Antologia “Archetipi Poetici”: intervista all’Autore Vittorio Orlando
versione pdf: intervista a Vittorio Orlando
Antologia “Archetipi Poetici”: intervista all’Autore Vittorio Orlando
a cura di Francesco Innella e Michele Nigro
Qual è o quale dovrebbe essere, secondo te, la funzione della poesia nella società attuale? Chi fa poesia oggi, come si muove nel contesto socio-culturale o come dovrebbe muoversi?
La funzione della poesia nell’attuale società è quella di risvegliare la coscienza del singolo uomo e di tutta l’umanità. Desideroso di cambiamento, il poeta ha la funzione di sollevare il velo. Di smascherare l’illusione. “Temo l’olocausto di moribonde e frali anime. Veggente di un futuro tragico”.
Come nasce la tua poesia? Potresti “illustrarci” la tua poetica e dirci quali sono le caratteristiche peculiari del tuo linguaggio poetico? Quali poeti ti hanno ispirato?
La mia poesia nasce dalle mie esperienze di vita. Il mio lungo viaggiare nel Mediterraneo. Soprattutto la conoscenza della Grecia, di città come Corinto, Mileto, Atene, del Peloponneso e di tutte le sue isole nel Mediterraneo e della Turchia. La passione per la storia, per l’arte e l’archeologia. Lo stile poetico è classico e moderno allo stesso tempo. Ricercato come è del ricercatore. Scava dentro la terra e dentro il cuore. Mi hanno appassionato le letture dell’Odissea e dell’Iliade di Omero, le opere di Dante e la letteratura classica.
Quale è stato il criterio con cui hai scelto le dieci poesie inserite nell’antologia “Archetipi Poetici”? Quale tra esse ti rappresenta di più?
Ho scelto le poesie che considero più vicine al mio sentire e che sono di monito. Vivo in una nazione che continua a illudere la popolazione con vane promesse e usa il potere nelle forme più diaboliche. I riferimenti nelle poesie sono rivolti a una certa politica di sinistra che si mostra in un modo e agisce in un altro. L’italiano sottomesso e deriso, beffeggiato. Libertà ostentata che nasconde invece il controllo e la totale manipolazione delle menti. L’immoralità dei politici, il potere di controllo e di decisione che le banche hanno, sono questi i temi delle mie poesie. La povertà che aumenta. Non esiste più la classe media. La cultura non ha più alcun valore. Ciò che conta sono i soldi e più ne hai, più hai il diritto di comandare e decidere. Un sistema di forte individualismo, indifferente ai bisogni dell’altro. “Beati i viandanti, che percorrono impervie strade, beati i solitari, beati i saggi che non hanno patria”. Una Patria ormai perduta: “Piango la perduta Patria!”
Verso libero o estetica tradizionale. Un’antica diatriba: secondo te è una contrapposizione che ha ancora ragione di esistere?
Il verso deve essere libero. Ogni forma di arte è espressione del tempo presente, ma mai dimenticare e allontanarsi dalle radici e dal glorioso passato. La Grecia classica con i suoi ideali estetici e morali. La bellezza è espressa nel verso e nello stile, è la ricerca accurata di ogni singola parola.
Manifesto di gruppo o poetica individuale: oggi la critica letteraria è in grado di individuare un comune denominatore tra tutti gli slanci espressivi in circolazione oppure ha rinunciato alla sua funzione discernente?
Non credo ci possa essere un comune denominatore. I poeti dovrebbero creare con il passato un comune denominatore.
Esiste un archetipo poetico? E quale influenza può avere sul Poeta?
L’archetipo del poeta è il gabbiano che vola alto e libero. Solitario. È la Grecia classica. Il realismo del mio verso è comunque aperto alla speranza di un cambiamento e di un ritorno ai valori dell’amicizia, del rispetto, della responsabilità e della bellezza portatrice di bontà e salvezza.
…
Vittorio Orlando. Nato a Mola di Bari nel 1942, dove risiede, per scelta, ha pubblicato poco. Ha scritto un libro di poesia dal titolo Luce (Poesia in funzione della storia), per cui ha ricevuto due primi premi a concorsi letterari. Ha molto viaggiato: ha gli occhi del mondo.
versione pdf: intervista a Vittorio Orlando
…
Per leggere l’antologia “Archetipi poetici”:
cartacea: qui!
ebook: qui!
♦
Rispondi