Le sabotage
Si attende il virgulto ereditante
agognato sospiro di tesi parenti
sospettosi, insinuanti
in astinenza da gioie altrui.
Sciocca salvezza genetica
rispettata tradizione da mostrare
su balconi annuncianti e gloriosi
di familiari dittature, bassa cultura
dello sperma arruolato da morenti zie
per secolari guerre di posizione.
Alberi genealogici bruciati
dal fuoco di un’indifferente
attesa goliardica,
osservi ciondolare i tuoi piedi
da un ponte sul Bosforo, eterno fanciullo curioso
ti unisci in matrimonio con il mondo.
La discendenza sarà un puzzle ribelle
di esperienze e parole
senza copie casuali da allattare,
diventerai l’improduttivo sabot
tra gli ingranaggi di un sorridente sistemarsi
che detta leggi e tempi.
Testamento a te stesso,
ti allontani lento da maschere sociali
assetate di finta stabilità, premessa di una morte in vita
non ascolti dicerie
non assecondi profezie.
Libera e consapevole riproduzione di idee
eredità pensata, lontana dal clamore
nella rassegnata dimenticanza
degli etichettatori di quantità sessuali.
Morirete con me
inutili aratri, storici solchi abusati
nel dolce tramonto dell’esistenza.
♦
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This entry was posted on 22 gennaio 2015 at 16:10 and is filed under nigrologia with tags antropologia, assertività, attesa, cambiamento, cattolico, controcultura, controllo, creatività, creazione, cultura, esistenza, esistenzialismo, esperienza, eugenetica, eversione, eversivo, evoluzione, figlio, filosofia, futuro, genetica, genitore, immagine, infanzia, legge, libertà, lotta, mutazione genetica, poesia, prodotto, produttivismo, produzione, psicogenealogia, psicologia, qualità della vita, religione, ribellione, ripetitività, scrittura, sesso, sessuale, sessualità, sistema, società, sospensione del giudizio, tempo, tradizione, usi e costumi, visione, vita, vita sociale, web poetry. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site.
3 Risposte a “Le sabotage”
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24 gennaio 2015 a 17:30
Sempre altri a scegliere quale sia la frutta giusta per te..
Inutile dire no, la mela non la gradisco, intanto, perché non credo nell’altra metà! Sei pazza? Ci deve essere l’altra metà da qualche parte e quando la trovi te la devi far piacere. Questa mela così perfetta così in-divisibile e combaciante, che l’idea conforta i più, irritando il restanti..
Scusate voglio un’arancia perché mi sento parte di essa, come spicchio tra tanti spicchi.. Non combacia con quello affianco? Va bene.. cerchiamone un altro, ce ne sarà uno giusto e anche se non ce ne fosse nessuno l’arancia è bella anche così, unico spicchio sul tavolo di una vita. La mela no.. la mela si annerisce a spicchio, si deteriora.. e così cerca la parte mancante per nascondere “difetti”.
E poi ancora.. Non mi piace la mela perché ha quei semini perfetti, presenti a prescindere e magari pure uno è già tanto, invece no.. sei sempre pazza perché almeno due semini una mela “normale” deve averli, non trovi? No.. non trovo.. continua a piacermi l’arancia perché il semino potrebbe averlo, averne due, tre, ma anche non averne nessuno.. Vuoi mettere la sorpresa e la “libertà” che ti consente un frutto così?
Perché non un kiwi con la sua bella pellicina pelosetta che a tanti fa venire la pelle d’oca. Benissimo! Così si avvicineranno solo quelli realmente intenzionati a succhiarne la polpa, andando oltre l’apparenza..
Insomma.. vorrebbero importi la vita.. la loro vita, le loro scelte applicandole a quella che sarebbe, sempre secondo loro, la tua felicità, la tua massima aspirazione.. e come lo fanno? Propinandoti una “macedonia” fatta con gli scarti della frutta che inizia a marcire.. così.. per non sprecarla.. piuttosto te la offrono a coppe, guarnita con sciroppo scadente come false lusinghe e granella rammollita come finta empatia..
La vita? Una macedonia? No.. grazie.. per me un unico lampone è sufficiente.. per averne un’idea..
Nel mentre.. sui “fruttivendoli” di turno:
“Uno sguardo feroce e indulgente per non offendere inutilmente”.
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24 gennaio 2015 a 17:38
Ahahahah!!! Stupenda e “fruttuosa” metafora… Ho apprezzato in modo particolare il passaggio “si avvicineranno solo quelli realmente intenzionati a succhiarne la polpa, andando oltre l’apparenza”… Essere un “frutto complesso” significa fare selezione… Mendel sarebbe orgoglioso di noi! 🙂 ❤ Grazie cara…
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24 gennaio 2015 a 17:47
Grazie a te per lo spunto.. 😉 ❤
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