Omissis

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Dinanzi a focolari bugiardi

sussurravate di diari chiusi per sempre

di vite finite, spezzate in paesi lontani

dal gioco di cellule capricciose

come faville inattese

sfuggite d’inverno a legni innocenti.

Amorevoli omissis, escluso

dal mondo adulto, percepii

quella morte già avvenuta, irreversibile.

Echi del dramma accolti nel silenzio

di forzate vacanze bucoliche

aspettando la salma del nostro quadretto felice.

Non esistevo, acerbo grumo da proteggere,

tra il via vai di condoglianze dal passo mesto

bambino ignorante, quasi sordo

assorbivo frammenti di un significato

fin troppo chiaro, da rimuovere

non detto per pietà.

Sottili verità catturate nell’aria

inconscia sconfitta, senza una conferma

confidata a un muto peluche abbracciato di notte

fedele presenza dallo sguardo eternamente dolce.

Ancora oggi navigo in mari di complotto

paranoico sonar che mai riposa

non mi fido del bene, dei facili venti favorevoli

di sorridenti cieli limpidi

di giornate assolate e miti, ingannatrici nel pomeriggio

trame alle mie spalle

portatrici di poliziotti ambasciatori

di tristi notizie d’ufficio.

E quando ormai è buio, i pugni sul tavolo

di un vecchio padre sopravvissuto al figlio.

3 Risposte to “Omissis”

  1. Struggente tenerezza e come fiocco di neve sciolto al sole il mio liquido pensiero stringe a sé quell’acerbo grumo..
    Bellissima.. ❤

    Piace a 1 persona

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