Archeopsichico Ballard!

“Il mondo sommerso”

di J. G. Ballard

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È un romanzo che oserei definire psico-climatologico in quanto l’Autore, scrittore all’avanguardia della narrativa inglese e dotato di un accattivante linguaggio scientifico usato con dimestichezza, utilizza futuri (e, purtroppo, non del tutto inverosimili!) scenari cataclismatici, per analizzare gli stadi mentali involutivi di un gruppo di scienziati alle prese con la perlustrazione di città sommerse.
La storia è questa: una sessantina di anni prima dell’epoca in cui si svolgono i fatti contenuti nel romanzo, alcune tempeste solari hanno causato un surriscaldamento globale che a sua volta ha prodotto lo scioglimento dei ghiacci polari e quindi un innalzamento delle acque a livello planetario. Iguane e piante tropicali hanno invaso le costose suite, ormai allagate, di quei grattacieli che una volta rappresentavano il cuore della finanza mondiale e della vita agiata di popolose metropoli.
Ma la fantascienza, come spesso accade, è solo una scusa per parlare d’altro… Infatti, parallelamente a questa trasformazione climatica dannosa, Ballard svolge, focalizzando l’attenzione su alcuni dei suoi personaggi, una “ricerca intima” che non si occupa di surriscaldamenti, piante e rettili, ma evidenzia l’irrefrenabile involuzione dell’essere umano in un ambiente mutato e reso primordiale da eventi relativamente recenti. Il brano seguente, tratto dal capitolo intitolato “Verso una nuova psicologia”, meglio di ogni recensione ci svela non solo il vero obiettivo del romanzo, ma sottolinea chiaramente l’imprinting che Ballard acquisì lavorando per anni in una rivista scientifica e che ne influenzò naturalmente il linguaggio narrativo: “E così lei ha paura che l’aumento della temperatura … stia risvegliando … ricordi sepolti nelle nostre menti?”. “Non nelle nostre menti, Robert. Questi sono i ricordi più antichi del mondo, i codici temporali presenti in ogni nostro gene e in ogni nostro cromosoma. Ogni gradino che siamo riusciti a salire nella nostra scala evolutiva è una pietra miliare fatta di ricordi organici,… Come la psicanalisi si prefigge di ricostruire la situazione traumatica originaria al fine di provocare la liberazione del materiale rimosso, così ora noi stiamo precipitando nel nostro passato archeopsichico, riscoprendo gli antichi tabù e gli istinti primordiali rimasti sopiti per migliaia di anni… Ognuno di noi ha la stessa età dell’intero regno biologico e il nostro flusso sanguigno è immissario dell’immenso oceano della sua memoria collettiva… L’odissea uterina del feto in crescita riassume in sé l’intero passato biologico…”.
Il titolo del romanzo di Ballard possiede un doppio senso: il “mondo sommerso” è sì un chiaro riferimento alla geografia stravolta di un futuro pianeta Terra, ma è anche il nome di una sfida psicologica che prende vita al di là della volontà umana. Pochi i momenti di lucidità scientifica dei personaggi come quelli riportati nella citazione. Anche perché i veri profeti dell’involuzione sono, quasi a voler omaggiare il padre della psicanalisi S. Freud, i sogni: solo chi ne sa interpretare gli intimi messaggi, può dipanare la matassa subcosciente di chi avverte un impulso ma non ne sa dare una spiegazione: la voglia di ritornare ad uno stato primordiale mai conosciuto direttamente, ma presente nei meandri dell’Io. Il termine “archeopsichico” – introvabile nel mio vocabolario ma ampiamente utilizzato dagli psicanalisti e dagli esploratori dell’inner space – è il cuore semantico del romanzo; senza di esso il lavoro di Ballard risulterebbe asservito ai compendi di un’accademica e rigida neurologia.
D’altro canto, nel notissimo saggio Which Way to Inner Space – apparso nella rivista New Worlds nel maggio 1962 – l’autore inglese parla di rinnovamento dei moduli fantascientifici, pensando soprattutto alla tematica temporale, non più intesa come il convenzionale viaggio nel tempo ma piuttosto come artificio utile per mettere in evidenza taluni aspetti della vicenda arcaico-collettiva dell’umanità e mostrare i risvolti psicologici del rapporto tra sensibilità umana e dimensione temporale: “[…] vorrei che la SF elaborasse concetti come zona tempo, tempo profondo e tempo archeopsichico. Vorrei vedere più idee psicoletterarie, più concetti metabiologici e metachimici, vorrei vedere dei sistemi temporali personali, delle psicologie e degli spaziotempi sintetici, e quei remoti ed oscuri semi-mondi che avvertiamo nei dipinti delle personalità dissociate, tutto in completa poesia speculativa e fantasia scientifica.” Insomma, per lo scrittore l’unico grande territorio inesplorato è rappresentato dall’universo interiore dell’uomo che, più dello spazio interplanetario, riserva, a chi vi si avventuri, non poca materia narrativa. (1)
Le continue notizie sullo stato climatologico del pianeta Terra ci inducono inevitabilmente a riprendere in considerazione le tematiche catastrofiche ed affascinanti di un romanzo scritto nel 1962. Ma non bisogna totalmente abbandonarsi al messaggio calamitoso in esso chiaramente contenuto: Ballard vuole dirci di più… Mentre misuriamo i ghiacci, le piogge e i livelli marini, dovremmo prendere in considerazione anche l’evoluzione intima dell’uomo, le sue trasformazioni psicologiche, gli impulsi primordiali ricoperti da una lunga serie di strati culturali… Nessuno di noi sa se, un giorno, ci sveglieremo in un mondo come quello descritto dall’Autore, ma l’ipotesi di doverci confrontare con un’involuzione neurale è senz’altro intrigante. E chissà se tale involuzione non sia già cominciata.
(1) tratto dall’articolo “Chronopolis” di J.G. Ballard: la città e il tempo di Francesco Marroni.
James Graham Ballard è nato nel 1930 a Shangai dove suo padre lavorava. Dopo l’attacco a Pearl Harbor è stato internato con la famiglia in un campo di prigionia e solo nel 1946 è riuscito a tornare in Inghilterra. Ha lavorato per una rivista scientifica, poi si è dedicato alla scrittura. Da Crash, pubblicato nel 1973, David Cronenberg ha tratto l’omonimo film. L’impero del sole, apparso nel 1984, sull’esperienza autobiografica nel campo di prigionia, è stato portato sullo schermo da Steven Spielberg. Dei suoi romanzi Feltrinelli ha pubblicato Super-Cannes (2000), La mostra delle atrocità (2001), Il condominio (2003), Millennium People (2004) e Crash (2004). Il mondo sommerso, del 1962, è uno dei suoi primi libri.

5 Risposte to “Archeopsichico Ballard!”

  1. L’ha ripubblicato su Pomeriggi perdutie ha commentato:

    Prima dell’avvento di Greta Tumberg…

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  2. […] mondo sommerso” avrebbe senza dubbio apprezzato: se non altro per il riferimento indiretto all’archeopsiche, all’immaginario collettivo dei postumani protagonisti del racconto, gli Aeromanti e gli […]

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  3. […] avrebbe senza dubbio apprezzato: se non altro per il riferimento indiretto all’archeopsiche, all’immaginario collettivo dei postumani protagonisti del racconto, gli Aeromanti e gli […]

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