Wall

Copia di Foto2053

Muro di capricci politici e divisioni studiate

di famiglie separate nella notte, cemento di stato

padre a est, madre a ovest, speranza senza bussola

una mano tra il filo spinato saluta lontano

non lascia tracce sulla sabbia rastrellata,

muro di fredde guerre

da riscaldare al sole mortale dell’atomo.

Muro contro muro

abbattuti da fallimenti ideologici

e da colori ragazzi

mescolati dai fari assassini

di sentinelle devote,

da traballanti economie

e lunghe file per l’aria.

Un tricolore francese

 su vecchie mura nemiche

e un leitmotiv marsigliese

segnano nuovi giorni

di dolore e sangue,

e nuovi mattoni

per moderne paure

a oriente del progresso.

Pensieri ribelli dipinti

e lasciati fiorire sul Muro del potere,

da luogo bizzarro della storia

a meta turistica.

Un filo d’umana follia

unisce le diverse forme

dell’assurdo

tra un selfie e un currywurst.

(immagine: Muro di Berlino – East Side Gallery,

novembre 2015 – foto by M. Nigro)

4 Risposte to “Wall”

  1. L’ha ripubblicato su Pomeriggi perdutie ha commentato:

    tratta dalla raccolta “Nessuno nasce pulito” (ed. nugae 2.0 – 2016)

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  2. Poesie come queste si rivolgono all’umanità, a quella parte dello spirito che ci accomuna un po’ tutti. Un “sentire comune”, un avvertire un peso storico che si scontra con l’oggi.
    Tanti i muri, quelli che dividono, quelli che uniscono, quelli che salvano, quelli che determinano.. fuori, ma anche dentro di noi. Perché di fronte ad ogni muro ci poniamo, ognuno in maniera diversa; ne auspichiamo una nuova ricostruzione, ne sortiamo il fascino come se fosse necessità impellente, mattone su mattone uniti da malta impastata con i nostri pensieri, sempre più in alto, sempre più spesso questo muro.
    Poi ti volti e ti accorgi che altro c’è da “costruire”, per altro dovremmo usare i nostri pensieri scossi dal vento dell’odio, che non si ferma d’avanti a nessun muro e s’insinua nelle nostre pieghe più profonde, gettando radici per nuovi “malati virgulti”.
    Questa nostra storia che si ripete: vicolo cieco, ferro inchiodato su casa diroccata, albero sempreverde sprovvisto di frutti, nessun raccolto a ricordarci “sazietà” in carestia.
    Lunga è l’attesa di bacche rosse, sperando che non lo siano, per il sangue versato.
    Metto da parte dei chicchi di riso per ora, dovranno bastare.
    Grazie!

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    • Mi dai l’opportunità di utilizzare una parte del tuo commento per citare il “The wall” dei Pink Floyd… anche in quel caso il muro interiore del protagonista (Pink) si trasformerà in un muro esterno, in un atteggiamento malato e dittatoriale che travolgerà il mondo… perché pensiamo sempre che certe cose avvengano in quanto calate dal cielo e non perché concepite da un animo umano malato… quando poi questa malattia diventa sistema politico allora si giunge ai muri storici. Grazie per aver letto e commentato! 😉

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