Cani agitati da paure indefinite
sgolano guinzagli stretti con doverosi abbai d’ufficio,
nuvolette rabbiose da dentate bocche bagnate
per morsi a vuoto
nel freddo imbrunire di un giorno fedele.
Da un angolo della storia
a distanza sicura
una figura immobile contempla
i movimenti superflui del mondo,
lo sguardo indifferente
di un falso gatto serafico
riporta il silenzio nell’anima.
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This entry was posted on 27 marzo 2015 at 18:24 and is filed under nigrologia with tags animale, atarassia, comportamento, controllo, donna, esistenza, etologia, gatto, immobilismo, indipendenza, individualismo, Ko Un, libertà, lontananza, mondo, movimento, nevrosi, passaggio, poesia, psicologia, silenzio, società, storia, web poetry. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed.
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27 marzo 2015 a 18:35
I versi finali sono come carezze al tramonto.
Molto bella! ❤
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27 marzo 2015 a 18:37
Grazie cara ❤
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27 marzo 2015 a 19:04
A te! 😉
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