Archivio per preghiera
Teomondo Scrofalo
Posted in nigrologia with tags agricoltura, bene, conforto, contadino, dimenticanza, dio, divino, dolore, energia, esistenza, fede, interiorità, lotta, medicina, morte, natura umana, pace, piacere, poesia, preghiera, psicologia, religione, resilienza, resistenza, risorgere, sensazione, spirito, storia, tramonto, tristezza, vino, vita, web poetry on 21 dicembre 2018 by Michele NigroCinque Terre
Posted in nigrologia with tags antico, cambiamento, chiesa, cristiano, esistenza, evocazione, evoluzione, fede, letteratura, libertà, lontananza, luogo, mare, partenza, pensiero, poesia, poeta, poetica, poetry, preghiera, speranza, storia, tempo, viaggiatore, viaggio, vita, web poetry on 12 dicembre 2018 by Michele Nigroa George Gordon Byron
Gli inerpicarsi sudati
in strane, inattese
primavere d’inverno
su nere rocce salate
scavate dal ritmo naturale
di una poesia infinita,
essere giovani di nuovo
tra spruzzi feroci
dal mare natalizio
che ignora
i non degni di Byron.
La sete di altri scorci
inesplorati, senza futuro
e sprazzi di storia
nel rosso tramonto che
annuncia speranze d’orizzonte,
una preghiera involontaria
diventa strada tra pietre
antiche
come voci evocate.
Proteggimi, pieve di costiera!
agitata da onde di tempo,
al tremolio di devote candele
con spuma di persi pensieri
hai salutato nei secoli
schiere di ignoti partenti
su legni
verso lontane fortune.
♦
Tornando dal bosco…
Posted in nigrologia with tags ambiente, animale, antropologia, bellezza, cambiamento, cammino, creazione, culto, dio, equilibrio, esistenza, evoluzione, fede, fiaba, filosofia, fotografia, futuro, libertà, lontananza, movimento, natura, passaggio, percezioni, preghiera, psicologia, qualità della vita, quest, religione, ricerca, riflessione, ritorno, sacralità, sacro, sensi, silenzio, solitudine, spiritualità, strada, suono, tecnologia, tempo, Terra di Mezzo, territorio, umanità, vita on 3 settembre 2018 by Michele NigroErnst Jünger, nel suo “Trattato del ribelle”, intimava ai non piegati di “passare al bosco”, per coltivare in clandestinità le proprie idee… Un “consiglio” simile lo diede anche il buon Henry David Thoreau in “Walden ovvero Vita nei boschi”.
Tornando da una meravigliosa “passeggiata” in un bosco della mia terra, percorrendo una strada lastricata di pietre, che s’inerpica immersa in una galleria verde, conducendo il camminatore verso la cima di un monte definito sacro dagli “indigeni”, dove una grande croce di ferro illumina le notti della valle sottostante, confermando la presenza di un Cristo che veglia sugli uomini deboli e peccatori, mi sono chiesto a dispetto di Jünger e Thoreau: “cosa portiamo indietro con noi, invece, ritornando dal bosco?”
Panni impolverati, sudati, a volte infangati o con tracce d’erba; uno zaino da rimettere a posto, in attesa della prossima avventura; scarponi da lucidare; un po’ di muscoli indolenziti dalla salita e qualche piccola vescica sotto i piedi da bucare; le consuete riflessioni, che accompagnano il cammino, sulle esperienze esistenziali finite e sulla vita che, imperterrita, mi attende… Tutto nell’ordinario. Dopo una doccia rigenerante che lava via il sudore, è il turno delle foto naturalistiche scattate durante la salita (e la discesa) da “scaricare” sul computer: restano impresse nella mia mente — non lavate via insieme alla polvere — le immagini (più importanti di qualsiasi foto) della bellezza ammirata, pregata, celebrata, quella che fa arrestare il passo ogni dieci metri perché vuoi vedere e gustare quella parte di bosco da un’angolazione un tantino diversa dalla precedente. E sì perché la natura non si ripete, non è mai la stessa: ad ogni passo la combinazione tra rocce, terra, alberi, radici, arbusti, foglie cadute, rami secchi, tronchi marci, funghi, ciclamini, ragnatele, felci, dirupi che costeggiano il cammino, luce che trapela dall’alto attraverso il fitto fogliame, è destinata a mutare. Non esiste un risultato di questa combinazione uguale a un altro; e allora non puoi proprio perderti quel “quadro”, quell’istantanea irripetibile, quel fotogramma di un film documentario in cui sei attore, stavolta, e non spettatore passivo. Vuoi imprimerla in te la combinazione. E ti fermi cento, diecimila volte… Come a voler ridire, ancora incredulo, a te stesso più che alla natura: “ma è cosa mai che sei così bella?” E sai anche che ciò che immortali con la tua macchina fotografica sarà sempre poca cosa rispetto alla bellezza vista direttamente, attraverso la retina dell’occhio, grazie anche alla rielaborazione del nostro amato cervello.
Bella Italia
Posted in nigrologia with tags anarchia, antropologia, chiesa, consapevolezza, cultura, evoluzione, fede, ignoranza, Italia, libero arbitrio, libertà, poesia, popolo, potere, preghiera, processo, psicologia, religione, sistema, società, spiritualità, tradizione, usi e costumi, web poetry on 22 Maggio 2016 by Michele NigroQuanto sei bella, Italia mia
che sai di melone e
pane appena sfornato,
di lontane bande musicali
e infedele nostalgia di paradisi
in terra,
serali suoni marziali e giubilanti
appresso a santi non creduti
eppure rispettati e lasciati campare
come utili parenti tollerati,
al sapore di casa e di madri
in preghiera oltre la miscredenza
di una ragionevole età,
anarchica nella fede
osservatrice dai balconi
di estive curiosità d’antropologo.
Sento passare processioni
e lenti processi interiori
ai lati dell’indifferenza,
la forza del gruppo
di donne devote
con l’anima in pace
e rinnovate speranze.
Quanto sei bella, Italia mia
di scandali benedetti
dalla ragion di stato e di chiesa
e litanie di pie ignoranze
plaudenti a idoli infiorati d’oro
immobili e peccaminosi
nel loro silenzio
tradotto dall’uomo.
♦
Fede primitiva
Posted in nigrologia with tags antropologia, appartenenza, archetipo, cattolico, comunità, cristianesimo, cultura, fede, inconscio, interiorità, islam, istinto, matrice, medioriente, occidente, origine, poesia, potere, preghiera, primitivo, primordiale, psicologia, religione, spiritualità, voce, web poetry on 1 luglio 2015 by Michele NigroMuezzin cattolici al tramonto
gracchiano da microfoni stanchi
devoti richiami a jihad latini.
Medesima è la fanatica matrice
appartenenza viscerale al gruppo pregante,
rintocchi dai campanili minareti d’occidente
comuni vibrazioni antiche
nell’aria calda della sera.
Il silenzio quando non credi
Posted in nigrologia with tags architettura, cambiamento, chiesa, dio, disincanto, divino, dubbio, esistenza, esistenzialismo, evoluzione, inconscio, inner space, interiorità, laico, malinconia, mente, Napoli, nostalgia, passato, poesia, preghiera, religione, ricordi, sentimento, silenzio, spirito, spiritualità, storia, vita, voce, web poetry on 29 Maggio 2015 by Michele NigroPreghiere laiche senza tempo
sussurrate nella mente
da giovani voci passate.
Fresche oasi per l’anima
salvano i vaganti dal caos dell’andare,
resiste l’inconsapevole trascendere
verso un improbabile divino
di audaci speranze
troppo grandi da nominare.
Il silenzio gotico
accoglie i dubbi sull’esistenza,
come fiori puri
adornano l’altare del disincanto.
♦
(nella foto: Basilica di San Lorenzo Maggiore, Napoli)
Tombe urlanti
Posted in nigrologia with tags amore, città, consapevolezza, cronaca, emozione, esistenza, esistenzialismo, futuro, immortalità, interiore, interiorità, libertà, lotta, memoria, morte, parole, passione, personalità, persone, poesia, poeta, preghiera, racconti, racconto, ricerca, scelta, scrittura, sensi, sentimento, silenzio, storia, tempo, video poetry, vita, web poet, web poetry on 2 dicembre 2014 by Michele NigroUn sepolcro buio e silenzioso
dove inascoltate ossa urlano storie
che mai racconteremo in fetidi pub
tra schiuma e pettegolezzi.
Fiumi di parole e palpiti incompresi
esondano invisibili su strade anonime
di città mentali e reali,
incroci tra persone e scelte ingoiate
non registrate dalla cronaca
morirebbero insieme a carni sconosciute
generatrici di vibrazioni segrete.
Incalzato da un ordinario oblio
ne faccio brandelli di poesia
– prima che la nebbia del tempo cali
inesorabile e immemore –
puntando su un’immortalità ermetica
illeggibile da occhi non avvezzi
all’amore e alle sue pacate disperazioni.
Come chiese laiche per preghiere serali
le pagine accolgono infarti passionali
e brevi resurrezioni di provincia,
cadute e piccole speranze.
Nessuna pressione,
lascio che la vita sia.
♦
a seguire, il mio primo esperimento di video poetry legato a questa poesia, anche se con mezzi tecnici non professionali e pur non essendo un attore/lettore… 🙂
Preghiera quasi laica del camminatore
Posted in nigrologia with tags bellezza, campagna, ecologia, esistenza, esistenzialismo, immagine, inner space, interiorità, laico, libertà, Lucania, meditazione, natura, passaggio, poesia, preghiera, quest, ricerca, riflessione, silenzio, spiritualità, strada, viaggiatore, viaggio, visione, vita, web poetry on 13 agosto 2014 by Michele NigroOsservatore supremo del debole passo umano
benedici con acqua piovana
la gentile strada posta dinanzi a me,
quella che mi accingo a percorrere per il gusto
di non raggiungere nessun traguardo.
Regalami gli spazi infiniti e i colori della natura
la varietà degli esseri viventi
il suono del vento tra le foglie
e la sua carezza sulla pelle scoperta
l’odore del rosmarino, della menta, delle ginestre,
del fieno, dell’erba e del letame
il sapore delle more mature e del sudore.
…
Concedi ai viandanti la gioia del silenzio
per riflettere sulla bellezza dell’esserci
e della voce lontana di un contadino tra i campi,
alla sagoma di giovane donna apparsa sul crinale della collina
la forza di insegnare al suo piccolo uomo
le prime regole di vita fuori dall’uscio.
…
Feroci cani
fedeli al massaro che vi nutre senza amore
per rendervi simili all’uomo e diffidenti di mestiere
abbaiate puntuali e intimoriti
alla vista del nodoso bastone di chi vuol transitare.
Sono solo un’anima passeggera
con speranze leggere nella bisaccia
diretta verso la casa finale, e il mio legno è sostegno
durante le scelte fallaci di un passo insicuro.
Lasciatemi andare senza ferirmi più della vita!
…
Infinite stradine di contrada
che mai percorrerò,
vi sogno ad occhi aperti
lungo il tragitto del mio cammino limitato.
Una ragazza intenta a sorvegliare gli armenti
osserva divertita il goffo avanzare
del cittadino creduto disperso,
i suoi capelli raccolti in una treccia
si sciolgono liberi sul seno nudo
al refolo della passante fantasia.
…
Faccio un giro su me stesso,
cime di strane montagne
vento insistente da secoli tra case di pietra
voli di insetti nelle orecchie rese vergini
dall’assenza di rumori dimenticati in città
dimore semplici e più isolate di un’isola
una rete di vie sconosciute
verso esistenze ignorate.
Intuisco la via del ritorno
tra campi di grano e richiami casalinghi,
rari sguardi curiosi di uomini e animali
lambiscono al tramonto
la mia anima avida di libertà.
♦
(foto di M. Nigro)
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