Orchestra da campo
Una voliera senza sbarre
accoglie l’infinito vivente,
sotto cieli azzurri
adornati di nuvole panna
un canto polifonico d’uccelli.
Ogni specie
una rotta nell’aria
una quota prestabilita
un’usanza
un richiamo innato,
incrocio armonico di cori pennuti
di naturali esigenze
di volatili vicende.
Un assolo di falco, dall’alto
azzittisce
il ciarlare di folle passeracee
il tututù tututù colombico
lo stridio rondinoso
l’orologiare dell’upupa
e i pettegolezzi cornacchianti
su antenne umane.
Un sottofondo di vento caldo
tra foglie suonate come fiati
ridisegna le correnti,
musica scaramantica
contro il fardello della gravità.
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This entry was posted on 25 giugno 2017 at 15:57 and is filed under nigrologia with tags animale, appartenenza, Basilicata, campagna, comunicazione, comunità, esistenza, estate, evoluzione, genetica, istinto, libertà, lingua, linguaggio, linguistica, Lucania, musica, natura, neurolinguistica, pace, parlare, parole, poesia, poet, poetica, poetry, ripetitività, semiologia, silenzio, sistema, società, solitudine, specie, suono, usi e costumi, vita, vita sociale, vite parallele, vivere, volo, web poet, web poetry. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site.
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