Cinque Terre
a George Gordon Byron
Gli inerpicarsi sudati
in strane, inattese
primavere d’inverno
su nere rocce salate
scavate dal ritmo naturale
di una poesia infinita,
essere giovani di nuovo
tra spruzzi feroci
dal mare natalizio
che ignora
i non degni di Byron.
La sete di altri scorci
inesplorati, senza futuro
e sprazzi di storia
nel rosso tramonto che
annuncia speranze d’orizzonte,
una preghiera involontaria
diventa strada tra pietre
antiche
come voci evocate.
Proteggimi, pieve di costiera!
agitata da onde di tempo,
al tremolio di devote candele
con spuma di persi pensieri
hai salutato nei secoli
schiere di ignoti partenti
su legni
verso lontane fortune.
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12 dicembre 2018 a 19:10
“Gli inerpicarsi sudati”. Che bel verso!
Il tutto molto evocativo, si respira il profumo del mare e si ha quasi la sensazione della salsedine sulla pelle, ma si respira anche la storia e gli orizzonti futuri.
“Proteggimi…” come un grido, o una preghiera, un’attesa o una speranza…
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12 dicembre 2018 a 21:13
sì… cara Destino!
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