“Bianco e Nero” di Stefano Pastor

Ho sempre considerato interessante il genere ucronico (vedi qui e qui): la possibilità di ‘stravolgere’ la Storia Ufficiale rappresenta non un capriccio narrativo, bensì un esercizio mentale necessario. Dormiamo felici, adagiati sul nostro ‘inevitabile’ presente, e non ci accorgiamo che ogni giorno scegliamo strade producendo parallelamente infinite ucronie sulle quali, tranne alcuni scrittori e pensatori trasversali, nessuno indaga.

L’ucronia ideata da Stefano Pastor nel racconto “Bianco e Nero”, pubblicato in eBook dalle edizioni Graphe.it (collana eTales curata da Luigi Milani), nasce dall’ipotesi di una Guerra Civile Americana che vede gli Unionisti nei panni dei perdenti e, contrariamente a come sono andate le cose, i Confederati in quelli dei vincenti. Pastor, utilizzando una narrazione semplice, scremata, senza fronzoli e diretta, immagina un’America in cui lo schiavismo perdura e un’Europa che assiste, dall’alto del suo ipocrita perbenismo cattolicheggiante, a un lento esodo di schiavi fuggiti da un paese posto sotto embargo.

Cosa vuole comunicare a tutti noi l’autore tramite questa storia alternativa? Che non c’è alcuna differenza tra una nazione dichiaratamente schiavista e una nazione che tollera il diverso senza integrarlo. Che possiamo essere schiavi dei nostri pregiudizi pur essendo liberi. Che ‘integrazione’ non significa aver bisogno del lavoro di una persona al punto da non poterne fare a meno, ma lasciare a tutti la libertà di scegliere come vivere… Che spesso viviamo una doppia vita tra falsi valori sbandierati e istinti coltivati nell’orto della nostra insicurezza.

Stefano Pastor utilizza la sua ucronia per indurci a riflettere su temi sociali che riguardano ormai da decenni anche il nostro Belpaese: impossibile non soffermarsi sulla strampalata politica immigrazionale italiana che oscilla tra ‘respingimenti’ e bisogno di manodopera, sui paradossi legislativi subiti da chi, pur nascendo in Italia, non viene considerato italiano; impossibile non riflettere sul rapporto che ognuno di noi ha quotidianamente con gli immigrati, sulla funzione che svolgono nelle nostre famiglie, nei luoghi di lavoro, nella vita sociale… Pastor ci chiede indirettamente di scegliere: tollerare (e intimamente odiare) o comprendere, capire, avvicinarsi, integrare il ‘diverso’ e perché no… riuscire addirittura ad amarlo.

5 Risposte to ““Bianco e Nero” di Stefano Pastor”

  1. […] Recensione pubblicata da Nigricante (a cura di MIchele Nigro) […]

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  2. Grazie per la recensione, Michele, acuta e profonda. Hai colto appieno il senso del racconto.

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