Il Codice da Nigro
(osservando il Cristo triste rappresentato nell’ultima cena di Leonardo, propongo una possibile chiave interpretativa della divina mestizia in salsa umoristica e dissacrante)
Dalla seconda lettera di Michele Nigro ai frequentatori del suo blog.
Fratelli e Sorelle.
Diciamo la verità: non accade tutti i giorni di scoprire di essere “il figlio di Dio”!
Il povero (Cristo) falegname di Betlemme sognava una vita tranquilla tra l’ebanisteria del padre e le attenzioni materne di Maria. Il Sabbath sera da trascorrere con i discepoli presso il noto locale a luci rosse di Gerusalemme – “L’emorroissa” – dove si esibiva la conturbante Eva; il mercoledì pomeriggio nella sala giochi di Nazareth per giocare a “Chi è senza peccato scagli la prima pietra”, e la paghetta settimanale in sesterzi come sempre assicurata… I Romani, se trattati con rispetto, in fin dei conti non davano fastidio.
Se l’ex ministro Padoa Schioppa (proveniente da Roma, come oggi) avesse bazzicato la Palestina di duemila anni fa, con una “macchina del tempo” messa a punto da Zichichi e Odifreddi, e la collaborazione dei ragazzi del Cern, forse avrebbe definito Gesù… bamboccione!
Restare a casa dei genitori fino a trent’anni suonati era sconveniente già a quei tempi: alzarsi tardi la mattina, fare finta di aiutare San Giuseppe qualche ora nella bottega, mangiare pane a tradimento mentre la Madonna si distraeva seguendo alcune telenovelas ante litteram raccontate dai cantastorie che giravano tra i villaggi. E poi, di pomeriggio, in giro nelle campagne semidesertiche a far miracoli (giusto per ribadire che quello del falegname era solo una copertura organizzata da Dio – il suo vero padre “biologico” che l’aveva abbandonato sul pianeta Terra, anche se di biologico c’era ben poco… insomma, una faccenda complicata! Lasciamo stare… – e non la sua vera professione) o a fare il bagno giù al fiume con gli amici discepoli che diventavano sempre più esigenti in materia di richieste miracolose: “E moltiplicaci le donne! E facci diventare più belli! E facci diventare più ricchi! E facci scomparire l’acne! E facci campare di più! E fai tornare il bel tempo, che dobbiamo andare al mare! E risolvi il problema delle doppie punte! E fai ritrasmettere “Happy days” su TeleFari6!… E fai questo… E fai quello!”
“Basta ragazzi…” – avrebbe esclamato un tantinello accaldato Gesù, un bel giorno, anche se nelle sacre scritture (in quanto “sacre”) certe sfumature biografiche e linguistiche sono state magistralmente insabbiate nel corso dei secoli – “… non vi sembra che mi stiate frantumando velatamente gli zebedei?”
Insomma, quella di Gesù Cristo era una vita spensierata, disimpegnata, goliardica, decisamente una vita hippy, a suo modo rivoluzionaria, allegra e per certi versi privilegiata e divertente. Un radical chic che, però, ancora non s’era confrontato con la dura realtà del suo destino.
Cosa è successo, dunque, dai trent’anni in poi?
Come mai quel ragazzotto spensierato di provincia ci diventa “triste”?
Troppe responsabilità? Troppi pensieri? Troppi miracoli che a lungo andare debilitano la mente e il fisico? Non lo sapremo mai con precisione perché la Chiesa, grazie ai suoi secolari omissis e occultamenti vari, ci ha sempre e solo offerto la natura divina del Cristo e mai quella umana. Sì, qualche volta ha sparpagliato qua e là alcune pagine di vita quotidiana giusto per farci credere che il personaggio di Gesù era credibile dal punto di vista terreno, ma tutto sommato doveva soprattutto “passare” il messaggio di un Cristo preoccupato e in costante collegamento con il “capo” (come il commissario Gordon era in contatto con Batman tramite il bat telefono).
E sì, amici miei… Si diventa mesti se all’improvviso, dopo trent’anni di bella vita, ti giunge la conferma definitiva (anche se già te l’avevano detto e facevi finta di crederci, ma tutto sommato pensavi a “uno scherzo della Madonna”) che sei nientepopò di meno che “il figlio di Dio”. Cioè, non abbiamo detto il figlio di un imperatore in fin dei conti mortale anche se straricco e potente; no… senza mezzi termini… zac! “Figlio di Dio”. Te, ciapa!
Anche se qualche sospettuccio, a dire il vero, ce l’aveva avuto nel corso dell’adolescenza, soprattutto dopo quella volta che raccolse un falco morto spiaccicato da terra e questo, dopo qualche carezza, se l’era svignata a tremila metri di quota come se il volatile avesse sniffato un metro di cocaina.
Gli piaceva sta storia dei miracoli, ma non sapeva proprio bene bene da dove gli venissero fuori.
Si diventa mesti se di notte invece di sognare, come tutti gli altri amici discepoli, le donnine di Betlemme con le gambe ignude mentre stanno giù al fiume per lavare i panni, ti raggiunge nel sonno un rompizebedei di angelo (per giunta pure mezzo effeminato) che ti preannuncia soavemente (soavemente un paio di zebedei!) che tra qualche annetto ti pianteranno in corpo non certamente dei chiodini da quadro, ma dei rispettabilissimi e cazzuti chiodi romani di mezzo metro cadauno. E che non ti devi preoccupare, tanto si tratta solo della “volontà di Dio”!
Si diventa mesti se devi dire a un gran bel pezzo di giudea come Maria Maddalena che per quanto riguarda quella faccenda del matrimonio, già da tempo programmato, non se ne fa più niente, perché hai ricevuto “un’offerta che non puoi rifiutare” dal Padrino… ops … dal Padre!
E hai voglia di bestemmiare in egiziano. Sperando che il “titolare” non ti capisca, dimenticando, ogni volta, che Dio conosce tutte le lingue perché lo scherzetto della Torre di Babele l’ha ideato Lui stesso per sfogarsi sull’umanità dopo una scommessa a dadi cosmici persa con Buddha. Anche se la versione ufficiale dice altro e ci fanno sentire sempre in colpa.
E hai voglia di bestemmiare, “nominando” in maniera poco gentile il soprannome di tua madre decine e decine di volte al giorno e ogni volta prendere uno scalpellotto dietro la testa perché la diretta interessata ti ha sentito…!
E hai voglia di tirare giù te stesso e tua madre (ovvero “cristi e madonne”) perché hai già pagato la metà delle rate del mutuo che avevi acceso per assicurarti una dignitosa capanna in centro, in cui giacere, senza divine rotture, con la Maddalena!
La vita delle divinità è fatta così.
Sembra destinata al successo e alla fama, perché vedi il tuo volto sulle immaginette sacre, sui calendari di San Corona (non quella del rosario, ma Fabrizio, il coglionazzo impertinente che scatta foto a vip e divinità), perché tutti ti chiedono miracoli a destra e a manca, e allora per gestire le chiamate e gli appuntamenti “sei costretto” ad assumere una prorompente segretaria samaritana che in fatto di “buone azioni”… Insomma, ci siamo capiti.
In realtà, come dice sempre il profeta Spiderman (che di superpoteri pure se ne intende): “Da un grande potere derivano grandi responsabilità”…
Si diventa mesti perché, è vero, puoi camminare su mari e laghi quando non sono ghiacciati e puoi anche trasformare l’acqua in vino quando i supermercati sono ormai chiusi e ti vai a scordare proprio il vino dopo che hai riempito tre carrelli di puttanate inutili spendendo 246,75 euri, ma provate voi a stare su una croce con tre chiodi arrugginiti ficcati nelle mani e nei piedi mentre quegli stronzi che dovrebbero essere salvati grazie al tuo sacrificio se ne vanno in giro a caccia di colombe mandorlate come tanti falchi pellegrini in crisi d’astinenza.
Meglio andarsene!
E non per mezzo di resurrezioni o altri trucchi alla David Copperfield…
Meglio squagliarsela alla grande… Ora! Da vivi! Prima che arrivi Pasqua…
Rinnegare padri (biologici, putativi, divini o terrestri… non importa), madri, zie, cugini, discepoli e pensare agli affaracci propri!
Maria Maddalena sarà pure incazzata nera come una capra libanese rimasta senza caprone, perché aveva già prenotato il viaggio di nozze nella striscia di Gaza e aveva comprato le bomboniere in quel bel negozio di Haifa, ma per risolvere tutto e farle ritornare il sorriso basterà citofonarla e dirle con dolcezza: “Dai, scendi… che stasera ti porto in Paradiso!”
Parola di Nigro
Rendiamo grazie a WordPress
18 aprile 2019 a 14:37
L’ha ribloggato su Pomeriggi perdutie ha commentato:
“Meglio squagliarsela alla grande… Ora! Da vivi! Prima che arrivi Pasqua…
Rinnegare padri (biologici, putativi, divini o terrestri… non importa), madri, zie, cugini, discepoli e pensare agli affaracci propri!”
"Mi piace"Piace a 1 persona
26 marzo 2014 a 22:11
Hahahahahahahaha!!!!! Troppo bella.. troppo!!!! Hahahahaha!!!!!! Che ridere Michele.. Grande! ;-)))))))))))))))
"Mi piace"Piace a 1 persona
27 marzo 2014 a 00:56
Sono stato “scomunicato” per questo racconto! 🙂
"Mi piace""Mi piace"
27 marzo 2014 a 09:53
Allora dovrei esserlo anche io per tutte le risate che mi sono fatta, leggendolo! 🙂
"Mi piace"Piace a 1 persona
17 aprile 2019 a 23:01
Mi piace quando ridi! 🙂
"Mi piace"Piace a 1 persona