Seconda edizione (ebook e cartaceo) dedicata, tra gli altri, ai lavoratori Amazon di Piacenza, “Call Center – reloaded” è un racconto social fantasy pubblicato in prima edizione nel 2013: alcune scomode verità socio-economiche e culturali riguardanti i nostri tempi, evolvono in una specie di realismo magico lovecraftiano crudele e inesorabile. Partendo da temi caldi quali il lavoro, la precarietà, la mancanza di sicurezza economica in un futuro nebbioso, l’Autore cerca di descrivere la condizione ambigua dell’uomo moderno e ne approfitta per toccare il cuore dell’inganno consumistico: il lavoro è diventato un prodotto e i lavoratori-consumatori sono dei complici più o meno consapevoli. La “liquidità baumaniana” ha preso il sopravvento in ogni settore. L’informazione carpita dai “profili”, la conoscenza dei desideri, diventano risorse preziose per un Sistema che non lascia scampo. La libertà è un’utopia luminosa ma per conoscere la verità (e quindi riscattarsi dalle regole del Sistema) bisogna avere il coraggio di scendere in zone oscure, di sé stessi e del mondo lavorativo disumanizzato. E incontrare il “mostro”…
Archivio per utopia
Il ritorno di Achille Occhetto e l’utopia del possibile
Posted in nigrologia with tags cambiamento, comunismo, comunista, cultura, degenerazione, dialogo, economia, esperienza, evoluzione, futuro, lavoro, libro, lotta, partito, politica, popolo, potere, programma politico, recupero, ricordi, rivoluzione, saggistica, sinistra, società, sociologia, storia, tradizione, utopia, visione on 13 giugno 2016 by Michele NigroRicevo da Edizioni di Storia e volentieri ritrasmetto…
Achille Occhetto rompe un silenzio che durava da qualche anno, firmando con il saggista Carlo Ruta un libro-conversazione (appena uscito per le Edizioni di storia e studi sociali) in cui racconta se stesso e spiega qual è oggi, al cospetto della gravissima crisi economica, politica e morale che attraversa l’Italia, la sua concezione della sinistra e della democrazia.
Dopo aver narrato le fasi che hanno determinato la fine dell’esperienza storica del Pci – di cui fu l’ultimo segretario generale – e il valore dell’eredità gramsciana, Occhetto offre delle chiavi di lettura del degrado di oggi e suggerisce le linee di una nuova politica, sulle vie di un futuro sostenibile. Con una lucidità che gli viene dalla complessità della sua esperienza politica, che dagli anni post-resistenziali lo ha sollecitato ad un costante lavorio analitico all’insegna dell’eterodossia, della contaminazione e del cambiamento, egli traccia in particolare le linee di una utopia del possibile che guardi in avanti e che però sia in grado di recuperare un patrimonio inestimabile di politiche sociali, oggi largamente rimosso o inutilizzato. Esorta, in definitiva, all’elaborazione di un nuovo contratto storico, generazionale e culturale, che sappia coniugare saldamente le istanze del mondo del lavoro e delle cittadinanze alle complesse tradizioni democratiche e riformistiche che hanno fatto la vicenda civile dell’Italia contemporanea.
Con questo libro-conversazione la casa editrice inaugura una nuova collana, «Dialoghi con la contemporaneità», con cui si cercherà di entrare nel vivo di problematiche di rilievo del presente. Spiega il direttore di EdS: «L’obiettivo di questi “dialoghi” è quello di proporre sui temi sottoposti a esame uno sguardo aperto e, per così dire, obliquo, che si collochi tra il valore della testimonianza e quello del documento, tra le duttilità della memoria, personale e storica, e le necessità della ricognizione analitica».
Limbico on the Moon
Posted in nigrologia with tags antico, antropologia, archeopsiche, biologia, cambiamento, cervello, comportamento, comunicazione, consapevolezza, controllo, coscienza, cultura, decostruzione, etologia, evoluzione, inconscio, inner space, interiore, interiorità, istinto, memoria, moda, natura umana, neurologia, neuroscienza, pensiero, primordiale, progresso, psiche, psicologia, scienza, sistema, tecnologia, utopia on 27 giugno 2014 by Michele Nigro“If you believed they put a man on the moon, man on the moon.
If you believe there’s nothing up my sleeve, then nothing is cool.”
Un cervello ancestrale pulsa
sotto le viscere della coscienza.
Rozzi istinti primordiali e antiche memorie
riemergono prepotenti
dalle mode della neocorteccia.
Confusione e conflitto
tra nuovi pensieri e gesti antenati,
nel mammifero superiore
persiste l’utopia del controllo.
Rettili in giacca e cravatta
inviano sonde su lontani pianeti,
testimoni meccanici
di un riuscito errore evolutivo.
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Ossa (Talking Bones)
Posted in nigrologia with tags antropologia, cimitero, corruzione, cultura, degenerazione, escatologia, esistenza, evoluzione, memoria, morte, natura umana, qualità della vita, ricordi, ripetitività, spirito, storia, tempo, usi e costumi, utopia, viaggio, vita on 13 marzo 2014 by Michele NigroSempre in ritardo sulla vita
sulla tabella di marcia delle scoperte essenziali,
ad ogni tramonto dell’orgoglio
le esperienze altrui interrompono una finta sapienza.
Sull’orlo dell’abisso ci sorprende
la presenza nel mondo di chi guardiamo senza vedere.
Ciechi indaffarati e disperati
scansiamo la bellezza che circonda il nostro caos,
nuotatori sereni in un mare di nulla.
La burocrazia cimiteriale e gli archivi della civiltà
si occuperanno di noi con piglio produttivo,
i resti scarnificati, lucidati dalla misericordia
e tritati dal bisogno di spazio
saranno riciclati dalla pressione di nuovi corpi
e da manuali di polizia mortuaria freschi di stampa.
Lapidi d’ufficio e monumenti bugiardi assediati dal tempo
per combattere la dimenticanza di famiglie in estinzione
e discendenti invecchiati,
con la verità affidata a un passato che non torna.
Siamo ossa parlanti destinate all’oblio,
in cerca di clamori tra un respiro e l’altro.
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“Il correttore” di George Steiner
Posted in nigrologia with tags cambiamento, comunismo, crisi, cultura, evoluzione, fede, ideologia, laico, mondo, muro di Berlino, partito, politica, popolo, programma politico, progresso, recensione, religione, resistenza, rivoluzione, romanzo, scrittore, sistema, società, storia, utopia, valori on 20 marzo 2012 by Michele NigroChe cosa si prova a essere un correttore di bozze in un mondo in fase di profonda evoluzione? Perdonate la domanda bizzarra, ma dopo aver finito di leggere le poche pagine del romanzo di Steiner ho sentito l’esigenza di compiere un volo trasversale e rapido che non chiarisce certamente le idee a chi il romanzo non lo ha letto. Il “Professore”, come viene soprannominato il protagonista della storia, è una leggenda nel mondo dei copy editor per la sua precisione e per la meticolosità che impiega nella ricerca e correzione dei refusi in ogni tipo di testo stampato. Fuori dai confini del suo lavoro ordinato e metodico, il pianeta è attraversato da un terremoto politico, socio-economico e culturale: il crollo del Muro di Berlino, lo sgretolamento dell’Unione Sovietica, la fine del Partito Comunista Italiano, l’avanzamento dei correttori automatici nei programmi di video-scrittura… Il Professore è un fedele comunista che ha partecipato alla Resistenza e che assiste impotente alla scomparsa di un sistema di valori in cui ha sempre creduto e in cui imperterrito continua a credere. Eliminare refusi per lui non è solo una questione professionale, ma è l’unico modo che ha per avvicinarsi a una esattezza utopica. “Sono un socialista. Sono e rimango un marxista. Perché altrimenti non potrei essere un correttore di bozze!” La fede nell’uomo si tramuta in perfezione testuale. “Il comunismo significa togliere gli errata dalla storia. Dall’uomo. Correggere bozze.” E a un giovane collega, decisamente più sciatto e disattento, che non ritiene di dover sprecare troppo tempo nella correzione di un semplice volantino pubblicitario destinato al popolo, spiega quale è o quale dovrebbe essere la mission di un correttore: “È proprio per quelli che vivono in qualche sperduto buco di campagna, nei bassifondi, che dovremmo produrre il lavoro migliore. Perché qualche
scintilla di perfezione penetri nelle loro vite sconsolate.” Non si tratta di un semplice lavoro ma di una fede politica operativa che abbraccia l’umanità dimenticata.
Interessante il personaggio di Padre Carlo, “l’unico loro compagno che proveniva dalla Chiesa” con cui il Professore si confronta amichevolmente affrontando argomenti ibridi che oscillano tra la politica e la religione, e che lo spingono verso affermazioni estreme del tipo: “I comunisti sono i soli a leggere la Bibbia, ormai”.
La forza di questo piccolo ma denso romanzo sta nell’aver concentrato nella figura del correttore di bozze tutto il potere simbolico di un messaggio ben preciso: l’uomo può essere veramente artefice della propria fortuna, può cambiare la storia agendo sulla materia, piegandola alle proprie esigenze, può correggere le imperfezioni visibili, ma ci sarà sempre una zona incontrollabile della storia che sfuggirà alle ideologie e all’impegno degli individui organizzati. L’errore fa parte della storia e a volte rappresenta l’unica opportunità di salvezza. Al di là degli esiti storici che noi tutti conosciamo, resta l’impronta polemica del correttore inventato da Steiner, di un personaggio che vede il mondo, sotto alcuni aspetti, cambiare in peggio ma senza per questo perdere la fede laica nella ribellione: “I discorsi non portano a niente. Scendere in strada.”
Ambigue Utopie
Posted in nigrologia with tags antologia, edizione, fantascienza, lettura, libro, narrativa, politica, potere, pubblicazione, racconto, scrittura, sistema, società, storia, utopia on 1 Maggio 2010 by Michele NigroCon toni diversi che vanno dal divertissement alla satira, dalla tragicommedia al dramma, 19 scrittori italiani di fantascienza ambientano i loro racconti nei luoghi più disparati (nell’Italia di un futuro molto prossimo o di uno più remoto, in un presente alternativo, nello spazio, nella Bologna che ancora ricorderà le stragi terroristiche, nell’Unione Sovietica degli anni Venti…) e riescono a confezionare trame intriganti e atmosfere avvincenti, senza perdere di vista l’argomento della raccolta: una riflessione sul Potere.
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