Ricordi atomici
Sono un invito al viaggio
i commenti negativi
di chi non lascia a casa l’io,
particelle prestate alla storia
e sopraffatte dal logos.
Se ritroverete la memoria persa
non riconsegnatela a questo corpo.
I nostri atomi riciclati
hanno già visitato in passato
luoghi che definiamo sconosciuti.
Frammenti ereditati per caso entrano
in vibrazione dinanzi a tracce familiari.
Lacerati dall’irrilevante,
è difficile rassegnarsi al fatto
di essere appartenuti al mondo.
♦
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This entry was posted on 4 luglio 2015 at 18:14 and is filed under nigrologia with tags alienazione, antico, appartenenza, archeopsiche, archetipo, consapevolezza, coscienza, decostruzione, destino, esistenza, evoluzione, fisica, inconscio, involuzione, liberazione, luogo, meccanica quantistica, memoria, metafisica, metamorfosi, morte, natura umana, passato, patrimonio, poesia, primordiale, ragione, ricordi, sensi, spazio, storia, tempo, trasmutazione, viaggiatore, viaggio, web poetry. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site.
3 Risposte to “Ricordi atomici”
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4 novembre 2019 a 21:29
L’ha ripubblicato su Pomeriggi perdutie ha commentato:
Tratta dalla raccolta “Nessuno nasce pulito” (ed. nugae 2.0 – 2016)…
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5 luglio 2015 a 11:15
Li chiamiamo “i luoghi dell’anima”, quelli dove una volta giunti e senza un reale perché, sentiamo quasi un senso di appartenenza atavica. Nessun legame con il fascino del luogo dato dalla sua bellezza, o vincolato da altri canoni. È come un seme che affonda le radici in quella terra per germogliare, perché quello è il luogo giusto..
Anche io come molti, ho i miei luoghi dell’anima, con uno in particolare ho un legame speciale, silente e costante nel tempo.. È quello, non si sfugge! Tutte le volte che ci ritorno sento che un qualcosa in me si muove, si divincola per prendere altre strade, vie proprie.. Come se l’anima chiedesse “un’ora d’aria” dal proprio corpo per respirare, per ritrovarsi.. e non la fermi, non puoi farlo, sussulta lievemente, vive di vita propria, come se di fronte al “conosciuto” si animasse di ricordi persi nel tempo, tra strade, acqua, colori, vento, cielo ed aria. Tu la lascia andare, l’assecondi naturalmente e lasci che lei ti “parli” e tu l’ascolti e ri-vivi insieme a lei una qualche storia che non ti è appartenuta, ma che senti tua.. bellissima sensazione.
Grazie per queste parole, che inducono la mente a ricordare. :-)
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5 luglio 2015 a 13:31
… è proprio così…
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