Stanche membra
di vino ebbre e di strada,
echi d’avi senza gloria
mi precedono nel sogno,
verso contrario alle mode
chi narrerà questi silenzi?
Se potessi respirare
la muta voce pulsante
di tutte le stelle
nella solitaria notte,
la storia umana
colorata e caduca
diverrebbe un umile
nulla
perso nel tempo.
♦
This entry was posted on 13 luglio 2016 at 16:53 and is filed under nigrologia with tags astronomia, atarassia, consapevolezza, cosmo, decostruzione, esistenza, filosofia, inner space, interiorità, libertà, moda, notte, notturno, oscurità, pace, poesia, poetry, silenzio, solitudine, stella, storia, tempo, visione, voce, web poetry. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site.
Trovo che questo componimento sia diverso da tutti gli altri, per la maniera in cui è stato costruito il verso. Ampi respiri accompagnano la lettura di questa poesia evocativa e ricca di rimandi atavici. Molto bella.
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25 luglio 2016 a 11:51
Trovo che questo componimento sia diverso da tutti gli altri, per la maniera in cui è stato costruito il verso.
Ampi respiri accompagnano la lettura di questa poesia evocativa e ricca di rimandi atavici.
Molto bella.
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27 luglio 2016 a 23:28
Grazie Destino per questo tuo apprezzamento…
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