Relatività
<<Non bisogna assolutamente credere con ingenuità in un miglioramento dell’umanità: possiamo solo credere nel “principio della staticità (ripetitività) dei contenuti” e le forme apparentemente differenti che si succedono nel corso della storia, rappresentano la simulazione di un’evoluzione dell’essere umano. E in particolare: quando si parla di “accelerazionismo” bisognerebbe parlare in maniera specifica di “accelerazionismo delle forme”, mentre i contenuti non sono nient’altro che la riproposizione “truccata” degli echi della storia.
L’unica soluzione “storicamente incoerente” sarebbe quella di adottare un sano e cosciente “decelerazionismo”: due amici (o i due gemelli di Einstein, se preferite) si incontrano in un bar per parlare delle ultime novità in campo informatico; uno asseconda la velocità del cambiamento, procurandosi ogni volta sul mercato un computer dotato dell’ultimissimo processore; l’altro “rimane indietro” e cerca di sfruttare le potenzialità del proprio computer senza rincorrere la “moda”. Il primo, deridendo l’amico che non segue i tempi, non si sofferma sui meccanismi di ciò che possiede perché “non ne ha il tempo” ed è incalzato dalla Storia Tecnologica; il secondo, invece, “decelerando”, è più consapevole della propria macchina (obsoleta, in base a parametri imposti dal Sistema, anche se perfettamente funzionante) e comprende il “perché” del suo funzionamento, più che il “per quanto”. Sarebbe il caso di parlare di “relatività delle coscienze”.>>
(da “La bistecca di Matrix”, pag. 17-18)
Rispondi