In occasione del venticinquesimo anniversario della nascita di Future Shock, rivista ideata e curata da Antonio Scacco, ho pensato di realizzare un’intervista per cercare di fissare i punti salienti di una concezione particolare della fantascienza che non poche polemiche ha suscitato in passato e continua a suscitare tra gli operatori del settore (editori, scrittori) e all’interno del fandom.
Si tratta di un’intervista che ha affrontato una gravidanza piuttosto lunga (come lunga è la stessa intervista: ben 20 domande!) a causa della afosa pausa estiva e di altri impedimenti personali… Ma alla fine il traguardo è stato raggiunto e, mi permetto di aggiungere, anche in maniera soddisfacente: ho voluto realizzare un’intervista “chirurgica” e non il solito superficiale botta e risposta agile nella lettura ma del tutto inutile da un punto di vista conoscitivo. Le risposte di Scacco sono esaustive e ricalcano fedelmente le idee coltivate in questi venticinque anni di attività nel settore della fantascienza umanistica. Idee e prese di posizione che possono “infastidire” qualcuno, su cui ci sarebbe tantissimo da discutere, ma che rispecchiano in ogni caso un modo di vivere e di concepire la letteratura fantascientifica. Pluralità, democrazia e rispetto: in qualità di intervistatore ho accettato di ‘registrare’, in maniera giornalisticamente asettica, le idee di Scacco. Ma il dibattito, se vorrete, potrà continuare sulle pagine di Future Shock, scrivendo a: futureshock@alice.it
Buona lettura.
25 anni di Future Shock
La Fantascienza Umanistica di Antonio Scacco
intervista a cura di Michele Nigro
Prof. Antonio Scacco, grazie innanzitutto per aver accettato il mio invito a realizzare questa intervista in occasione del 25° anno di attività della sua rivista di saggistica e narrativa di fantascienza Future Shock.
1) MN. Lei afferma in Fantascienza Umanistica che la funzione principale della science fiction è o dovrebbe essere quella di ricucire lo strappo tra la cultura umanistica e quella scientifica. Non crede che questo compito debba essere assunto principalmente dalle istituzioni accademiche, dai governi, dai legislatori che spesso assecondano le esigenze economiche delle varie ‘lobby’ senza preoccuparsi della formazione dei cittadini?
AS. L’uomo è un essere di cultura, intesa essenzialmente in senso umanistico. La sua formazione avviene, perciò, attraverso quegli strumenti idonei ad accrescere la sua umanità, quali la filosofia, la pedagogia, l’arte e, in primis, la religione. Oggi, il processo di umanizzazione è messo in crisi dal conflitto tra il sapere umanistico e quello scientifico. La science fiction, poiché getta un ponte tra le due culture, si pone come valido strumento di umanizzazione.
2) MN. In qualità di intellettuale cattolico ed esperto di letteratura fantascientifica, come valuta l’attuale scenario socio-politico e culturale italiano? Viviamo, come molti credono, in un’epoca dominata da una sorta di ‘dittatura bianca’ coadiuvata da un sorridente potere videocratico travestito da ‘partito dell’amore’? Può la science fiction risvegliare le coscienze e contribuire a contrastare lo ‘stato soporifero’ in cui versa una parte dell’umanità, svelando illusionismi e trucchi propagandistici?
AS. Oggi, la scienza, nella sua degenerazione scientista, ha reso molti italiani pragmatici: gli ideali, le utopie e, con essi, la morale sono stati messi in soffitta. Fortunatamente, c’è una buona fetta della popolazione che crede ancora nella morale tradizionale e nei valori non negoziabili. La fantascienza, poiché stimola la fantasia creatrice, è in grado di sottrarre l’uomo al sonno della ragione.

Fantascienza Umanistica
3) MN. Lei afferma in Fantascienza Umanistica che la religione può svolgere un’importante funzione di mediazione tra scienza e umanesimo, e che la science fiction attribuisce alla religione un ruolo fondamentale nella vita dell’uomo moderno. Quale è l’impegno della Chiesa nei confronti di tale mediazione? Le è mai capitato di conoscere, durante questi anni dedicati allo studio della fantascienza, membri del clero o religiosi appassionati di science fiction?
AS. La scienza ha radici cristiane. E’ del tutto destituita di fondamento l’accusa che la Chiesa sia nemica della scienza. Il concetto di umanesimo sapienziale-scientifico da cui trae ispirazione il mio libro, non è frutto di pensiero laicista, ma è stato elaborato da un gesuita: il filosofo e scienziato atomico p. Enrico Cantore. Per i gravosi impegni pastorali che, oggi, li attendono – attualmente, la Chiesa è attaccata non solo dall’esterno ma anche dall’interno – non si può pretendere che i preti si occupino anche di fantascienza. Tuttavia, l’attenzione per essa è desumibile indirettamente dal dibattito di alcuni teologi su argomenti tipicamente fantascientifici: la macchina del tempo e l’esistenza degli extraterrestri.
4) MN. Interessante, anche se ovvio per chi si occupa di sci-fi, il rimedio di invertire lo specchio del tempo proposto da Alvin Toffler nel saggio intitolato Future Shock (da cui Lei ha mutuato il nome del suo quadrimestrale): ‘studiare’ il futuro per capire il presente. Quali sono, secondo Lei, gli argomenti riguardanti il futuro non sufficientemente trattati dalla moderna sci-fi, valutando lo scenario narrativo e saggistico offerto in questo primo decennio d’inizio secolo?
AS. Secondo me, un argomento riguardante il futuro poco trattato dagli scrittori di fantascienza, tanto da avere l’impressione che su di esso pesi un interdetto, è la crescita esponenziale della popolazione musulmana. In uno studio pubblicato nel mese di gennaio 2011 dal Pew Research Center’s Forum on Religion and Public Life, si prevede che il totale di questa popolazione passerà, nel 2030, dagli attuali 1,6 miliardi a 2,2 miliardi. Se si tiene conto che, nella concezione originaria di Maometto (ultimo Profeta inviato da Dio), l’Islam è uno Stato, il cui fine ultimo è l’affermazione a livello mondiale del Corano, è facile immaginare lo scoppio di una Terza Guerra Mondiale (che, per la verità, è già latente e poco evidente con il fenomeno dell’immigrazionismo), per sottomettere definitivamente i popoli della Casa della Tregua (Dār al-Hudna).
5) MN. Nel capitolo di Fantascienza Umanistica intitolato L’infanzia maltrattata e la fantascienza non si accenna in alcun modo allo scandalo della pedofilia nella Chiesa. In qualità di intellettuale cattolico, quale è il suo pensiero in proposito? Dal momento che la dimensione religiosa, legata imprescindibilmente alla componente umana formante la Chiesa, svolge secondo Lei un ruolo fondamentale nella science fiction.
AS. Non voglio nascondermi dietro un dito e negare l’esistenza del caso dei preti pedofili nella Chiesa. Se non ne ho parlato, è perché la pubblicazione del mio libro è avvenuta qualche anno prima che scoppiasse lo scandalo. Ma non bisogna fare di ogni erba un fascio e permettere che questi crimini gettino nel dimenticatoio le centinaia di migliaia di uomini e donne, sacerdoti, religiosi e religiose, la stragrande maggioranza, che donano giorno per giorno la propria vita a Dio e ai fratelli in tanti ospedali, scuole, parrocchie, missioni… Penso che all’origine del fenomeno ci siano certi teologi che vanno propugnando tesi anticattoliche quali: il matrimonio dei preti, il sacerdozio alle donne, l’eucaristia ai divorziati e risposati, ecc. Il Cristianesimo diventa, per loro, sinonimo di buonismo, tanto da arrivare a sostenere la vecchia tesi di Origène, quella dell’apocatàstasis tòn pantòn, secondo cui l’inferno non esisterebbe.
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25 anni di Future Shock – intervista ad Antonio Scacco
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