Trainspotter
Strana invenzione
legata a ricordi infantili
notturni occhi di drago sbuffante
su parallele metalliche, forse infinite
auscultate da orecchie indiane
riverbero moderno
di vaporici entusiasmi.
Bizzarro e pesante
l’andare verso mete invisibili
rivelate da quelle presenze binarie
estensioni di un desiderio, lucenti e bullonate
in attesa di transiti fra l’erba selvaggia e i sassi
odoranti di piscio viaggiatore,
sognate tra miraggi
di ferri estivi roventi
per passione e sole
preannunciate da vene elettriche
sospese in cielo
compagne mute e vibranti di riflessioni
che precedono partenze.
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