Quattro proiettili al cuore di Gollum
«Molti tra i vivi meritano la morte. E parecchi che sono morti avrebbero meritato la vita. Sei forse tu in grado di dargliela? E allora non essere troppo generoso nel distribuire la morte nei tuoi giudizi: sappi che nemmeno i più saggi possono vedere tutte le conseguenze.»
(Gandalf a Frodo in “La Compagnia dell’anello”
Il Signore degli anelli, J.R.R. Tolkien)
Ronnie Lee Gardner (49 anni), condannato alla pena capitale per 2 omicidi, dopo 25 anni di attesa in un carcere dello Utah, è stato giustiziato (su sua richiesta) tramite fucilazione da un plotone di esecuzione. Ha trascorso le ultime ore di vita guardando nella sua cella la trilogia de “Il Signore degli Anelli”. Al di là, ovviamente, dell’ordinato “spettacolino” messo su nel penitenziario statunitense per i parenti delle vittime, le autorità, i giornalisti e gli altri “invitati”, il dettaglio che mi ha fatto riflettere maggiormente in tutta questa vicenda è proprio la scelta, da parte di Gardner, di voler vedere la trilogia filmica di Peter Jackson prima di morire con quattro colpi di fucile in petto. Non sapremo mai il vero motivo di questo ultimo singolare desiderio di un condannato a morte: singolare, sì, ma forse non del
tutto incomprensibile; anzi comprensibilissimo se letto alla luce dello stralcio tolkieniano riportato all’inizio di questo articolo in cui Gandalf rimprovera Frodo per la facilità con cui quest’ultimo desidera la morte di Gollum, un essere spregevole e ripugnante, causa di molti mali… Mi piace pensare che Ronnie Lee Gardner abbia scelto di vedere la trilogia per riascoltare in particolar modo questo dialogo tra Gandalf e Frodo: un dialogo non privo di ripercussioni filosofiche, escatologiche, etiche e morali.
Gardner ha commesso errori irreparabili durante la sua vita violenta e ha provocato un immenso dolore ai familiari delle sue vittime, ma anche un assassino, condannato all’ergastolo invece che alla pena capitale, rinchiuso in una cella fino alla fine dei suoi giorni e senza la possibilità di interagire pienamente con il mondo, può svolgere un ruolo apparentemente incomprensibile in un piano che non vediamo… Chi siamo noi per togliere la vita a chi l’ha a sua volta tolta in maniera odiosa ad altri? Siamo in grado noi di stabilire, al di là della “soddisfazione” terrena e immediata di vedere applicata una giustizia-specchio (occhio per occhio…), che valore può avere l’esistenza persino di un feroce assassino come Gardner nell’ambito di un meccanismo che da qui non riusciamo a comprendere pienamente? “… Nemmeno i più saggi possono vedere tutte le conseguenze…”
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