Mamme deformate dalla vita
rincasano senza sorrisi, lente come cammelli
attraversando il deserto della monotonia,
piegate dal peso di delusioni in offerta speciale
e buste gonfie di sogni infranti o mai sognati.
Travasate da una famiglia all’altra
proiettano telenovelas e speranze su figli ingrati
desiderati per tradizione o per caso
mentre preparano cene acrobatiche
a mariti indifferenti e stanchi,
perdendosi l’ennesimo tramonto.
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This entry was posted on 17 marzo 2014 at 20:45 and is filed under nigrologia with tags cambiamento, coraggio, deserto, donna, esistenza, fuga, grigio, libertà, matrimonio, poesia, psicologia, qualità della vita, ripetitività, sentimento, società, sogno, solitudine, storia, tradizione, tramonto, usi e costumi, vita, vivere, web poetry. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed.
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18 marzo 2014 a 16:25
Ma era chiaro che si trattasse di “un’immagine” la tua descrizione!!!
Il mio era solo un pensiero “positivo”.. tenendo conto che quello descritto da te può realmente accadere.
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18 marzo 2014 a 17:46
non trattarmi male! sono un ragazzo sensibile… 😦
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18 marzo 2014 a 18:48
Io.. che ti tratto male!!! ???
Mi rispondi come se ti avessi schiacciato i piedi con cattiveria ^_^ e dici pure di essere “sensibile”.. Povero!!! 😛
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17 marzo 2014 a 21:19
E in tutto questo “quotidiano”, mai un raggio di luce?
Possibile?
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17 marzo 2014 a 23:57
Sono immagini veloci catturate in strada, non trattati di sociologia certa. Immagini su cui fantastico, in base all’impressione che mi danno quando le vedo, immagini di volti preoccupati e incazzati, stanchi e oppressi. Per quanto mi riguarda, una volta entrate in casa, possono anche accendere lo stereo, sorridere tutta la sera e fare la lap dance per il marito… O avere figli meravigliosi e andare a cena fuori tutte le sere, o avere la filippina che fa il bucato.
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