
a Pablo Neruda
Cadono le parole
ingiallite come foglie
su carte d’erba,
sotto i colpi di autunni
dittatori, scrivono pagine
a un canto generale.
Non fu vano
il loro stare al cielo
a raccogliere luce
per l’eterno dire.
Non restarono mute
le foglie cadute
di Neruda assassinato,
come le spade taglienti
di un poeta fuggitivo
brillavano pericolose
nella vigliacca notte
della libertà.
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This entry was posted on 31 ottobre 2017 at 16:45 and is filed under nigrologia with tags america, assassinio, autunno, canto, comunismo, comunista, controcorrente, cultura, democrazia, dittatura, esilio, esistenza, eternità, famiglia, fuga, governo, letteratura, libertà, lotta, lotta di classe, morte, Neruda, omicidio, parole, poesia, poet, poeta, poetica, poetry, politica, Polizia, popolo, potere, regime, resistenza, rivoluzione, segreto, silenzio, società, storia, tempo, vita, web poet, web poetry. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed.
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