a Edgar Lee Masters
Herman Coluccio
Avrebbe voluto che qualcuno
un giorno
avesse posto una piccola targa di legno
(non davanti casa, di marmo, come per i grandi)
sul balcone della cucina bucolica
insaporita dagli odori del tempo
nella sua dimora di Barjeanville
con su inciso:
“Qui Herman Coluccio,
seduto in quest’angolo
del West Virginia
guardando le case
dei vivi, le cose dei morti
e la campagna dei padri
in ogni stagione voluta da Dio,
ha forse vissuto
le ore più serene
(non diciamo felici)
della sua apparente-
mente
inutile esistenza
in compagnia delle fredde stelle
e di un sigaro infinito
fumante parole.”
C’è miglior epitaffio
per un poeta appartato?
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