Caffè Albania
Ricordi il caffè degli albanesi,
l’angolo cieco e sicuro di Roma dove
s’intrecciavano le mani rassegnate
degli amanti
prima di un altro addio?
Quella dolce gioia dolorosa
poetica fonte di parole che
hanno scavato a lungo in noi
stanotte ha trovato conforto
non in nuove carezze di donna
come tu pensi
ma nel suono lieve di una fontana
lontana, circondata dal silenzio
del buio stellato e delle amicizie spente.
Attendevo da anni
di riscoprire quel rito giovanile
dell’acqua bevuta in città deserte
tornando dai goliardici viavai
che precedono l’alba
di rinnovate speranze.
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This entry was posted on 12 agosto 2018 at 20:25 and is filed under nigrologia with tags amicizia, amore, cambiamento, consapevolezza, deserto, dolore, donna, esistenza, evoluzione, futuro, interiorità, libertà, lontananza, memoria, metamorfosi, parole, poesia, poeta, psicologia, ricordi, ritorno, sentimento, sessualità, silenzio, solitudine, speranza, tempo, vita, vuoto, web poetry. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site.
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