Archivio per persone

Mi occupi

Posted in nigrologia with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 24 novembre 2018 by Michele Nigro

Ignara del tuo futuro esserci

e del dolore

nel guardare altrove,

mi occupi,

posare gli occhi

sul volto simile

di chi non sei tu,

per salvarmi dall’oblio,

gesti ripetuti

sulla pelle di domani

crudele riverbero del noi,

mi occupi,

all’orizzonte, forse

nuove terre per la semina,

eppure, mi occupi sovrana

con truppe di ricordi

e presidi

di sguardi mai spenti.

(immagine:

Anouk Aimée e Jean-Louis Trintignant

tratta dal film Un homme et une femme

di Claude Lelouch – 1966)

Ciao!

Posted in nigrologia with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 22 novembre 2018 by Michele Nigro

L’economia sul saluto

spietata e sincera

si dipana tra le strade d’inverno,

slalom tra volti del passato

guardando altrove

verso nuove speranze

lontano dal nostro vissuto

non mi fermi

non ti fermo

non ci fermiamo a divagare

risparmio energie per spiegare

e avere ragione con ritardo.

Sono il presente

solo il presente

sono il presente – mi ripeto – che

sarà il passato di domani.

 

Alcune considerazioni su “1978 – 2018: comunicato n.7”

Posted in nigrologia with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 22 agosto 2018 by Michele Nigro

Ricevo e con piacere condivido alcune considerazioni elaborate a caldo dall’amico scrittore Carmine Senatore (che dal 1978 in poi, dopo che mi trasferii con la famiglia da Pompei a Battipaglia, fu mio maestro presso le scuole elementari statali “E. De Amicis”) e seguite alla lettura del mio racconto semi-autobiografico “1978 – 2018: comunicato n.7” . Stavolta non è l’insegnante che legge e valuta il “tema” del proprio alunno, ma è l’uomo che a distanza di quarant’anni, attraverso il mio scritto, – proprio come è accaduto a me scrivendolo – rivaluta seppur brevemente un’epoca storica, le sue vicende, i personaggi, il proprio vissuto personale anche dal punto di vista politico. Grazie Carmine per questa tua nota! Michele.

Una disamina attenta e lucida dei fatti del 1978. La cattura di Aldo Moro, conclusasi con la sua morte, l’uccisione degli uomini della sua scorta (tra i quali anche un Ricci), le Brigate Rosse e i loro comunicati, si inseriscono nelle vicende personali di un uomo “sconosciuto”, la sua tragica fine dopo la malattia, dopo le speranze e il sogno di diventare poliziotto e allontanarsi dal suo paese, da una vita difficile e forse senza futuro. Il cancro e infine la morte. Clamore per la morte dello statista e silenzio per quella di un uomo qualsiasi, che lasciava la moglie e tre bambini piccoli. Stessa situazione personale… ma quanta diversità nell’opinione pubblica.

Analisi e giustificazioni delle Brigate Rosse per il rapimento e l’assassinio di Moro, la nascita del compromesso storico, la fermezza nella trattativa per liberarlo. Quanti democristiani, quante forze oscure, interne e internazionali, furono contrari alla sua liberazione. Pagine ancora buie, fitte di mistero e che lasciano un’ombra profonda sui fatti di allora.

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Esortazione autoptica

Posted in nigrologia with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 20 novembre 2017 by Michele Nigro

Morirete, un giorno

e non avranno capito nulla

del vostro passaggio su questa terra.

Così come loro stessi del proprio:

l’ignoranza esistenziale è democratica.

Quelli che oggi presumono

senza comprendere

forse moriranno dopo di voi

o insieme a voi. O prima, peccato:

non assisteranno alla fine

dello spettacolo allestito

dall’infinito per divertire il divino

che tutto sa.

Restate in vita, dunque

abbiate fede pur nella finitezza che v’opprime

stringete i denti e la carne alle ossa

tenete duro nonostante il buio,

sopravvivete a voi stessi

e alla stupidità, per i restanti anni.

Partecipate all’equivoco, giocateci

non disperate come piace al nemico

rendete difficile il cammino

alle voci di un corridoio post mortem,

smentitele dal vivo con l’esempio

e non solo a parole

lasciatele morire sotto i colpi del tempo

che tutto guarisce e risolve,

seppellite i detrattori ma senza gioire

perché tutti siamo detrattori di qualcun’altro,

siate l’autopsia di voi stessi

non affidatela ad altri, a frettolosi

anatomopatologi dell’anima

e preparate una fossa profonda

in cui far riposare le persone superficiali

che oggi decantano, non autorizzate

le gesta sminuite o esaltate

di esistenze che non gli appartengono.

Dopo gli errori insiti nell’essere umani

c’è bisogno di fatti salvifici, cercati o fortuiti

prima dei puntuali conti presentati lì

dove l’imbuto di Kronos si restringe intorno al collo.

Sarà meglio morire vecchi e nella verità

che giovani e tumulati dalla menzogna.

Quando il vento dell’anima

abbandonerà i vostri corpi, che non saranno più vostri

ma della terra,

nulla potrà essere aggiustato.

(immagine:

“¡Y tenía corazón! / Anatomía del corazón / La autopsia”

quadro di Enrique Simonet – 1890)

Quando di buia notte…

Posted in nigrologia with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 13 novembre 2017 by Michele Nigro

Quando di buia notte l’alma tace

nel sonno mi fan visita i volti

di chi nel silenzio è più loquace

estinti amici siete già molti.

 

Morte o torto fece di voi brace

sospesi passi ormai irrisolti

ritorna lieve un suon di pace

parole vino sorrisi incolti.

 

Più docile è la vita in sogno

dove regna saggia ogni speranza

serenità prima del triste legno.

Finita nel sole è l’innocenza

d’orgoglio l’occhio vigile è pregno

non cerca come da chiuso l’essenza.

(immagine di Robert ParkeHarrison)

Echoes

Posted in nigrologia with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 22 agosto 2017 by Michele Nigro

“The echo of a distant time
Comes willowing across the sand…”

(Echoes, Meddle – 1971, Pink Floyd)

(occupiamo lo stesso spazio dei morti)

 

Persistono echi

rianimati da memorie

di vissute gesta,

vecchie mura impregnate

di lontane esistenze

non seguite da storie scritte

chitarre scordate

vapori di cucina

le risa avvinate.

 

Polvere e ossa di avi

nitide gioventù scomparse

fotografate sulle scale del tempo

da creatori di attimi,

attraversano ancora

con sbiadite forze

i movimenti attuali.

 

Ombre scivolano

leggere e bambine

sui passamano tarlati,

al di là delle datate lapidi

dove siete tutti?

On the road

Posted in nigrologia with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 7 Maggio 2017 by Michele Nigro

versione pdf: On the road

“… Dovevamo ancora andare lontano.

Ma che importava, la strada è la vita…”

(Sulla strada, Jack Kerouac)

Che differenza c’è tra il cammino di quando si è giovani e quello che si compie da adulti? Non dipende dalla quantità di passi, dalla forza disponibile, dall’orario scelto per camminare, dal tipo di strada, asfaltata o sterrata… Da giovani quasi sempre si cammina in compagnia, si cerca la massa, perché in fondo non sappiamo chi siamo, cosa vogliamo, e nel gregge (o nel branco, a seconda dell’indole) ci diluiamo, ritroviamo negli altri i pezzi mancanti della nostra identità, gli integratori di personalità; dal gruppo riceviamo la carica energetica per fare, decidere, confrontarsi, coltivare ideali, costruire qualcosa per noi e la comunità, o per illuderci di farlo; da giovani si ha la speranza di camminare in compagnia di un mondo fatto di persone perché il disincanto non ha ancora preso il sopravvento e crediamo testardamente nella parola insieme: non si è consapevoli della condizione solitaria dell’essere umano, del fatto che il mondo esisterebbe ugualmente anche senza gli altri e che la visione che abbiamo di questo pianeta è solo nostra e di nessun’altro; l’essere soli è una condizione non permanente ma fondamentale, da vivere almeno una volta nel corso della vita: la patologia nasce dall’imposizione della solitudine; quando è spontanea e ricercata in piena autonomia, deve essere vissuta con serenità.

L’assioma aristoteliano dell’uomo animale sociale ce lo raccontiamo volentieri perché conviene da un punto di vista pratico, economico (senza per questo dover giungere agli “estremi” descritti da Hobbes); perché abbiamo bisogno degli altri per sopravvivere in determinati momenti, per non sentire il freddo della galassia in cui vaghiamo. In realtà siamo soli anche quando ci uniamo in matrimonio o sposiamo la causa ideologica di un partito politico che ci avvolge e ci prende totalmente. La solitudine è la parte vera, cruda, naturale del nostro esistere: tutto quello che riusciamo a conquistare partendo da questa verità assoluta – verità che non deve scoraggiare o causare malinconia e che è in grado di posizionarci dinanzi a uno specchio per alcuni doloroso e al tempo stesso catartico, che purifica dal superfluo della verde età – è una conquista duratura e inattaccabile, che dà i propri frutti in un’ora inattesa. Quando si è giovani si cammina insieme agli altri perché non conosciamo il potere riparatorio e ricostituente della nostra solitudine, non l’abbiamo ancora sperimentato, ed è giusto che sia così a quell’età. Il passaggio è graduale, la perdita quantitativa di presenze umane è determinata da uno stillicidio impercettibile.

Da adulti, una volta raccolta una quantità sufficiente di esperienze sia positive che negative, abbiamo la forza e la consapevolezza che occorrono per camminare da soli. È un cammino solitario che paradossalmente permette di entrare in sintonia con molte più persone, di incontrare chi è come noi e di escludere la massa che scherma il segnale. Cantava Fossati: “… cambio posto e chiedo scusa / ma qui non c’è nessuno come me…”. Per sintonizzarci sulle stesse frequenze di chi è come noi, però, dobbiamo imparare a fare silenzio, a stare soli, in disparte per meglio osservare e capire cosa vogliamo, ai margini (ed essere sereni mentre si sta al confino, altrimenti l’insoddisfazione per l’assenza di persone e cose vane, che abbiamo creduto indispensabili, disturba l’ascolto); come ho scritto anni fa nella poesia Riconoscersi: “… ho riconosciuto tra sussurri di venti rapaci / la tua voce rivolta all’anima…”. Non c’è altra via.

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Fondazione Pinuccio Sciola

Posted in nigrologia with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 24 luglio 2016 by Michele Nigro

Ricevo privatamente via e-mail e con piacere ritrasmetto il seguente comunicato stampa…

suono2

Nasce la Fondazione Pinuccio Sciola,

istituzione deputata a promuovere la memoria

e il messaggio d’arte dello scultore recentemente scomparso. 

Ha preso vita ufficialmente venerdì 22 luglio la Fondazione Pinuccio Sciola, istituzione deputata a promuovere la memoria e il messaggio d’arte dello scultore di San Sperate scomparso lo scorso 13 maggio a Cagliari. Presenti al tavolo della Sala Consiliare del Comune di San Sperate, i figli dello scultore Chiara, Tomaso e Maria Sciola, il sindaco di San Sperate Enrico Collu, il vicepresidente della Regione Autonoma della Sardegna Raffaele Paci, il prorettore vicario dell’Università degli studi di Cagliari Francesco Mola e i giornalisti Gianni Filippini e Giovanni Floris (in collegamento via skype). “Questa è una giornata molto importante per me, Chiara e Maria, da oggi siamo fondatori e amministratori della Fondazione Pinuccio Sciola. I progetti di nostro padre sono importanti e hanno un valore profondo. La presenza delle istituzioni ci rassicura sul fatto che avremo tutto il sostegno necessario affinché questi progetti possano vedere presto la loro realizzazione”. Questo uno dei passaggi dell’intervento introduttivo di Tomaso Sciola che ha voluto illustrare gli ambiziosi obbiettivi della Fondazione. A queste dichiarazioni ha risposto il vicepresidente della Regione Raffaele Paci, che ha assicurato massima attenzione e massimo impegno da parte dell’istituzione da lui rappresentata a supporto della erigenda Fondazione. Anche dal prorettore Mola è giunto un netto segnale di disponibilità alla collaborazione dell’Ateneo con la neonata Fondazione. In collegamento via Skype, il giornalista Giovanni Floris ha sottolineato il valore di Pinuccio Sciola, per il lavoro svolto, per i temi trattati, per la dolcezza, profondità e sensibilità che ne hanno caratterizzato la vita e il percorso artistico. Il giornalista Gianni Filippini ha invece rimarcato quanto l’istituzione della Fondazione sia lo strumento adeguato a raggiungere gli obiettivi elencati con grande lucidità dal suo programma. In conclusione il sindaco di San Sperate Enrico Collu ha ricordato l’importanza di Pinuccio Sciola per il paese di San Sperate, che continuerà a scoprire nel tempo la grandezza del suo più illustre artista.

LA FONDAZIONE – Pensata dall’artista di fama internazionale nel suo ultimo periodo di vita, la Fondazione nasce su volontà dei figli Chiara, Tomaso e Maria (che fanno parte del Consiglio di Amministrazione) e incarna i progetti, lo spirito di apertura, ospitalità, condivisione e rispetto della natura e delle persone che sono stati i valori caratterizzanti la vita dello scultore. Continuare a tramandare il messaggio d’arte di Pinuccio Sciola, tenendo vive e promuovendo le attività, i contatti e i progetti internazionali che l’artista ha costruito e sostenuto nel corso della sua vita: questi gli obiettivi principali sui quali verranno focalizzate le attività principali.

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Ultimo tag a Parigi

Posted in nigrologia with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 13 agosto 2015 by Michele Nigro

LA REPUBLIQUE a semi-rigid surveillance airship built for the French, Paris ca. 1908

Come in un passaggio di stato

da gassoso frivolo a solido realistico

la ragazza un attimo prima

vogliosa di vita nuova e sorrisi a buon prezzo

senza appello ritorna donna seriosa e madre.

Inganna pure l’esistente, civetta urbana,

dal basso dei tuoi presidenziali tweet

inviati al nulla elettrico che t’ignora.

Connessa creatura fatta di effimeri pixel

abbassi quello sguardo nato bello e vuoto

illuminato dallo strumento della tua solitudine,

ti vergogni sogghignando del danaroso mausoleo

accompagnatore di giovani peli inesperti

tra i vicoli all’imbrunire della sua gloria.

Il Tao della fisica non ti salverà

dal tavolo con le due femmine deluse…

vogliono restare sole, una accanto all’altra,

a titillarsi i carnosi rimpianti bagnati di saliva recente,

dalle loro solidali malinconie al luppolo

e torve logiche amorose, arrapate di movimento

tra le cosce della notte.

Sorvoliamo la città lineare

con i finestrini della libertà spalancati,

aria calda che non lascia speranza

e la colonna sonora di un nuovo andare.

Taggami ma di baci saziami!

Riconoscersi

Posted in nigrologia with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 26 marzo 2015 by Michele Nigro

saganjoditele

(Processi interiori)

Educato alla scuola dei silenzi

ho riconosciuto tra sussurri di venti rapaci

la tua voce rivolta all’anima.

Una predisposizione all’essenza

che diventa persona viva, reale

nome e cognome della resurrezione.

In lentezza e lontananza

le nuove ferite e quelle antiche

diventano parte di me, indistinguibili

dai dolori immaginati dell’umanità.

Senza i fuochi solitari

e le quiete letture raminghe

saresti stata solo un rumore

tra i rumori del mondo

e io, sazio di me stesso

cieco navigatore

in mari disperati e tranquilli.

VIDEO CORRELATO: “I processi del pensiero” Milva

Free Highway

Posted in nigrologia with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 24 gennaio 2015 by Michele Nigro

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(Sliding Doors)

Parole e gesti un tempo familiari

riaffiorano casuali dal passato,

ancora oggi mi meraviglio

delle innumerevoli vite vissute

sembravano così vere e intoccabili

degli stili indossati e poi dismessi

panni stranieri di scelte lontane

duri a morire, convivono in me.

Universi paralleli, potenziali esistenze

congelate in scatti fotografici come prove di antichi omicidi,

shock addizionali deviano percorsi ereditati,

non hanno alcun effetto le psicologie da salotto

le pause di riflessione, le sentenze e i rimedi della nonna.

Per un istante, da una corsia parallela

persone conosciute in epoche remote

attraverso sfocati varchi spaziotemporali

salutano con un cenno della mano.

Tra queste mi riconosco, ci sono anch’io

senza avere nostalgia di me

proseguo su una via che tutti si ostinano

a chiamare realtà.

Receptionist

Posted in nigrologia with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 16 dicembre 2014 by Michele Nigro

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Una finta gentilezza da receptionist

s’infrange sulla scogliera tagliente e vera

di chi ha conosciuto l’umanità dell’io

l’odore del sesso senza inutili sorrisi.

La pelle interiore urla le proprie ragioni

anche quando è rivestita di maniere,

pretende sincerità ad ogni angolo del paese.

L’intimità allenata di anime scorticate

scandaglia con fare esperto i cuori educati della strada,

al dolore vivo propongono trucchi, giochi e frasi d’ufficio

ma gli occhi ormai sanno più di quel che le labbra dicono.

Emma Saponaro

"Cancella spesso, se vuoi scrivere cose che siano degne d'essere lette." (Orazio)

il giardino dei poeti

la poesia è la fioritura del pensiero - il miosotide non fa ombra alla rosa, ciascuno la sua bellezza

Pomeriggi perduti

quasi un litblog di Michele Nigro

Mille Splendidi Libri e non solo

"Un libro deve essere un'ascia per il mare ghiacciato che è dentro di noi"

Poetarum Silva

- Nie wieder Zensur in der Kunst -

Leggo e cammino

Amo leggere, amo camminare e amo fare le due cose insieme (non è così difficile come sembra)

Maria Pina Ciancio

Quaderno di poesia on-line

LucaniArt Magazine

Riflessioni. Incontri. Contaminazioni.

Fantascritture - blog di fantascienza, fantasy, horror e weird di gian filippo pizzo

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Le parole e le cose²

Letteratura e realtà

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L'uomo abita l'ombra delle parole, la giostra dell'ombra delle parole. Un "animale metafisico" lo ha definito Albert Caraco: un ente che dà luce al mondo attraverso le parole. Tra la parola e la luce cade l'ombra che le permette di splendere. Il Logos, infatti, è la struttura fondamentale, la lente di ingrandimento con la quale l'uomo legge l'universo.

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Parole, storie, pensieri, incubi e deliri

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