Altre due “puntate” (qui e qui e ovviamente su Ebook Italia qui e qui) dell’intervista di Anna Maria Di Pietro al sottoscritto, pubblicata da Sara Lettrice su Instagram (i_libri_salvano)… Buona lettura!
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Il viaggio, tra localismo ed esotismo
Posted in nigrologia with tags abitudine, analogie, antico, appartenenza, archeologia, avventura, casa, comportamento, conoscenza, consapevolezza, cultura, distanza, diversità, equilibrio, esotico, esotismo, esperienza, esplorazione spaziale, filosofia, geografia, globalizzazione, inner space, internazionale, internet, libertà, lontananza, luogo, mondo, movimento, nazionalismo, omologazione, Palermo, partenza, passato, provincialismo, psicologia, ricerca, sapienza, scoperta, società, storia, tempo, turismo, viaggiatore, viaggio, visione, web, zona on 1 Maggio 2017 by Michele Nigro♦
versione pdf: Il viaggio, tra localismo ed esotismo
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Intorno al viaggiare vi è in atto da tempo una guerra non dichiarata: quella tra visione localistica ed esotica del movimento conoscitivo compiuto dal viaggiatore. I localisti, cugini non troppo lontani dei selecercatisti, tendono a concentrarsi solo ed esclusivamente sulle bellezze locali, a frequentare luoghi dove non è richiesto alcuno sforzo linguistico per farsi comprendere dalle popolazioni “indigene”, a sviluppare in maniera anacronistica lo slogan di fascistissima memoria “Preferite il prodotto italiano” anche in ambito turistico. Gli esotisti, dal canto loro, prediligono una fuga dalla realtà, una letteratura d’evasione in movimento, sono affetti da un’esterofilia curata male e che ha origini antiche: la frammentazione linguistica pre- (e direi anche post-) unitaria; la disomogeneità geopolitica che ha reso difficile la vita ai “fratelli d’Italia”; i tanti, troppi secoli vissuti in qualità di colonizzati da chiunque si trovasse a passare per la penisola. Nonostante il tricolore calcistico, estero è bello, estero è meglio: ancora una volta siam pronti alla morte culturale e identitaria.
L’ideale, come sappiamo, sta nel mezzo: occorrerebbe un approccio anarco-individualista per liberarsi dalle catene delle due fazioni. Non appartenere a nessun luogo ma essere ovunque, e al contempo abitare il tutto senza trascurare il particolare, conoscere il locale e il lontano da noi, apprendere “La distinzione / e la lontananza” (cit.), integrarli in un discorso sapienziale a chilometro zero. Evitare il viaggio vissuto come mero spostamento fisico, ma al tempo stesso non trincerarsi dietro a pigrizie culturali anchilosanti. Non concentrarsi né sul dito, né sulla Luna, ma sul gioco di sovrapposizione tra oggetti distanti che mai s’incontreranno, se non nell’immaginazione di chi crea analogie. E si scorge in questa pratica un profondo senso di libertà: l’unica possibile, in grado di sconfiggere la nostra limitatezza, il nostro essere finiti in quanto umani e confinati in un arco temporale insignificante.
Perché vi può essere tanto esotismo anche nelle cose locali, si può andare lontano restando in zona, così come ci può capitare di recuperare il nostro senso di appartenenza viaggiando in luoghi impensati, proprio mentre cerchiamo di dimenticare il punto di partenza e la nostra quotidianità. La filosofia low cost del facile spostamento ha azzerato la lentezza dell’avvicinamento, un tempo prerogativa di camminatori, naviganti e pensatori perdigiorno. Il web, la rete, non ha unito il mondo, lo ha solo omologato e reso l’ingresso a stanze lontane più rapido e facile. Ed è una grande comodità tutto questo! Nulla da eccepire… Le parti che compongono il mondo fisico e quello conoscitivo sono già in connessione da secoli, ma lo abbiamo dimenticato perché nel frattempo la conoscenza analogica è stata sostituita da quella digitale, più veloce ed efficace, che ha appiattito o sotterrato certi percorsi umani divenuti pura archeologia. La rete ha incentivato l’esotismo sì, ma quello errato: ci si illude di essere andati fuori ma in realtà siamo rimasti fermi nella casella iniziale del gioco, perché certe scoperte si compiono sulle lunghe distanze, quelle vere, e a distanza di tempo. Solo in fase di ritorno, come accade in vecchiaia dopo una vita di strade battute, ritornando a essere localisti senza perdere gli odori del mondo acquisiti nel corso di numerosi viaggi, si realizza il confronto che istruisce. Lo sguardo di un localista che è stato esotista e ha viaggiato con saggezza, sarà sempre più ampio e ricco della visione limitata di chi si rinchiude nella roccaforte della valorizzazione dei prodotti tipici locali.
Aperto di notte (Nattåpent), di Rolf Jacobsen
Posted in nigrologia with tags ecologia, energia, evoluzione, geografia, inner space, interiorità, involuzione, libertà, lotta, metrica, modernismo, modernità, natura, nazismo, omologazione, pessimismo, poesia, poeta, poetica, primordiale, progresso, proteste, raccolta, recensione, rivoluzione, scientismo, silenzio, società, solitudine, sviluppo, tecnologia, territorio, traduzione, umanità, velocità on 11 gennaio 2017 by Michele NigroPotremmo definire Rolf Jacobsen come “poeta ecologista”? Sì, ma sarebbe una definizione limitante. La sua critica nei confronti della moderna cultura tecnologica rappresenta solo l’aspetto socio-politico e culturale di una “protesta” che punta il dito verso un’involuzione di pensiero dell’umanità, causa di una perdita di valori scambiata per progresso. Scrivono nell’Introduzione all’edizione di LucidaMente (inEdition) di Nattåpent i traduttori Randi Langen Moen e Christer Arkefors: “Apparentemente canta l’evoluzione tecnologica, le costruzioni moderne, ma più che altro immette queste cose nuove nella sua immagine globale del mondo […] e cerca in esse bellezze e poesia tutt’altro che evidenti. Non è un segno di compiacenza da parte del Poeta ma l’espressione di una profonda paura nel suo animo: dove ci sta portando la tecnologia?” Solo una poetica del mondo potrà salvarci: nonostante le tante brutture concepite in nome di un necessario sviluppo, il Poeta c’invita con insistenza a cercare e a cercare ancora il vero senso e la vera bellezza di questo pianeta trascurato dai suoi stessi abitanti. Jacobsen diventa così poeta geografo e utilizza i luoghi del pianeta come se fossero i tratti somatici di un essere vivente, i suoi monti, le sue valli e le pianure, le ore di luce e di buio, come elementi esistenziali; perché – sempre dall’Introduzione – “… i due mondi che Jacobsen esplora [sono] quello esterno del pianeta Terra e quello interiore dell’uomo”.
Alla sua visione ottimistica del mondo, che in alcuni componimenti sembrerebbe assumere un respiro whitmaniano, all’entusiasmo nel farne parte e alla voglia di conoscerlo, alterna una certa prudenza critica nei confronti dell’evoluzione umana in chiave tecnocratica, come nella poesia O.K. – O.K.: “Ma la svolta seguente del nostro cammin / mi ha reso più pensieroso. Visto dal cielo tutto diventa piccolo / e un po’ spregevole.” E in Mai prima, riprendendo il tema dei rumori che permeano la nostra quotidianità (già affrontato in Jam – Jam) e che rappresentano un’occasione di fuga dalla sensazione di angoscia dell’uomo moderno: “Mai prima / si son dovute gridare le parole così forte / […] per far scomparire i pensieri e renderci innocui.”
Il Poeta non è critico a prescindere nei confronti della tecnologia: sono le modalità d’utilizzo e gli scopi reconditi a generare in lui una forte perplessità. Unica soluzione è continuare a decantare le bellezze del creato e i suoi lenti processi naturali da contrapporre alle moderne ed esasperanti velocità umane (Coralli); descrivere l’unicità dei paesaggi norvegesi (Nord); combattere l’omologazione e la solitudine nella moltitudine: “No, non fermate le proteste, / la forza di volontà oppure la rabbia. / Ma fate qualcosa contro la solitudine, / il gelo e la noia nel cuore” (Pressione assiale – insufficienza cardiaca).
E Rolf Jacobsen riuscì ad andare controcorrente prima di tutto con il suo modo unico di fare poesia; ancora dall’Introduzione: “Tralasciando la metrica tradizionale, Jacobsen riesce a trovare lirica nel bitume della città, nei binari della ferrovia.” E in seguito: “Rolf Jacobsen rappresenta il modernismo scandinavo, in cui una caratteristica fondamentale è la libera forma poetica dal punto di vista della metrica.”
Sebbene impegnato “sul campo” – le poesie Mai prima e Ascolta, piccolo mio scritte rispettivamente per la protesta degli artisti del 1984 e per il referendum nucleare in Svezia nel 1980 – Jacobsen non dimentica mai di coltivare la propria interiorità, di combattere per se stesso, per difendere quei valori vissuti in prima persona e minacciati dalla modernità, per riscoprire la naturalità e le peculiarità della propria terra (Jacobsen “bioregionalista scandinavo” come il poeta americano James Koller?); perché come scrive nella poesia Il paese diverso: “I tempi sono cattivi, la quotidianità vuole il suo tra-tran. / Strade affollate, sudare sangue, assilli.”
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Corri ragazzo, corri!
Posted in nigrologia with tags anticonformismo, cambiamento, consumismo, controcorrente, cultura, decostruzione, diversità, dogma, dubbio, emozione, esistenza, esistenzialismo, eversivo, evoluzione, fede, ideologia, indipendenza, individualismo, individualità, individuo, interiorità, legge, lentezza, libero arbitrio, libertà, movimento, nevrosi, omologazione, pensiero, poesia, progresso, psicologia, relativismo, religione, riflessione, ritmo, rivoluzione, sentimento, silenzio, sistema, società, sospensione del giudizio, sperimentalismo, tempo, usi e costumi, vita, web poet, web poetry on 3 aprile 2015 by Michele Nigro(Elogio della velocità mimetica)
Non stare troppo a lungo in un parcheggio, da solo
esitando con le chiavi in mano,
indeciso se partire incurante dei dettagli
o riflettere su quell’insolito ciuffo di erba fresca
calpestato da ruote impegnate
sopravvissuto al cemento e all’asfalto del progresso
isola spontanea di lenta e silenziosa tenerezza
interrotta dai sibili di veicoli in gara
su una vicina autostrada
i passanti potrebbero pensare
alla pausa pensierosa e serena
che precede un suicidio metropolitano,
cronaca al tramonto.
Non essere indeciso sull’amore e le sue gioie
aspettando di vedere all’orizzonte degli anni uguali
una figura significativa
che aggiunga sale ai tuoi giorni
potrebbero sospettare indicibili mali,
poeticherie
deviazioni dalla natura, disinteressi carnali,
anaffettività
perversioni filosofiche di una mente non conforme
lontana dalla media aritmetica del buonsenso.
Non smettere di sorridere e agitarti
durante i sabati programmati
dai signori del divertimento
qualcuno potrebbe intravedere
un’inopportuna infelicità da panchina
tra le luci spensierate del consumo.
Non dimenticare di pregare e incensare
le reliquie danarose dei potenti
e le statue sanguinolente del culto nazionale
portate in catartiche processioni per simulare
storie millenarie di provvidenza
che fanno bene a cuori incapaci di vivere
la folla potrebbe pensare che hai voglia di esistere
di provare sulla tua pelle sensazioni non scritte
classificarle senza bisogno di una guida
di camminare lungo la strada di una legge interiore.
Corri, partecipa senza dubitare
e muoviti insieme agli altri
vota e fai votare, sii utile allo sviluppo
non perdere tempo
e non fermarti mai, credendo di fare la differenza!
Corri ragazzo, corri!
alla stessa velocità del mondo.
Mimetizzati
e lascia le pause agli indecisi pensanti,
perché fino a quando correrai
nessuno si accorgerà di te.
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Fuga in avanti
Posted in nigrologia with tags accelerazionismo, alienazione, assertività, cambiamento, controcorrente, controllo, esistenza, evoluzione, forza, fuga, futuro, interiore, interiorità, liberazione, libertà, lotta, mutazione genetica, natura umana, omologazione, parole, passato, poesia, psicologia, qualità della vita, resistenza, ricerca, rivoluzione, sopravvivenza, spazio, sperimentazione, tempo, viaggio, vita, vite parallele, web poetry on 31 marzo 2015 by Michele NigroSpostarsi in avanti con il corpo
a seguire una mente già libera
in viaggio da secoli
attraverso spazio e tempo.
Figure care e pesanti mi rallentano, parole inutili,
schemi abituali, gesti prigionieri di un déjà vu
abbandonati con naturalezza
lungo la strada, per sopravvivere.
Il desiderio di diventare sordo all’oggi
estremo atto liberatorio,
l’onda d’urto dell’insoddisfazione
proietta vestigia ancora calde
verso probabili futuri.
Dietro di te involucri
di esistenze pregresse
come conchiglie frantumate
su spiagge interiori.
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Assertiveness
Posted in nigrologia with tags assertività, atarassia, cambiamento, comunicazione, consapevolezza, esperienza, evoluzione, fortezza, forza, ideale, indipendenza, individualismo, individualità, individuo, inner space, liberazione, libertà, omologazione, personalità, poesia, potere, psicologia, società, sospensione del giudizio, spazio, web poetry on 27 marzo 2014 by Michele NigroUn colorato e gentile muro di gomma
il mio destino nel mondo,
da oggetto orbitante e in attesa di ordini
divento affermato asse terrestre di me stesso.
Con un sorriso declino l’invito ad allinearmi
diplomazia delle idee non seguita da consensi passivi
uscendo non sbatto porte, non urlo
e non scuoto la polvere dai sandali
archivio tutto in me, ne faccio tesoro distinguendo
il mio bene dal vostro dogma.
Il fuoco delle esperienze personali
scalda un cuore ancora acerbo
e destinato a divenire libero.
Conosco il mio sentiero indipendente
l’ho immaginato mille volte,
non rinuncio al mio angolo di futuro
proietto sullo schermo dell’arbitrio
la passione per me stesso.
Ed è così che allontano i maestri della domenica
e i profeti non vedenti.
Sto bene in mia compagnia, mi coltivo
guardiano dei miei spazi e dei pensieri
non più cercatore ma cercato.
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La scatola di Skinner
Posted in nigrologia with tags anarchia, appartenenza, caso, consapevolezza, consumismo, controcorrente, controcultura, controllo, decostruzione, esperimento, eversivo, evoluzione, gioco, liberazione, libertà, omologazione, poesia, porte della percezione, potere, psicologia, rivoluzione, schema, sistema, società, verità, web poetry on 1 marzo 2014 by Michele Nigro
Soluzioni casuali
rinforzano l’ego fallace
tra i metri quadri di un’invisibile prigionia.
Il desiderio creativo naufraga
su scogli sorridenti di gioie primitive.
Assuefatti a verità controllate
viviamo di riflessi profetizzati
dalle statistiche di sistema.
Topi anarchici e difettosi
interrompono l’esperimento
con cambi repentini di gusto,
l’immaginazione suggerisce ai reclusi
di osservarsi dall’alto.
Nuove speranze evolutive nascono
dalla non partecipazione al gioco.
Sentori
Posted in nigrologia with tags commerciale, commercio, comunicazione, controllo, immagine, influencer, influenzare, libertà, metropoli, neuroscienza, omologazione, poesia, potere, pregiudizio, prodotto, psicologia, pubblicità, scienza, sistema, società on 10 aprile 2012 by Michele NigroPrologo a “Sentori”
Dall’etichetta di un profumo maschile:
“Una profumazione studiata per l’uomo metropolitano.
L’intensità dell’ incenso e del patchouli,
la raffinatezza di legni e muschio:
un mix di energie che riflette la complessità
di una vita moderna e attiva.”
Sentori
Sarà il deriso fiore
bagnato dal pregiudizio
a profumare le insperate notti
delle insoddisfatte mogli
nel tramonto.
Parrà un intriso cuore
d’intrecciato palmizio
per frantumare le errate sorti.
Pelle fredda di latte e germogli
che chiede il conto.
D’efficiente uomo metrò
t’impongono sentori
di ingannevoli studi.
Deprimente luogo retrò
dove sorgono sudori
su spregevoli nudi.
Muschiati legni
d’isterica complessità,
incensi senza chiesa
per cimici vincenti.
Raffinati segni
d’asfittica sensualità,
censi di una scienza arresa.
Energetici escrementi.
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Puoi leggere la versione editata di questa poesia
nella raccolta “Nessuno nasce pulito”
Per non offendere nessuno…
Posted in nigrologia with tags contenuti, controllo, editoria, individualismo, individualità, individuo, La bistecca di Matrix, libertà, libri, omologazione, pensiero, potere, rivoluzione, sistema on 24 ottobre 2011 by Michele Nigro<<La capacità che hanno i libri di registrare in maniera permanente il pensiero dell’uomo, li rende particolarmente pericolosi, soprattutto se le idee in essi contenute vengono trasmesse da generazione in generazione. Perché i libri fanno così paura? Ecco cosa risponde Ray Bradbury: “Perché il pensiero libero fa paura e perché c’è sempre chi vuole decidere per qualcun altro cosa è bene e cosa no. Nel mio libro “Fahrenheit 451” la censura nasce dal desiderio del governo di rendere la gente felice, il capo dei pompieri, Beatty, spiega a Montag che bruciano i libri perché i contenuti di alcuni di essi offendono le minoranze, perché altri causano infelicità. E l’uso del termine “minoranze” non è legato ai temi razziali, ma a tutti. Ognuno di noi è parte di qualche minoranza, per gusti, passioni, professione, o interesse, quindi ognuno di noi può essere “offeso” dal contenuto di un libro. Non crede che sia un tema ancora attuale?”. Quindi per non “offendere” più nessuno sarebbe meglio scegliere la via dell’omogeneità: una via indicata in maniera melliflua da un libero arbitrio falso e ambiguo che come il canto delle sirene di Ulisse c’incatena a bisogni inesistenti inventati dal Sistema.
D’altronde oggi assistiamo a un fenomeno diametralmente opposto a quello descritto da Bradbury: non esistono, per fortuna, pompieri incendiari e “librofobi”, ma siamo affetti da una sorta di “ipervitaminosi libresca” che stordisce il lettore rendendolo anoressico nei confronti dei numerosi cibi cartacei offerti sulla tavola imbandita dagli editori e dagli “autoeditori”…>>
(da “La bistecca di Matrix”, pag. 28-29)
Uniformità
Posted in nigrologia with tags armi di distrazione di massa, controllo, cultura, dittatura, diversità, ideologia, individualismo, La bistecca di Matrix, legge, libertà, libri, omologazione, pensiero, potere, psicologia, regime, sistema, storia, totalitarismo on 23 ottobre 2011 by Michele Nigro<<La storia c’insegna che (cert)i libri sono temuti da chi vorrebbe costruire una società culturalmente omogenea e ottenere un appiattimento ideologico in grado di spianare la strada all’instaurazione di regimi totalitari: il confronto democratico, lo scambio di idee, la libera circolazione di progetti culturali, il pensiero alternativo, la capacità e la libertà di scegliere in base alla propria formazione culturale, il rispetto delle diversità, l’individualismo, sono tutte condizioni legittime che ostacolano, però, il cammino verso l’uniformità. “Non leggete mai qualcuno dei libri che bruciate?” Lui si mise a ridere: “Ma è contro la legge!” L’uomo si adagia, senza porre domande, sul giaciglio preparato dal legislatore.>>
(da “La bistecca di Matrix”, pag. 27-28)
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