Filastracca
a Gianni Rodari
Dalla pagina di un tomo
la parola intorpidita
“ma che fine ha fatto l’uomo?”
dice e fugge inorridita.
E girando per le strade
tra i rumori di città
vede che la gente cade
mentre segue nullità.
Gli occhi fissi su un oggetto
che non assomiglia a un libro,
la parola con sospetto:
“mi dispiace ma non vibro!”
Se la mente è sempre stracca
di recarsi in libreria
perché gli occhi più non stacca
dalla sua diavoleria.
“Sono stanca d’aspettare
tra le pagine ingiallite
quindi muoviti a sfogliare
saggi, rime e storie ardite!”
Il tuo tempo è limitato
e la morte non attende,
prendi in mano un rilegato
che il cervello non s’offende.
♦
(immagine di Pawel Kuczynski)
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This entry was posted on 17 novembre 2017 at 11:56 and is filed under nigrologia with tags alienazione, armi di distrazione di massa, biblioteca, cambiamento, consapevolezza, controcorrente, controcultura, controllo, esperimento, evoluzione, filastrocca, Gianni Rodari, isolazionismo, lettore, lettura, libri, libro, mente, mezzi di comunicazione, morte, narrativa, parole, poesia, popolo, potere, psicologia, relazioni sociali, rivoluzione, sistema, social network, social networking, società, sperimentalismo, sperimentazione, tecnologia, televisione, tempo, usi e costumi, vita sociale, web poetry. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site.
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