Iniziazione libresca al sufismo

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Certi percorsi culturali, spirituali, iniziatici, possono cominciare da un dialogo, da una e-mail, da un’esperienza casuale e quotidiana frequentando un social network, da un dolore che cerca risposte, dal “tormento di una ricerca e dal bisogno mai sopito di spiritualità e silenzio”, da un libro (e finiscono in quel libro senza andare oltre per mancanza di volontà), da una lettura consigliata che può aprirci la porta su un mondo meraviglioso e affascinante… o sul nulla.

“Dimmi, Maestro, da dove posso cominciare? Quali letture posso intraprendere per conoscere il sufismo? Come sei approdato alla conoscenza dei sufi? Qual è stata la tua prima esperienza con loro? Illuminami!”

“Illuminarti? Ehm, non mi mettere in imbarazzo eh! Forse ho esagerato ma ho fatto una selezione e alcuni libri proprio non potevo lasciarli fuori, scegli tu. Inizio raccontandoti che io l’incontro l’ebbi nel 1984, a Palermo. Di quell’evento resta un ricordo indelebile nel mio cuore e qualche foto e una clip, pubblicati nella mia pagina FB. Lo sheykh era Hasan Cikar, il Ney solista era Kudsi Erguner, che – ho saputo di recente – è stato ed è forse tutt’ora il ponte tra i gurdjieffiani della scuola di Parigi e la confraternita dei Mevlevi. È il derviscio che appare nel film di Peter Brook “Incontri con uomini straordinari”.
All’epoca testi in italiano, ma anche in inglese, circa i sufi e il sufismo erano introvabili; io andai a vedere il Sema proprio perché Battiato ne aveva fatto cenno in qualche suo brano. Passarono diversi anni, quando mi sono trasferito a Milano nel 1990 ho trovato la Feltrinelli che aveva una sezione esoterica di tutto rispetto; nel frattempo mi ero letto “Frammenti di un insegnamento sconosciuto” di Ouspensky e (parte) dei “Racconti di Belzebù a suo nipote” di Gurdjieff, oltre ovviamente a “Incontri con uomini straordinari” sempre di Gurdjieff.
Cosa ho preso da Feltrinelli, che potrei consigliarti? È un bel problema perché ti conosco appena, mio caro discepolo; se il tuo interesse è specificamente indirizzato verso Rumi ti consiglio “Fihi ma Fihi” (C’è quel che c’è): sono resoconti delle conversazioni tra Mevlana e i suoi discepoli trascritti dal figlio, Sultan Walad, che è poi il vero fondatore della confraternita Mevleviyye; infatti ha organizzato in modo sistematico ciò che ha prodotto il padre dopo l’incontro con Shams-i-Tabrīzī. Il “Mathnawì” è impegnativo e bello, mi intimidisce: sei volumi. L’ha tradotto in italiano Gabriele Mandel e pubblicato Bompiani. Conoscessi il persiano lo leggerei in persiano perché è poesia e nella poesia suono, ritmo e significato si completano. Nel “Fihi ma Fihi” c’è il pensiero di Rumi posto in versi; nel Mathnawì, meno bellezza, più argomenti.
Un libro che trovo molto bello è l’antologia redatta da Eva de Vitray-Meyerovitch, che raccoglie molto materiale tratto dalle opere di Mevlana oltre che da altri sufi; lei era una sufi dunque ha operato con illuminata coscienza – ora sì che ci vuole il termine “illuminare”… Morta a Parigi, seppellita all’ombra del mausoleo di Mevlana a Konya in occasione del Shab-i Arus, anniversario del transito di Mevlana. Il titolo del libro è “I mistici dell’Islam”. Eva de Vitray Meyrovitch ha raccolto perle e le ha disposte in maniera meravigliosa, a mio avviso: apparentemente sembra un’antologia organica redatta da un professore, e lei lo era e di alto lignaggio, ma è uno di quei libri che puoi aprire e trovare la risposta pertinente… è più di un’antologia, te la consiglio perché ti offre una panoramica, ed Eva è morta nel 1999, dunque ha selezionato materiali ancora validi…
Dall’altra parte del fiume, per onestà intellettuale devo menzionare “Sufi” e “Pensiero e azione sufi” di Idries Shah, autore che è considerato malissimo tra i sufi “tradizionali” così come negli ambienti gurdjieffiani… ma siccome io non sono né di questa né di quella parrocchia me li sono letti e li trovo interessanti: sostanzialmente emerge la componente metafisica della tradizione sufi e viene messa in secondo piano la componente religiosa.
Un altro libro che ho letto una volta sola ma utilmente dunque potresti anche considerare è “Il Segreto dei segreti” di Abd al-Qadir al-Jilani, edito da l’Ottava, ma non so se è trovabile.
In ultimo ma non per ultimo “I racconti di Nasrudin” se li trovi, ma sul Web se ne trovano ampi stralci, furono pubblicati da Octagon Press di Idries Shah.
A margine e se davvero la cosa ti intriga, “L’immaginazione creatrice – le radici del sufismo” di Henry Corbin, divulgazione del pensiero di Ibn-Arabi, di cui puoi trovare stralci sul Web, anche in italiano.
Azz… ho finito! Finalmente… Buona lettura!”

“Grazie Maestro!”

“Non ringraziarmi ora: leggili prima e se ti saranno veramente utili per la tua crescita interiore, solo allora, mi ringrazierai…”

3 Risposte to “Iniziazione libresca al sufismo”

  1. Bello ,lo copio …gracias.

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  2. Non ho altre parole se non estenderti quello che poi non è mio. Allora diciamo che non ho altro da proporti se non una condivisione di emozioni che questo video regala. http://www.youtube.com/watch?v=al5ZuZ6_b0I

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