… idea proposta da Nigricante al colosso svedese…
Archivio per degenerazione
La poetica “maledetta” di Roberto Miglino Gatto
Posted in nigrologia with tags amore, ancestrale, Battipaglia, beat generation, bellezza, critica letteraria, decadimento, degenerazione, disincanto, dolore, donna, esistenza, esistenzialismo, esperienza, fede, fuga, Guy Debord, interiorità, istinto, libro, moralismo, nevrosi, notte, oscurità, piacere, poeta, poetica, poetry, primitivo, primordiale, psicologia, pubblicazione, raccolta, recensione, religione, ricerca, ricordi, sesso, sessuale, sessualità, società, solitudine, strada, vita on 9 agosto 2016 by Michele NigroRosario Carello, nella prefazione a “Poesie perdute”, non usa mezzi termini: nella poesia di Roberto Miglino Gatto vi sono la stessa ansia, inquietudine e insoddisfazione presenti nei versi di quelli che un tempo furono definiti “poeti maledetti”. Squarci di vita folle; esistenzialismi registrati senza aspettarsi niente in cambio, né aiuti né condanne; “urli” degni di Ginsberg anche se meno rabbiosi e più rassegnati: appare scontato il passaggio da Rimbaud, Baudelaire, Verlaine ai poeti e romanzieri della cosiddetta beat generation impregnati di strada e di notti con sfumature situazioniste a esistere in giro (Guy Debord docet!), senza meta e speranza. Quelle di Gatto sono poesie fatte di attimi sensoriali mai fini a se stessi, che preparano il terreno a condizioni dell’anima, a interiorità disperate che forse non cercano più neanche una risposta, ma si limitano a fissare un vissuto scellerato.
… di puttana in puttana
così come vado con loro
tornerei indietro di decennio in decennio
fino ad arrivare ad un primitivismo ottuso
di selvaggio e incoscienza d’animale…
C’è bisogno di recuperare il piglio ancestrale dell’esistenza per salvarsi dal presente doloroso: ricercare una propria origine primitiva attraverso bassi istinti animaleschi, catartici e liberatori.
… Notte
e fuochi accesi
sulle strade
nero asfalto
ruvido
e tu fanciulla
al mio fianco…
Un culto, anch’esso maledetto, della strada notturna che libera e condanna al tempo stesso: i riti sessuali con donne sconosciute e selvagge; la disperazione del viandante; la degenerazione, innominabile compagna di cammino verso la dannazione…
… falsi gemiti di piacere
di notti, che vanno via.
È una poesia ricca di sensualità e di sessualità: disseminata di orgasmi, letti disfatti, piccoli seni da baciare o mordere, labbra, capelli biondi, femmine in calore… Sesso disperato, salvifico, compulsivo; sesso rubato, pagato; sprazzi di sesso cercati per noia o per ingordigia lungo i margini esterni della notte e della ragione. Sesso senza nome come a volersi fottere il mondo intero, prima che il mondo fotta il poeta; altre volte è un sesso con nome (<<… questa notte / cerchiamo un po’ d’amore […] Vada per Eva lo fa con passione>>). È un sesso preliminare o sostitutivo di una fuga solo immaginata o irrealizzabile.
Andrò via di qui
[…]
Questa città non mi dà niente
dimenticherò questa strada
dimenticherò quel bar
dimenticherò tutto di me
anche il tuo sorriso…
La notte è sempre presente: testimone fedele di gesti inconfessabili, di ubriacature, di dannazioni e di tristi solitudini a un certo punto non più confortate da “compagni” funzionanti come in passato.
… notte solitudine
[…]
… questa bottiglia non serve
mi tormenta questa bottiglia
mi tormenti tu che non ci sei.
Momenti di perdizione che lasciano spazio alla coltivazione di una fede bizzarra, a strane “preghiere” di fortuna pensate dopo una difficile notte. In questa melma c’è il tempo e la forza di aggrapparsi a Dio e di dire:
… Ti ringrazio Gesù Santo
che mi hai tirato fuori dalla fossa…
[…]
Ora fa’ che non mi perda più.
E quasi come a voler portare il figlio di Dio dalla propria parte, dissacrandolo o amandolo in modo inconsueto:
Ti ho visto
Gesù benedetto
a bere un po’ di vino
e anche tu
al Vico delle Nevi
a cercare un po’ d’amore.
Il ritorno di Achille Occhetto e l’utopia del possibile
Posted in nigrologia with tags cambiamento, comunismo, comunista, cultura, degenerazione, dialogo, economia, esperienza, evoluzione, futuro, lavoro, libro, lotta, partito, politica, popolo, potere, programma politico, recupero, ricordi, rivoluzione, saggistica, sinistra, società, sociologia, storia, tradizione, utopia, visione on 13 giugno 2016 by Michele NigroRicevo da Edizioni di Storia e volentieri ritrasmetto…
Achille Occhetto rompe un silenzio che durava da qualche anno, firmando con il saggista Carlo Ruta un libro-conversazione (appena uscito per le Edizioni di storia e studi sociali) in cui racconta se stesso e spiega qual è oggi, al cospetto della gravissima crisi economica, politica e morale che attraversa l’Italia, la sua concezione della sinistra e della democrazia.
Dopo aver narrato le fasi che hanno determinato la fine dell’esperienza storica del Pci – di cui fu l’ultimo segretario generale – e il valore dell’eredità gramsciana, Occhetto offre delle chiavi di lettura del degrado di oggi e suggerisce le linee di una nuova politica, sulle vie di un futuro sostenibile. Con una lucidità che gli viene dalla complessità della sua esperienza politica, che dagli anni post-resistenziali lo ha sollecitato ad un costante lavorio analitico all’insegna dell’eterodossia, della contaminazione e del cambiamento, egli traccia in particolare le linee di una utopia del possibile che guardi in avanti e che però sia in grado di recuperare un patrimonio inestimabile di politiche sociali, oggi largamente rimosso o inutilizzato. Esorta, in definitiva, all’elaborazione di un nuovo contratto storico, generazionale e culturale, che sappia coniugare saldamente le istanze del mondo del lavoro e delle cittadinanze alle complesse tradizioni democratiche e riformistiche che hanno fatto la vicenda civile dell’Italia contemporanea.
Con questo libro-conversazione la casa editrice inaugura una nuova collana, «Dialoghi con la contemporaneità», con cui si cercherà di entrare nel vivo di problematiche di rilievo del presente. Spiega il direttore di EdS: «L’obiettivo di questi “dialoghi” è quello di proporre sui temi sottoposti a esame uno sguardo aperto e, per così dire, obliquo, che si collochi tra il valore della testimonianza e quello del documento, tra le duttilità della memoria, personale e storica, e le necessità della ricognizione analitica».
Marciapiedi
Posted in nigrologia with tags città, decadimento, degenerazione, lentezza, libertà, modernità, notte, società, solitudine, strada, umanità, urbanistica, urbano, viaggio, web poetry on 12 Maggio 2014 by Michele NigroBevo per ricordare!
Posted in nigrologia with tags archeopsiche, Arthur Koestler, cambiamento, comportamento, consapevolezza, controllo, decostruzione, degenerazione, dogma, evoluzione, fuga, inconscio, liberazione, mente, neuroscienza, passato, percezioni, poesia, porte della percezione, psicologia, ragione, realtà, resistenza, ricerca, ricordi, rivoluzione, schema, sistema, società, sperimentalismo, surrealismo, tempo, valori, viaggio, visione, web poetry on 19 aprile 2014 by Michele NigroDai profondi cunicoli dell’inconscio
insufflate dai fumi della regressione
risalgono come ebbre mongolfiere colorate
i ricordi di zone dimenticate della storia
di inespresse soluzioni crepuscolari.
Sfuggo agli stili convenzionali del mio tempo
rimuovo gli ostacoli della ragione e mi autoriparo
riplasmo lo schema comportamentale ereditato
gettando zavorre dottrinali e assiomi mentali,
schiavo di una comoda amnesia sociale
ricostruisco le strutture inadatte
alterando la percezione di valori accettati.
La resistenza a disimparare
si dissolve dinanzi al dolce assedio neurale
di un boccale schiumoso,
profeta alcolico di eretiche novità.
♦
Embrionale
Posted in nigrologia with tags Arthur Koestler, biologia, cambiamento, decadimento, degenerazione, esistenza, esistenzialismo, esperienza, eversivo, evoluzione, forme, futuro, libertà, lotta, mistero, morte, partenza, passato, poesia, rivoluzione, romantico, schema, sistema, società, sperimentalismo, strada, vita, web poetry on 16 aprile 2014 by Michele NigroAffascinante è la vista
affacciati alla finestra della giovinezza,
romantica l’atmosfera
all’inizio di una strada da affrontare.
Il cielo stellato e il mistero dei corpi celesti
l’aria fresca durante una notte di cammino
quando le fioche luci di un lontano cimitero
non fanno paura
il sentirsi parte di un progetto superiore
come abbracciati da una coperta non richiesta.
E infine la realtà, non cruda ma ancora troppo al sangue
il vuoto dopo l’esperienza ricercata,
l’inadeguatezza di un corpo desideroso d’invecchiare,
il silenzio di un’iniziativa poco usata.
Rinculare per saltare ¹
per riassaporare un nuovo inizio,
ritirarsi dalla scena di un destino evolutivo
senza essere sconfitti o vigliacchi
tendendo a livelli superiori di esistenza
tra l’incomprensione delle forme adulte.
Despecializzarsi e ringiovanire
evitare vicoli ciechi ed estinzioni
memorie nostalgiche
e comode sovrastrutture religiose.
Sbadiglia il koala che sopravvive in me,
ma la data dell’involuzione è già decisa:
embrionale sarà la ripartenza.
♦
¹ Rinculare per saltare è il titolo di uno dei paragrafi del cap. XII, Ancora l’evoluzione: disfare e rifare, del saggio di Arthur Koestler “Il Fantasma dentro la macchina” (titolo originale The Ghost in the Machine – 1967)
Acidità di cervello
Posted in nigrologia with tags amore, atarassia, attesa, autoironia, cambiamento, consapevolezza, controllo, decadimento, degenerazione, donna, evoluzione, femminicidio, interiorità, liberazione, libertà, lontananza, mente, natura umana, personalità, psiche, psicologia, saggezza, sensibilità, sentimento, tempo, uomo, violenza on 24 marzo 2014 by Michele NigroNon tace dentro di te il capriccio del possesso
troppo forte è lo scellerato grido liberatorio
di una falsa vendetta che lascia intatta la sete.
La trasfigurazione renderà l’oggetto
incondivisibile e unico in eterno.
Intercetto il tuo odio malato, l’ho vissuto
assomiglia alla frustrazione del mondo.
Il non detto che sembrava amore
scava gallerie dolorose e inguaribili in una dignità precaria.
Come aerei primordiali incapaci di prendere quota
restiamo a terra senza confronto, a nutrirci di ipotesi e paranoie
impotenti e orgogliosi, inferiori per convinzione.
La speranza è nel decadimento naturale
di un ossessionante io,
nel riscoprire la voglia di ridere di se.
♦
Ossa (Talking Bones)
Posted in nigrologia with tags antropologia, cimitero, corruzione, cultura, degenerazione, escatologia, esistenza, evoluzione, memoria, morte, natura umana, qualità della vita, ricordi, ripetitività, spirito, storia, tempo, usi e costumi, utopia, viaggio, vita on 13 marzo 2014 by Michele NigroSempre in ritardo sulla vita
sulla tabella di marcia delle scoperte essenziali,
ad ogni tramonto dell’orgoglio
le esperienze altrui interrompono una finta sapienza.
Sull’orlo dell’abisso ci sorprende
la presenza nel mondo di chi guardiamo senza vedere.
Ciechi indaffarati e disperati
scansiamo la bellezza che circonda il nostro caos,
nuotatori sereni in un mare di nulla.
La burocrazia cimiteriale e gli archivi della civiltà
si occuperanno di noi con piglio produttivo,
i resti scarnificati, lucidati dalla misericordia
e tritati dal bisogno di spazio
saranno riciclati dalla pressione di nuovi corpi
e da manuali di polizia mortuaria freschi di stampa.
Lapidi d’ufficio e monumenti bugiardi assediati dal tempo
per combattere la dimenticanza di famiglie in estinzione
e discendenti invecchiati,
con la verità affidata a un passato che non torna.
Siamo ossa parlanti destinate all’oblio,
in cerca di clamori tra un respiro e l’altro.
♦
Postfuturismo
Posted in nigrologia with tags cambiamento, civiltà, cultura, degenerazione, evoluzione, futurismo, futuro, libertà, Marinetti, modernità, natura, natura umana, poesia, progresso, scientismo, scienza, singolarità tecnologica, società, tecnologia, web poet, web poetry on 10 febbraio 2014 by Michele NigroMi spaventi, uomo!
Il vento caldo dei tuoi ordigni
il frastuono meccanico dei motori
l’arroganza della macchina,
sono parte di te.
Innaturale e degenerato
t’incammini da solo tra la folla
verso gloriosi stadi evolutivi.
Protesi grottesche per un corpo
irriconoscibile,
cosa sei diventato?
E sogno salvifiche estinzioni
tra masturbazioni scientifiche
e le gioie del feticismo.
Mi spaventi, donna!
Musa ispiratrice della follia
complice dell’alterazione,
nutri gli operai dell’impossibile.
Prigioniero del vostro progresso
sono anch’io parte di voi,
estraneo alla storia
caduto per caso
negli ingranaggi della fine.
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