Postmoderno e fantascienza oggi: intervista a Michele Nigro
Ho avuto il piacere di rispondere (o, almeno, c’ho provato!) alle domande dello scrittore neofuturista Roberto Guerra sul quotidiano online EccolaNotiziaQuotidiana.it intorno a vari argomenti interessanti: letteratura, avanguardie, connettivismo, fantascienza… Mi sono divertito!
PER LEGGERE L’INTERVISTA:
Postmoderno e fantascienza oggi, intervista a Michele Nigro
Questo è solo un primo “lotto” di domande: prossimamente risponderò ad altre domande di Roby Guerra riguardanti la pubblicazione del mio racconto “Call Center”.
Stay tuned!
Eccovi intanto uno stralcio:
(Roberto Guerra) Per Marvin Minsky (padre dell’AI) e Shapiro, futurologo, la fantascienza (anche cinematografica) è l’autentica Letteratura dell’età informatica, concordi?
(Michele Nigro) Sì! In passato la fantascienza rappresentava la visione spinta di un futuro che sembrava ancora molto lontano da raggiungere. Oggi viviamo in un mondo fantascientifico e di conseguenza la letteratura fantascientifica è diventata la chiave di lettura del presente più che del futuro. Con questo non voglio dire che gli argomenti per nuove audaci visioni siano esauriti, anzi: come cercavo di dimostrare in una delle precedenti risposte di argomenti nuovi ce ne sono in gran quantità e si discostano da quelli classici utilizzati dalla fantascienza a cui siamo abituati, ma il fatto di vivere in una società in cui molti degli obiettivi descritti nei libri di fantascienza di alcuni anni fa sono stati non solo raggiunti ma in alcuni casi superati, spinge gli scrittori di genere verso nuovi punti di vista, nuovi campi da analizzare, adottando nuovi tipi di scansione della condizione umana. Non è più sufficiente stupire il lettore con effetti speciali: occorre fare anche questo e occorre farlo in maniera scientificamente e tecnologicamente ineccepibile, ma soprattutto c’è bisogno di calarsi nello spazio interiore dell’essere umano per capire che cosa gli sta realmente accadendo. Il fatto che un genere s’imponga sugli altri per mezzo della sua naturale predisposizione nel saper raccontare le trasformazioni in atto, impone a maggior ragione una sua contaminazione con altri generi: i confini sono caduti perché è il tipo di società che annulla questi confini. Il testo non è un dogma. La letteratura deve poter utilizzare tutti gli strumenti di cui ha bisogno: lo stesso concetto di ‘fantascienza’ è limitativo.
10 marzo 2019 a 12:58
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