” è sempre meglio tenerselo buono in ogni situazione! O forse gli Usa non si fanno coinvolgere perché i tibetani, a differenza dei musulmani, non hanno ancora scelto la “carta dei kamikaze” per evidenziare a livello internazionale le proprie esigenze? Nella peggiore delle ipotesi si potrebbe vedere qualche monaco buddista mentre si da fuoco, ma per il resto: tutte cose gestibili…

E noi? Noi semplici e poveri cittadini, alle prese con la munnezza e le veline che si candidano alle europee, cosa facciamo, cosa possiamo fare? Niente o quasi niente: ci sfoghiamo su qualche blog e compriamo qualche bandiera tibetana per sentirci partecipi di un “discorso lontano” e solidali con i suoi protagonisti… É un po’ difficile riuscire a fare qualcosa quando il tuo governo si limita a una pacata retorica indignata e pseudo-umanitaria, quando si fanno discorsi politically correct per non far incazzare gli investitori cinesi in Italia e in Europa. E nulla di più.

L’unica cosa che possiamo fare da qui, noi cittadini che non abbiamo fabbriche e interessi in Cina, è almeno cercare di informarci e non abbassare mai la guardia nei confronti di quelli (in occidente e in oriente) che vorrebbero mettere a tacere le uniche fonti informative ancora esistenti e resistenti in Tibet; nei confronti di quelli che, avendo avuto troppi interessi nelle passate Olimpiadi, non vorrebbero avere tra i piedi quei quattro rompiscatole di tibetani lavativi che non sanno essere grati alla gloriosa repubblica popolare cinese che li ha “accolti” nella grande famiglia socialista d’oriente! Ingrati!!!

7 Risposte to “Peccato che in Tibet non ci sia il petrolio!”

  1. ogni popolo,pur con tutti i suoi limiti culturali e storici , ha diritto sacrosanto all’autodeterminazione,come ogni uomo alla sua libertà personale: non si può esportare la democrazia (come fanno gli USA) ma neppure l’alfabetizzazione e il benessere economico( come fanno i Cinesi in Tibet,almeno dicono) : si continuano a fare gli stessi errori da tutte le parti del mondo,giustificandoli anche con ideologie opposte…prima di tutto il RISPETTO dell’uomo singolo e del suo popolo,qualunque esso sia,poi la PROPOSTA, ma MAI L’IMPOSIZIONE di quelli che noi consideriamo valori(= cose buone),siano la democrazia,il benessere economico,la civiltà, ecc. IL BENE NON SI PUO’ MAI IMPORRE CON LA FORZA !!!!! Altrimenti è solo VIOLENZA e dittatura : Tutti i dittatori volevano imporre quello che consideravano il meglio per il loro popolo….
    Il colonialismo inglese e spagnolo si giustificava così: portiamo a quei popoli selvaggi e primitivi la civiltà e il benessere che non conoscono,e lo portiamo con LE ARMI….Risposta di quei popoli: ma chi ve lo ha chiesto? Credete di essere perfetti a casa vostra e di aver risolto tutti i problemi( es: la giustizia !) ? UNO ha detto :perchè guardi la pagliuzza nell’occhio del fratello e non vedi la trave che hai nel tuo? credo che questo valga nei rapporti tra i singoli,come in quelli tra stati….rilettiamoci, e prima puliamo casa nostra,senza pretendere di pulire la casa degli altri….il bene si dilata da sè,con l’esempio,non si impone mai agli altri con la forza…
    Se avessimo sempre più rispetto per tutti,uomini,popoli e nazioni!

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  2. Anzi! Recentemente gli USA hanno riconosciuto i diritti della Cina sul Tibet e su Formosa : peggio di così…..Tutti hanno bisogno della Cina,per il commercio,come la Cina ha tanto bisogno degli USA poichè tiene in mano gran parte del debito pubblico di quel paese, e se gli USA falliscono chi ridà i soldi alla Cina ? E’ un bruttissimo colpo anche per i cinesi ( che intanto prendono almeno gli interessi del debito USA)….Ma vedi,caro Michele,a metà degli anni 80 pensavo (riflettendo sulla storia dell’umanità) che un giorno sarebbe crollato anche l’impero sovietico,che allora sembrava potentissimo e controllava mezzo mondo.( L’altra metà,come ben sai era degli Americani). Ero SICURO che sarebbe crollato,come tutti gli altri imperi,ma non pensavo di vederlo nella mia vita. E invece sono rimasto piacevolmente sorpreso…Era durato solo 70 anni…Ora la rivoluzione cinese di Mao è del 1949, se non sbaglio : sono solo 62 anni e anche se la Cina cerca di riciclarsi assorbendo tanto dal capitalismo occidentale, sappiamo che storicamente è ormai agli sgoccioli. Non potrà tenere oppressi per sempre tanti popoli diversi, negando loro le libertà fondamentali; ci sono ora i miliardari,in Cina,ma anche centinaia di milioni di poveri :situazione esplosiva ! Ci sono già stati i primi scioperi degli operai,i quali hanno avuto anche il raddoppio dello stipendio,per quanto era basso precedentemente…Molti studiosi dicono che l’economia cinese (come quella indiana) è una bolla che sta per scoppiare : appena i lavoratori pretenderanno i loro diritti, l’economia cinese crollerà.,perchè non sarà più tanto competitiva come adesso,grazie al sangue dei poveri….Io sono pessimista e penso che non vivrò abbastanza per vedere i cambiamenti epocali anche in Cina,ma spero che tu ce la farai: al massimo tra 20 o 30 anni,se non prima, la Cina farà la fine dell’Unione Sovietica…come è successo all’impero britannico,a quello spagnolo,a quello romano e a tutti gli altri della storia….La Cina si sta tagliando da sola le gambe,cominciando dalla disastrosa politica demografica del figlio unico( e ovviamente maschio)….La cosa che mi rattrista di più è che la storia non insegna niente; o sono gli uomini che nella durezza del loro cuore non vogliono imparare niente ?…La verità è che non basta cambiare le strutture politico economiche,per rinnovare la società,come si illudeva il povero Marx,ma bisogna proprio cambiare il cuore dell’uomo,e questo è un lavoro molto più lento e difficile,Tanto che è costato la vita stessa di Dio….

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  3. guarda che io volevo solo far notare che il Tibet mostrato nelle pubblicità e nei film è molto diverso da quello che ho letto. Non era un paradiso in terra finito sotto il giogo dei cattivi comunisti.

    Tutto qua.

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  4. ugaciaka Says:

    Sei male informato, la storia ufficiale è molto differente dalla storia reale.

    Nel tibet pre-conquista cinese la popolazione era totalmente analfabeta, i monaci avevano più mogli che erano costantemente incinte, tutta la popolazione viveva in condizioni di medioevo ed erano in costante debito nei confronti della teocrazia e se non riuscivano a pagare i debiti diventavano servi della gleba oppure si passava a tagliare le mani o cavare occhi. I bambini venivano rapiti per portarli nei monasteri…ecc ecc… Il Tibet era simile all’Afghanistan talebano.

    Il fatto che ora il tibet venga trattato come l’agnello contro il lupo è dovuto all’influenza americana anti-comunista, la CIA, tanto per dirne una, finanzia il governo del dalai lama (un po’ come fa con i terroristi anti-castristi di Cuba) con una retta, se non ricordo male, di un milione di euro e passa per il solo dalai lama (ti sei mai chiesto come cazzo faccia questo Papa tibetano a vivere senza lavorare?)

    Inoltre i conti non contano, secondo le stime di popolazione vivente in Tibet e questo fantomatico genocidio a opera dei cinesi sarebbero morte più persone di quante ce ne fossero in Tibet….dato che non possono morire -persone qualcosa non torna…

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    • Sarò anche disinformato ma qui si sta girando intorno alla questione oggettiva tirando in ballo Cia, papi tibetani e stipendi di stato… Le eventuali ingiustizie interne al Tibet non giustificano il suo inglobamento nella Cina (in Italia le donne hanno conquistato il voto solo 65 anni fa!)… Abbiamo già assistito a troppi Afghanistan in cui è stata “esportata la democrazia” con la forza: la Cina non si è comportata meglio degli Usa! Al di là dei calcoli che sono sempre molto relativi, i profughi tibetani non sono un miraggio: già si parla di negazionismo applicato alla Shoah, se vogliamo applicare il negazionismo anche alla questione tibetana allora vuol dire che stiamo alla frutta e che tutto dipende dall’ideologia.

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  5. Non ho mai letto tante stupidaggini tutte concentrate nello stesso commento.
    L’oppressione della Cina sulla regione tibetana non è una bufala, caro amico, ma è ormai storia ufficiale. Ma che significa ciò che dici? Quale valore dai alle tue parole? Anche la Repubblica di San Marino è “pappa e ciccia” con la Repubblica italiana ma questo non significa che invadiamo la Repubblica di San Marino con il nostro esercito!
    Anche il Cristianesimo è stata (e per certi versi lo è ancora) una “teocrazia sanguinaria” ma questo non significa che tutti i cristiani meritano di essere perseguitati e schiacciati… A me delle star hollywoodiane non me ne frega niente! Io vedo i fatti storici e la cronaca provenienti da una regione che non può esprimere la propria identità culturale e religiosa.
    Tutto qui!

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  6. tz..la penso al contrario.

    Il genocidio cinese a scapito del tibet è una bufala colossale. Storicamente poi il tibet è sempre stato pappa e ciccia con la Cina.

    E sempre storicamente il Tibet fu una teocrazia sanguinaria peggio del medioevo (legge del taglione, bambini rubati per costringerli a fare i sacerdoti, donne sposate con più uomini ecc.. ecc…).

    Se ci fosse stato il petrolio in Tibet le bombe sarebbero sì cadute…ma sopra il Tibet. E nessuno avrebbe detto niente. E non ci sarebbero tutti queste star hollywoodiane a difenderlo o a elogiarne gli ideali

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