Antologia “Archetipi Poetici”: intervista all’Autrice Simona Giorgi

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Antologia “Archetipi Poetici”: intervista all’Autrice Simona Giorgi

 

 a cura di Francesco Innella e Michele Nigro

 

Qual è o quale dovrebbe essere, secondo te, la funzione della poesia nella società attuale? Chi fa poesia oggi, come si muove nel contesto socio-culturale o come dovrebbe muoversi?

Non trovo parole più adatte di quelle pronunciate da Tomaso Kemeny, per rispondere a questa domanda: “credo nell’inestinguibile folgorazione del verbo” che consente di illuminare i tempi odierni e riscatta sofferenza e buio dilagante.

Nell’antichità la poesia costituiva il tramite con il sacro. Ancora oggi dovrebbe essere la sua funzione primaria. Il poeta, testimone attento e soggetto in continua evoluzione, contribuisce a mantenere viva la percezione della Bellezza seminando meraviglia. Il poeta osserva e trascende, e la sua forza evocativa può produrre cambiamento in quanto consente di fare esperienza della totalità.

Come nasce la tua poesia? Potresti “illustrarci” la tua poetica e dirci quali sono le caratteristiche peculiari del tuo linguaggio poetico? Quali poeti ti hanno ispirato?

È davvero troppo chiamare poesia i miei pensieri! E sono lusingata di vedere pubblicate in questa antologia alcune mie “ricerche”. Questo posso affermare: la forma poetica dei miei pensieri risponde ad una esigenza di ricerca che riguarda il mio essere in sé e il mio essere in relazione con ciò che mi circonda. Il tentativo è quello di riuscire a scrivere mantenendo un necessario distacco da emozioni e sensazioni del tutto personali, sperando in un risultato efficace. Per questo ho trovato essenziale per il mio percorso affrontare la lettura dei poeti facenti parte del movimento mitomodernista. Ma sono solo all’inizio e certamente la strada da percorrere è ancora lunga e impegnativa!

Quale è stato il criterio con cui hai scelto le dieci poesie inserite nell’antologia “Archetipi Poetici”? Quale tra esse ti rappresenta di più?

La scelta è ricaduta su poesie che mi “vedono” in parte a colloquio con me stessa, in parte immersa nella contemplazione della natura e dello scorrere del tempo. Fenomeno tra fenomeni in continuo divenire, colti in un istante, fugace ed eterno.

Pensando alla poesia che dovrebbe rappresentarmi maggiormente, sceglierei la prima, intitolata “Da che parte voglio stare”: lontana dal tumulto del mondo, ma accogliente verso la luce che plasma e trasforma l’esistenza.

Verso libero o estetica tradizionale. Un’antica diatriba: secondo te è una contrapposizione che ha ancora ragione di esistere?

Non ho la preparazione adeguata per esprimermi su un tema tanto delicato. Penso sarei portata a difendere i versi liberi, forse più rappresentativi dei modi di comunicare in uso attualmente. Il linguaggio informatico e multimediale ha senza dubbio cambiato, a livello globale, la comunicazione tra le persone. I versi liberi possono contribuire a restituire a forme espressive rapide e concise contenuti dal forte valore simbolico.

Manifesto di gruppo o poetica individuale: oggi la critica letteraria è in grado di individuare un comune denominatore tra tutti gli slanci espressivi in circolazione oppure ha rinunciato alla sua funzione discernente?

Una domanda davvero complessa. Se penso alla critica letteraria mi vengono in mente rigorose ed erudite analisi che tutto riferiscono a regole e canoni espressivi ben determinati, riconducibili ad una concezione di “purezza” nostalgica. Oggi, alla luce di fenomeni contraddittori che vedono, da un lato, letteratura e cultura in genere sempre più marginali, dall’altro il proliferare di case editrici, pubblicazioni cartacee e non, festival e premi letterari, corsi di scrittura creativa, penso sia difficile da parte della critica letteraria interpretare tutte le trasformazioni attuate e ancora in atto nelle forme espressive, inclusa quindi la poesia.

Esiste un archetipo poetico? E quale influenza può avere sul Poeta?

Probabilmente ogni poeta ha un archetipo cui rifarsi. Per quanto mi riguarda mi sento immersa in un moto di discesa e ascesa, tanto vicino al mito di Demetra e Persefone, in cui ravvedo il realizzarsi di un percorso di identità.

simona giorgi

Simona Giorgi. Nata a Sarzana (Sp) il 30/03/1968, dove vive e lavora, ha studiato presso il Liceo Scientifico Tommaso Parentucelli e l’Università di Pisa conseguendo con Lode la laurea in Scienze Politiche Internazionali. Ha frequentato con esito positivo il corso per “Osservatori Elettorali” presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Ha frequentato i seminari di “Ricerca del Sé” e il corso di “Filosofia Sapienziale Greca” tenuti dal noto filologo grecista Angelo Tonelli. Segnalata nel 2017 come autrice degna di nota ai concorsi di poesia “Ossi di seppia” e “Il sublime”, alcuni suoi componimenti hanno ricevuto nel 2018 uno speciale riconoscimento al concorso “Le occasioni”.

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Per leggere l’antologia “Archetipi poetici”:

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2 Risposte a “Antologia “Archetipi Poetici”: intervista all’Autrice Simona Giorgi”

  1. Bella intervista, concreta, storicamente contestuale, ovvero, espressione di una persona comune che, in poche risposte chiare, ha sintetizzato il suo criterio critico.

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