Archivio per mito

“Archetipi poetici”: videointervista a Pasquale Fernando Giuliani Mazzei

Posted in nigrologia with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 7 gennaio 2019 by Michele Nigro

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Ultima videointervista dedicata ad alcuni autori dell’antologia “Archetipi poetici”: Francesco Innella rivolge alcune domande al poeta e studioso Pasquale Fernando Giuliani Mazzei.
Differenze tra dialetto cilentano e napoletano, le antiche origini del cilentano, l’attuale situazione culturale, sociale e politica, come veicolare la cultura tramite i social media, il sincretismo tra cultura classica e cultura pop… E infine un accenno al libro scritto con Innella intitolato “La magia dei crocicchi” (Percorsi magici esoterici e parapsicologici).

videointervista realizzata presso “Artè – Sala da tè & caffè culturale”, Battipaglia (Sa). Videoripresa: Michele Nigro.

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Antologia “Archetipi Poetici”: intervista all’Autore Vittorio Orlando

Posted in nigrologia with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 18 novembre 2018 by Michele Nigro

versione pdf: intervista a Vittorio Orlando

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Antologia “Archetipi Poetici”: intervista all’Autore Vittorio Orlando

 

a cura di Francesco Innella e Michele Nigro

 

Qual è o quale dovrebbe essere, secondo te, la funzione della poesia nella società attuale? Chi fa poesia oggi, come si muove nel contesto socio-culturale o come dovrebbe muoversi?

La funzione della poesia nell’attuale società è quella di risvegliare la coscienza del singolo uomo e di tutta l’umanità. Desideroso di cambiamento, il poeta ha la funzione di sollevare il velo. Di smascherare l’illusione. “Temo l’olocausto di moribonde e frali anime. Veggente di un futuro tragico”.

Come nasce la tua poesia? Potresti “illustrarci” la tua poetica e dirci quali sono le caratteristiche peculiari del tuo linguaggio poetico? Quali poeti ti hanno ispirato?

La mia poesia nasce dalle mie esperienze di vita. Il mio lungo viaggiare nel Mediterraneo. Soprattutto la conoscenza della Grecia, di città come Corinto, Mileto, Atene, del Peloponneso e di tutte le sue isole nel Mediterraneo e della Turchia. La passione per la storia, per l’arte e l’archeologia. Lo stile poetico è classico e moderno allo stesso tempo. Ricercato come è del ricercatore. Scava dentro la terra e dentro il cuore. Mi hanno appassionato le letture dell’Odissea e dell’Iliade di Omero, le opere di Dante e la letteratura classica.

Quale è stato il criterio con cui hai scelto le dieci poesie inserite nell’antologia “Archetipi Poetici”? Quale tra esse ti rappresenta di più?

Ho scelto le poesie che considero più vicine al mio sentire e che sono di monito. Vivo in una nazione che continua a illudere la popolazione con vane promesse e usa il potere nelle forme più diaboliche. I riferimenti nelle poesie sono rivolti a una certa politica di sinistra che si mostra in un modo e agisce in un altro. L’italiano sottomesso e deriso, beffeggiato. Libertà ostentata che nasconde invece il controllo e la totale manipolazione delle menti. L’immoralità dei politici, il potere di controllo e di decisione che le banche hanno, sono questi i temi delle mie poesie. La povertà che aumenta. Non esiste più la classe media. La cultura non ha più alcun valore. Ciò che conta sono i soldi e più ne hai, più hai il diritto di comandare e decidere. Un sistema di forte individualismo, indifferente ai bisogni dell’altro. “Beati i viandanti, che percorrono impervie strade, beati i solitari, beati i saggi che non hanno patria”. Una Patria ormai perduta: “Piango la perduta Patria!”

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Volto di donna

Posted in nigrologia with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 23 Maggio 2018 by Michele Nigro

Rosaria Costa Schifani

Isoliamo l’audio. Per un attimo, solo per un attimo, mettiamo da parte le parole struggenti, arrabbiate, diventate “storia nazionale” e ormai parte del nostro immaginario collettivo, pronunciate da Rosaria Costa (nella foto), vedova dell’agente di Polizia Vito Schifani, uno dei componenti della scorta al giudice Giovanni Falcone, ucciso durante la strage di Capaci il 23 maggio 1992. Togliamo il sonoro, “dimentichiamo” la lettera disperata ma decisa letta a Palermo dalla vedova Schifani durante il funerale degli agenti e dei due magistrati, e concentriamoci su questo volto di donna immortalato in una suggestiva foto della giornalista Letizia Battaglia. Leggiamolo; leggiamo le parole non dette…

Quello che vediamo è il volto di una donna ferita, intimamente ferita, anche se la genuina bellezza di giovane madre ventiduenne contrasta l’affiorare di indelebili segni dolorosi: il fuoco disperato è tutto dentro, è un fuoco agitato le cui lingue si manifesteranno nelle parole che in questo caso abbiamo deciso di non riascoltare.

Un “titolo laico” potrebbe essere: Madonna con occhi chiusi, in preghiera o in procinto di leggere su un foglio alcune cose da dire agli uomini della mafia, lì presenti; occhi chiusi e senza lacrime visibili perché già tutte versate, sono finite o riassorbite dalla rabbia. La bocca è semiaperta: quelle labbra stanno per pronunciare parole di perdono ma anche di condanna e di disincanto. Labbra ancora troppo giovani per restare sole; labbra strappate a una vita di coppia appena cominciata. Sono labbra che chiedono giustizia e che sembrano domandarsi “dove è finita quella vita felice promessa ai miei ventidue anni?”. Labbra di mamma che dovrà dare risposte, un giorno, a un figlio appena nato. E ai tanti figli acquisiti che incontrerà in un doveroso cammino appena iniziato.

Ma è anche un volto costretto a dividersi tra luce e ombra, un prima e un dopo lo scoppio di Capaci. Luce e ombra simili alle molte ombre e alle conquistate luci che accompagnano ancora oggi un’esecuzione di mafia diversa da tutte le altre: eclatante, spettacolare, “esagerata”. In quel tritolo mandanti ed esecutori concentrarono tutta la rabbia di una Cupola decapitata, processata, condannata, che aveva giurato di presentare il conto.

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I Soviet + L’Elettricità

Posted in nigrologia with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 10 agosto 2017 by Michele Nigro

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1917-2017
I SOVIET + L’ELETTRICITA’
Cento anni dalla rivoluzione russa – un secolo di CCCP

Un comizio musicale di Massimo Zamboni, con Angela Baraldi, Max Collini, Danilo Fatur, e con Cristiano Roversi, Simone Filippi, Simone Beneventi, Erik Montanari.

Martedì 7 novembre 2017, ore 21.00 – Prima nazionale
Teatro Augusteo , Piazzetta Duca D’Aosta n. 263, Napoli

I SOVIET + L’ELETTRICITA’ è uno spettacolo ideato e diretto da Massimo Zamboni dedicato al centenario della rivoluzione bolscevica del novembre 1917. Un comizio musicale che attingendo al linguaggio, alle parole d’ordine e ai simboli del socialismo reale, evoca il mito infranto della rivoluzione: della rivolta degli oppressi, del potere agli operai e ai contadini, della società senza classi e senza sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Quel mutamento epocale che riuscì a creare un immaginario collettivo per gli oppressi di tutto il mondo; il grande sogno che fece credere alla possibilità dell’uomo nuovo. Nel secolo odierno quelle passioni accese dalla rivoluzione d’Ottobre sono incagliate nei libri di storia, e forse l’unico modo sensato di riparlare oggi di CCCP, di ricordare la presa del Palazzo d’Inverno, è tornare a dar vita alle parole di allora, scontrandole con quelle dell’oggi, elaborandole in un testo drammaturgico moderno che non teme l’enfasi, l’utopia, ma nemmeno la disperazione.

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Gabbiano pensante

Posted in nigrologia with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 1 aprile 2017 by Michele Nigro

6 aprile 1989

“Il primo volo”

Un giorno per istinto un gabbiano ci provò

ma dall’alta scogliera una caduta pigliò:

si sentiva sicuro

il suo becco era duro

eppure qualcosa lo tradì

e rassegnato disse: “riproverò venerdì!”

Era un giorno di tempesta

ed il mare era in festa;

ecco che il gabbiano deluso

ancora una volta si ruppe il muso.

“Accidenti!” pensò l’uccello

“io questo mondo lo facevo più bello”

e tutto insicuro se ne tornò nel nido

gridando al vento: “di questo mare io non mi fido!”

Eppure il povero gabbiano inesperto

non aveva capito che il mare era lì per lui, certo.

Quante apparenze l’avevan fatto gonfiare,

ma è bastato un insuccesso per non farlo più volare.

Il vento dei libri non l’aiutava più:

lui cercava, scrutava, leggeva, ma il morale era giù.

Nel suo nido non trovava pace

e si ripeteva: “io non sono capace!”

Eppure il mare era lì, pronto a istruirlo

dalle alte scogliere fino in cielo a issarlo.

Allora tutti pensarono che il gabbiano era fesso

e che non sapeva combattere contro se stesso.

La comunità dei vecchi gabbiani decise:

“questo uccello la propria volontà uccise,

buttiamolo fuori dalla comunità adesso

forse imparerà la strada egli stesso!”

Ma un gabbiano più saggio disse:

“voi conoscete la storia di Ulisse?”

e tutti gli altri lo guardarono con le teste fisse.

“Da un’isola chiamata Itaca un giorno

Ulisse intraprese un viaggio che sembrò senza ritorno.

Il suo cuore era entusiasta

e diceva sempre: “si parte e basta!”

Nessuno lo poté fermare a terra

nemmeno la donna per cui avrebbe mosso guerra.

Era impaziente di obbedire e partire

aveva voglia di combattere e scoprire,

ma ahimè per vent’anni non trovò la via

ed il ritorno a casa diventò un’utopia.

Quindi, amici miei, come potete condannare

un giovane gabbiano che non ha trovato la via per volare?

Ulisse impiegò vent’anni e alla fine tornò

questa penna acerba in venti secondi a spiccare ci provò.

Allora, saggi gabbiani, perché non aspettiamo

e della storia di Ulisse ci ricordiamo?”

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Vinicio Capossela nel paese dei coppoloni

Posted in nigrologia with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 21 gennaio 2016 by Michele Nigro

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Lo so, ora siete tutti presi dal successo ai botteghini del film di Checco Zalone e vi starete ancora piegando dalle risate per le sarcastiche sferzate che il geniale comico barese ha inflitto alle italiche debolezze, ma desidero tentare ugualmente di buttare giù alcune considerazioni riguardanti una pellicola che certamente non avrà le fortune economiche di Zalone (e come potrebbe in soli due giorni di programmazione nelle sale?) e che merita un altro tipo di analisi e di apprezzamento. E nel farlo contrapporrò alla domanda “Quo vado?” formulata da Checco Zalone, scimmiottando il titolo di un famosissimo kolossal del ’51, un’altra ben più consistente e profonda che Vinicio Capossela porge insistentemente a se stesso e agli spettatori nel corso del suo film intitolato “Vinicio Capossela – Nel paese dei coppoloni” (e ispirato al romanzo – “Il paese dei coppoloni” – scritto dall’artista di origine irpina): <<Chi siete? A chi appartenete? Cosa andate cercando?>>. Una serie di domande che non hanno un tono severo come quelle rivolte dal doganiere ai poveri Benigni e Troisi nel film “Non ci resta che piangere”, ma posseggono la delicatezza di chi semplicemente desidera riscoprire le proprie radici, e l’urgenza “filosofica” di chi vuole dare un senso meno superficiale al proprio esistere. Le risposte a questo trittico di domande saranno di volta in volta diverse per ognuno di noi: per Capossela, cantautore e musicista polistrumentista, una sarà <<vado cercando musiche e musicanti per le terre dei padri…>>, anche se indipendentemente dal tipo di risposta (e di interessi culturali ed esistenziali), si scorgerà una radice comune a motivare la ricerca: il bisogno di raggiungere gli archetipi del nostro esistere. E per farlo occorre ritornare alle origini, incontrare personaggi e visitare luoghi, ascoltare racconti, confrontarsi con simboli primordiali, riscoprire oggetti arcaici dimenticati e seppelliti dalla grande storia; riappropriarsi della tradizione non per rimanerne prigionieri ma per comprendere meglio il proprio cammino, giustificarlo nel tempo presente.

Vinicio Capossela compie questa operazione con stupore fanciullesco, assecondando una certa predisposizione al meraviglioso, immerso in quell’atmosfera onirica appartenente da sempre al “personaggio Capossela” e che già caratterizza le sue opere musicali, ma anche con la consapevolezza di chi sa perfettamente cosa cercare e dove: di tanto in tanto, tra un capitolo e l’altro del film, immerge fogli scritti nell’acqua o li getta nel fuoco, come a voler riconsegnare un significato al significante, come a voler dire che le storie raccolte e raccontate appartengono prima di tutto agli elementi, alla natura, e in secondo luogo alla parola e all’uomo che è di passaggio. Gli archetipi sono eterni: l’uomo li fa propri per il tempo che gli è concesso vivere, per poi restituirli al legittimo proprietario, a madre natura che li conserva ed elargisce a chi sa leggerli.

<<A chi appartenete?>>, perché noi non siamo liberi ma siamo legati – apparteniamo, appunto – a una storia, un territorio, un popolo, una famiglia, una tradizione. Possiamo nascere in Germania, come è capitato a Vinicio Capossela; possiamo allontanarci dall’appartenenza assecondando percorsi controculturali o per altre esigenze pratiche, ma alla fine dobbiamo dare ascolto a quei richiami ancestrali che fanno vibrare la nostra intimità genealogica. La mitologia paesana, tra un aneddoto e un canto antico, è il patrimonio ereditato da chi comincia questo viaggio: un viaggio a ritroso nel tempo “non tanto per conoscere, quanto per ri-conoscere e quindi riconoscersi”; lo stesso Capossela definisce il romanzo da cui è tratto il film come un romanzo picaresco, “un libro di cammino”: lungo la strada il viandante legge i segni abbandonati, arrugginiti, appartenenti a un insegnamento non scritto ma tramandato per altre vie, ausculta gli oggetti che hanno ancora tante storie da raccontare. Anche la descrizione di un matrimonio d’altri tempi o di un piatto da cucinare contiene istruzioni provenienti da epoche lontanissime e sagge. Il messaggio è nelle cose, nelle forme che la natura offre al viandante, nella musica ottenuta con strumenti arcaici… A confortare questa teoria c’è un punto nel film in cui Capossela afferma che il sacro ha abbandonato i luoghi deputati alla sacralità, ovvero le chiese: da lì se l’è svignata; il sacro si è trasferito in luoghi e oggetti prosaici, perché come dice lo stesso Capossela l’obiettivo (del libro e del film) è quello di far prevalere la verità dell’immaginazione sulla menzogna della realtà. Solo chi usa la propria immaginazione può cogliere la bellezza e il sacro lì dove gli altri non andrebbero mai a cercarli. E infatti grida Capossela in una scena del film, mentre cavalca una trebbiatrice volante: “Al Padreterno le cose inutili gli sono sempre venute bene!”

HOBBITON XXII – I REGNI DEL SUD

Posted in nigrologia with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 31 agosto 2015 by Michele Nigro

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PROGRAMMA PRINCIPALE “HOBBITON XXII – I REGNI DEL SUD”

Castello di Trani

SABATO 12 SETTEMBRE

9:30 Apertura al pubblico
10:00 salone Federico II – Presentazione della “Hobbiton XXII – I Regni del Sud” con il presidente della Società Tolkieniana Italiana Domenico Dimichino, l’organizzatrice e giornalista Ida Vinella, il presidente del Cda di Nova Apulia scarl Tommaso Morciano, l’artista Emanuele Manfredi, autorità istituzionali
11:00 salone Federico II – Lezione di lingua elfica a cura di Gianluca Comastri
12:00 salone Federico II – Conferenza “Mythos Larp, gli Antichi miti da vivere nel gioco”, presentazione con Gilbert Gallo e Giovanni Tortora della nuova trasposizione del Gioco di Ruolo da Tavolo, tradotto nel mondo in 7 lingue, in un gioco di Ruolo dal Vivo tutto made in Puglia
11:00 – 13:00 cortile d’ingresso – Trucchi a tema fantasy per bambini a cura della compagnia teatrale “Fatti di Sogni”
PAUSA
16:00 salone Federico II – Cosplay Challenge, gara aperta a tutti I cosplayer con premiazione finale
18:00 salone Federico II – “Immaginare il fantasy”, conferenza con Loredana La Puma (autrice della Saga dell’Averon), Daniele Milano (autore di “Il leone e la terra ribelle”), Federica Roppo e Giovanni Tricase (vincitori del concorso letterario Zak Elliot). Modera Vincenzo Membola, redattore TraniViva
18:30 esterno castello – Sfilata in cosplay “Il Signore degli Anelli vs. Trono di Spade”
20:00 salone Federico II – “Melodie dalla Terra di Mezzo” intermezzo musicale per voce e chitarra a cura del gruppo TerraDiMezzo. Presenta Michele Chiego.
21:15 salone Federico II – “I Saloni del Fuoco”, reading con canti e danze a cura della compagnia teatrale “Fatti di Sogni”
23:00 Chiusura
Tutta la giornata – Salone Manfredi e Saletta dei Pavoni – Visita libera all’esposizione artistica “Draghi e anelli magici” di Emanuele Manfredi e all’esposizione degli abiti fatti a mano da Veronica Stima e dei diorami della Terra di Mezzo

DOMENICA 13 SETTEMBRE

9:30 Apertura al pubblico
10:00 salone Federico II – Conferenza “Larp come gioco di Identità Ideali”, con presentazione della ricerca accademica in ambito Psicologico presentata dalla prof.ssa Luciana Picucci e dal Dott. Giovanni Tortora
10.45 salone Federico II – Lezione di lingua elfica a cura di Gianluca Comastri
11:30 salone Federico II – “Il magico mondo di Tolkien: mitologie e ispirazioni a confronto”, dibattito con Manlio Triggiani (giornalista), Gianfranco De Turris (giornalista), Luigi Pruneti (scrittore), Donato Altomare (scrittore). Modera Michele De Feudis.
11:00 cortile d’ingresso – Trucchi a tema fantasy per bambini a cura della compagnia teatrale “Fatti di Sogni”
11:00 torre maestra – “Fuggite, sciocchi!”, escape room a tema (ingresso su prenotazione)
PAUSA
15:00 torre maestra – “Fuggite, sciocchi!”, escape room a tema (ingresso su prenotazione)
15:00 salone Federico II – “Andata e Ritorno: dalla mitologia classica al mito di Tolkien”, conferenza a cura di Vittorio Grimaldi
16:00 salone Federico II – “Fenomenologia del Cosplay”, presentazione a cura di Ida Vinella
17:00 18:30 salone Federico II – “Mellon Pursuit” quiz con premiazione a cura delle associazioni MelaEnne e Club del Libro
19:00 salone Federico II – “I Saloni del Fuoco” (replica), reading con canti e danze a cura della compagnia teatrale “Fatti di Sogni”
20:00 salone Federico II – Presentazione del calendario 2016 della Società Tolkieniana Italiana, con Emanuele Manfredi che presenterà il suo testo “Draghi e anelli magici”. Modera Alessandro Stanchi, Consigliere della Società Tolkieniana Italiana.
21:00 Chiusura
Tutta la giornata – Salone Manfredi e Saletta dei Pavoni – Visita libera all’esposizione artistica “Draghi e anelli magici” di Emanuele Manfredi e all’esposizione degli abiti fatti a mano da Veronica Stima e dei diorami della Terra di Mezzo

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Del non viaggiare intelligente

Posted in nigrologia with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 3 agosto 2014 by Michele Nigro

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Non visitare luoghi idealizzati

amati solo nella mente, ricreati dall’egoismo.

Viaggiando speranzoso in essi

smetterai di amarli lungo il cammino

ti diventeranno indifferenti

a volte li odierai, deluso.

In altre occasioni, forse,

il tuo occhio interiore avrà ragione

e troverai frammenti casuali di te

lasciati sui marciapiedi della storia.

Il mito si nutre

dell’immobile assenza

di corpi stanchi alla partenza

spiaggiati sulla confortante fantasia

del non raggiunto.

L’ossessione coltivata per cultura o moda capricciosa

richiama il viaggiatore

ingannandolo o premiando la sua visione.

Spostarsi seguendo il volere delle viscere, di tanto in tanto.

Diventi bussola archetipica dell’inconscio

percorrendo d’istinto spazi non meditati.

«Difendere la Terra di Mezzo». Il libro di Wu Ming 4 su Tolkien

Posted in nigrologia with tags , , , , , , , , on 12 settembre 2013 by Michele Nigro

«Difendere la Terra di Mezzo». Il libro di Wu Ming 4 su #Tolkien uscirà in autunno

Leggo su Giap (il blog di Wu Ming) e con piacere diffondo la notizia…

Si intitolerà Difendere la Terra di Mezzo e uscirà per i tipi della casa editrice bolognese Odoya, in autunno. E’ un libro che fa tesoro del lavoro e del dibattito prodotto su Giap nel corso degli ultimi tre anni. Wu Ming 4 ha raccolto i suoi scritti su Tolkien pubblicati sul blog, li ha rielaborati, allungati, rivisti, e ne ha aggiunti altri completamente nuovi. Ne è uscito un saggio diviso in due parti: la prima riguarda il fenomeno letterario; la seconda tratta invece la poetica di Tolkien, entrando nel merito dei testi, con particolare attenzione per gli Hobbit (ma non solo).

Possiamo già anticipare che non si tratta di un libro per specialisti, bensì di un testo divulgativo, che si propone di fare un buon servizio al lavoro dei più ferrati studiosi anglosassoni e italiani, cercando comunque il confronto diretto con le pagine tolkieniane.

In anteprima ecco l’Indice del volume:

PREMESSA: dove il sole non tramonta mai

PRIMA PARTE: Spettri di Tolkien

– Cap. I. Nascita e destino di un fenomeno letterario (1937-1973).

– Cap. II. L’eredità impossibile: Tolkien dopo Tolkien.

– Cap. III. Il grande gioco, il mito, il linguaggio: una teoria non letteraria della letteratura.

INTERMEZZO: Made in Italy

– Cap. IV. Tradizioni, traduzioni e tradimenti: i simbolisti all’opera.

SECONDA PARTE: Le pagine e il paesaggio

– Cap. V. Hobbit e habitat: il giardiniere costante.

– Cap. VI. Hobbit ed ethos: il perfetto gentilhobbit.

– Cap. VII. Un dialogo nel Riddermark: mitopoiesi, etica, rinnovamento.

POST SCRIPTUM: lacrime e sorrisi

FONTE DELLA NOTIZIA: «Difendere la Terra di Mezzo». Il libro di Wu Ming 4 su Tolkien uscirà  in autunno.

L’angolo

Posted in nigrologia with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 4 settembre 2013 by Michele Nigro

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L’angolo

 

Sbattuto nella tempesta

come legno umano

che solca i mari della vita

tra mille affanni

non dimenticare di coltivarti!

Scoprirsi e amarsi

nel luogo in cui sei vero, nudo

e silenzioso volare alto

assaporando il vuoto sensato.

Fatiche e inganni

tensioni e giochi di potere

burocrazia esistenziale.

Solo quando emigri nell’angolo

ritorni all’origine che fortifica

al mito incorruttibile

lasciandoti alle spalle

fallimenti e sconfitte.

Seduto nell’angolo

contemplo la mia precarietà

protetto da un cielo stellato

avvolto nel ricordo senza tempo.

Elogio della fuga,

alibi per la mente,

dolce terra promessa,

bugia veniale,

cambio di prospettiva,

interlinea dell’anima.

La pausa dal vortice

ha un indirizzo conosciuto,

ingoio veleno e sgambetti

ma non nell’angolo

non lì, dove i morti si affiancano ai vivi,

dove tutto è ideale e perfetto

e la mancanza di futuro

non incide sull’io sempreverde.

Lì dove immobile visito l’universo

azzerando pensieri e sudore.

In attesa, ormai salvo,

della prossima tempesta.

Emma Saponaro

"Cancella spesso, se vuoi scrivere cose che siano degne d'essere lette." (Orazio)

il giardino dei poeti

la poesia è la fioritura del pensiero - il miosotide non fa ombra alla rosa, ciascuno la sua bellezza

Pomeriggi perduti

quasi un litblog di Michele Nigro

Mille Splendidi Libri e non solo

"Un libro deve essere un'ascia per il mare ghiacciato che è dentro di noi"

Poetarum Silva

- Nie wieder Zensur in der Kunst -

Leggo e cammino

Amo leggere, amo camminare e amo fare le due cose insieme (non è così difficile come sembra)

Maria Pina Ciancio

Quaderno di poesia on-line

LucaniArt Magazine

Riflessioni. Incontri. Contaminazioni.

Fantascritture - blog di fantascienza, fantasy, horror e weird di gian filippo pizzo

fantascienza e fantastico nei libri e nei film (ma anche altro)

Le parole e le cose²

Letteratura e realtà

L'Ombra delle Parole Rivista Letteraria Internazionale

L'uomo abita l'ombra delle parole, la giostra dell'ombra delle parole. Un "animale metafisico" lo ha definito Albert Caraco: un ente che dà luce al mondo attraverso le parole. Tra la parola e la luce cade l'ombra che le permette di splendere. Il Logos, infatti, è la struttura fondamentale, la lente di ingrandimento con la quale l'uomo legge l'universo.

internopoesia.com/

Il blog di Interno Poesia

Iannozzi Giuseppe - scrittore e giornalista

Iannozzi Giuseppe aka King Lear -scrittore, giornalista, critico letterario - blog ufficiale

Emanuele-Marcuccio's Blog

Ogni poesia nasce dalla meraviglia...

DEDALUS: corsi, testi e contesti di volo letterario

Appunti e progetti, tra mura e spazi liberi

i sensi della poesia

e in pasto diedi parole e carne

La Camera Scura - il blog di Vincenzo Barone Lumaga

Parole, storie, pensieri, incubi e deliri

La Mia Babele

Disorientarsi..per Ritrovarsi

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