Omissis
Dinanzi a focolari bugiardi
sussurravate di diari chiusi per sempre
di vite finite, spezzate in paesi lontani
dal gioco di cellule capricciose
come faville inattese
sfuggite d’inverno a legni innocenti.
Amorevoli omissis, escluso
dal mondo adulto, percepii
quella morte già avvenuta, irreversibile.
Echi del dramma accolti nel silenzio
di forzate vacanze bucoliche
aspettando la salma del nostro quadretto felice.
Non esistevo, acerbo grumo da proteggere,
tra il via vai di condoglianze dal passo mesto
bambino ignorante, quasi sordo
assorbivo frammenti di un significato
fin troppo chiaro, da rimuovere
non detto per pietà.
Sottili verità catturate nell’aria
inconscia sconfitta, senza una conferma
confidata a un muto peluche abbracciato di notte
fedele presenza dallo sguardo eternamente dolce.
Ancora oggi navigo in mari di complotto
paranoico sonar che mai riposa
non mi fido del bene, dei facili venti favorevoli
di sorridenti cieli limpidi
di giornate assolate e miti, ingannatrici nel pomeriggio
trame alle mie spalle
portatrici di poliziotti ambasciatori
di tristi notizie d’ufficio.
E quando ormai è buio, i pugni sul tavolo
di un vecchio padre sopravvissuto al figlio.
♦
16 gennaio 2015 a 10:43
Struggente tenerezza e come fiocco di neve sciolto al sole il mio liquido pensiero stringe a sé quell’acerbo grumo..
Bellissima.. ❤
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16 gennaio 2015 a 10:46
❤
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16 gennaio 2015 a 07:42
L’ha ribloggato su The Connective World.
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