Ora che so di questa
eredità di parole sparse
più dolce m’appare
all’orizzonte la morte
che non attendo.
Non temo l’oblio della carne,
compagno di strada
mi è il verso forte e ignoto
ai salotti laureati
nato da quel vivere
che per altri vita non è.
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This entry was posted on 15 novembre 2017 at 14:19 and is filed under nigrologia with tags attesa, comunicazione, controcorrente, creatività, dimenticanza, dissacrare, eredità, esistenza, esistenzialismo, esperienza, futuro, immortalità, letteratura, libertà, memoria, morte, parole, poesia, poeta, poetica, ricordi, scrittore, scrittura, scrivere, sentimento, sperimentalismo, strada, tempo, viaggio, vita, web poet, web poetry. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed.
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