La tua acerba innocenza non conosceva
l’inarrestabile crudeltà della strada
maestra di morte.
Avvenne così, nell’indifferenza trafficata
riscoprendo un’orrenda caducità,
macabro scherzo di uno Schrödinger turco.
La testa schiacciata dalla feroce ruota della selezione
dopo giochi spensierati di finte lotte
per allenarsi nella palestra dell’istinto.
Sui marciapiedi di un’esistenza effimera
si dibatteva, calda e fiera
una disperata voglia di vivere.
Immagine assurda, veloce
oscuro presagio all’inizio del cammino.
In un istante tenerezza e incubo coincisero,
insegnando la sottile differenza
tra l’essere e il non essere.
Ancora oggi nei miei pensieri
scelgo un’ignorante cecità
prevedo quella tragica scena non richiesta
e volgo lo sguardo verso occidente
per non soffrire e continuare il viaggio.
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