(Protagora)
Come corpo morto
pian piano si fredda
la casa lasciata sola
non vissuta da aliti umani
vapori di brodo sui vetri
e caldi sospiri di stufa.
Tra queste quattro mura inanimate
si rifugia forse lo spirito
della storia che non conta
il tempo
perché tempi non conosce?
Cosa fai al buio, d’inverno
durante le lontane feste?
I testimoni oculari
che tutto misurano
lasciano dietro di sé
polveri ignoranti
tra muti oggetti
non più sfiorati
da una vista cosciente,
un ultimo giro di chiave
li separa da un’immobile eternità.
♦
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This entry was posted on 6 febbraio 2018 at 16:36 and is filed under nigrologia with tags abitazione , anima , appartenenza , casa , conoscenza , consapevolezza , coscienza , esistenza , esistenzialismo , eternità , famiglia , fenomenologia , filosofia , ignoranza , immobilismo , lontananza , memoria , morte , oggetto , partenza , poesia , presenze , psicologia , ricordi , sensi , significante , significato , solitudine , sospensione del giudizio , spazio , spirito , storia , tempo , visione , vuoto , web poetry . You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed.
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21 febbraio 2018 a 18:19
[…] fa ho pubblicato una poesia su questo blog intitolata “La casa senza noi” (sottotitolo “Protagora”); su indicazione del validissimo amico poeta Davide Morelli, […]
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6 febbraio 2018 a 18:06
Una poesia “color” seppia, molto evocativa.
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6 febbraio 2018 a 20:40
Grazie per aver letto!
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