ESPERIMENTI

“Esperimenti”

di

Michele Nigro

Ricordi, visioni, fantasie, opinioni, appunti,
piccole autarchie letterarie,
osservazioni didascaliche,
innocenti juvenilia…
…a volte racconti.

Prefazione

I racconti contenuti in “Esperimenti”, rappresentano il diario di bordo di un piccolo gozzo letterario impegnato in un viaggio attraverso la scrittura, o volendo essere precisi sarebbe più corretto dire attraverso le scritture, compiuto da uno sprovveduto “alchimista” della parola alle prese con quegli irresistibili ingredienti narrativi offerti dalla vita personale, dalle vite altrui – con cui entra in contatto – o addirittura e con un filo di presunzione, dalla Storia.
Gli scritti presentati, volutamente disordinati dal punto di vista cronologico e quindi senza alcuna pretesa di esibizionismo evoluzionistico da parte dell’Autore, non soddisfano neanche una pur comprensibile richiesta di omogeneità di genere o le esigenze di una particolare scuola di pensiero in ambito letterario, né tanto meno vogliono essere i frutti di una poetica eccessivamente razionale e per certi aspetti arida.
Unico e “semplice” protagonista è il testo: croce e delizia di chi ricerca da tempo, forse senza riuscire in tale impresa, un equilibrio attraverso un doloroso ma necessario labor limae, che è già esso stesso un viaggio interiore. E magari bastasse tale operazione per diventare scrittori.
Rileggere dopo mesi o anni i propri scritti, significa inevitabilmente immergersi di nuovo, rinnovando un piacere o un dolore a seconda dei casi, nelle pulsioni e nelle vicende che li hanno suscitati, seppur indirettamente e dopo giorni, mesi o anni di sedimentazione mentale. E’ raro, come emerge dalla lettura dei racconti, che si tratti di vicende realmente accadute: attraverso la distorta sensibilità dell’Autore anche le storie provenienti da lontano, inventate o semplicemente trasformate, le ucronie, le vicende e i viaggi surreali, gli sfoghi narrativi, le crudeltà, le fantasmagorie, assumono, se attentamente analizzate, la forma di un messaggio reale e quotidiano.
Tuttavia non vige la falsa regola del “ho descritto le cose degli altri”: non importa se i personaggi sono impegnati nell’esplorazione di un pianeta inospitale o se vagano tra gli scaffali di un supermercato; non importa se le storie odorano di guerra o di amore, se gli appunti sono scritti in terza persona o se descrivono epoche passate… Alla fine, è ovvio, si finisce sempre per fare i conti con le proiezioni più o meno camuffate del proprio Io.
Da tale premessa nasce l’esigenza di un sottotitolo articolato ma onesto: “Ricordi, visioni, fantasie, opinioni, appunti, piccole autarchie letterarie, osservazioni didascaliche, innocenti juvenilia… a volte racconti”.
Altra storia e altra avventura è la nascita di un racconto: comincia quasi sempre come una piccola ossessione strisciante che non ci abbandona tanto facilmente. Per un po’ ci illudiamo di aver rimosso l’idea. In realtà l’archiviazione è già avvenuta, ma non certamente la sua rimozione: attendiamo i tempi e le condizioni migliori per realizzare l’oggetto narrativo, per costruire – a volte deviando dall’idea originale – la storia che dovrà contenere la visione iniziale. Ed è così che comincia il viaggio interiore: quando partiamo verso la realizzazione di un’idea di base apparentemente impersonale e ci perdiamo, invece, nella foresta delle esperienze personali che inevitabilmente alimenteranno e influenzeranno il testo, arricchendolo di elementi apparentemente lontani e superflui ma che rappresentano la mappa spirituale del nostro scrittore.
Tutto, anche la più insignificante virgola, ci informa della vicenda esistenziale di chi, ponendosi dinanzi alla tastiera di un personal computer o ai tasti di una macchina da scrivere, pretende di creare porzioni di mondo e di realtà o semplicemente di descriverle.
PER ORDINARE:
“Esperimenti”
contiene:
Prefazione
“Vite parallele”
“The Padre P.I.O. Show”
“Il missionario”
“L’agenda”
“Hikikomori: anno 2032”
“Il poliziotto che amava i libri”
“La casa del grande fratello”
“Le ostriche di Johannesburg”
“Crionica”
“Ėkleipsis”
“John Lennon e il terremoto dell’80”
“Genesi rossa”
“Eravate quattro amici al bar”
“Il sarto di Piazza Farina”
“Pancetta affumicata”
“Monumento ai rialzati”
“Ipermercati”
“Elettroshock”
“Duchesca”
“Le roselline di Persano”
“Le dita di Dio”
“Elogio dell’irreperibilità dell’individuo”
“Il tempo di una sigaretta”
“I comunisti mangiano i bambini”
“Il destino del legno”
“Il camposantiere”
“Odori”

Una Risposta a “ESPERIMENTI”

  1. Ricevo da Giandante e volentieri pubblico:

    “La piacevole sorpresa nel capire, che anche se hai seguito la via di uno sconosciuto, se hai perso tempo con la sua opera, hai davvero colto momenti di rara e vera lucidità nelle sue parole. Un’autentica ricerca, il tratto distintivo dei tuoi, come li chiami tu, “Esperimenti”, caratterizzati da una scrittura scorrevole, mai banale. Cercatore instancabile del dettaglio, colto interlocutore, i tuoi racconti portano a vivere avventure molto diverse tra loro. Scenari della tua vita quotidiana, storie di altri e ispirazioni prese dalla “historia”, magistra vitae per eccellenza.
    Il viaggio in Giappone, nella camera del ventenne Kiro, otaku di non professione, isolato nella sua camera, a causa di una continua delusione nella società e nelle sue future aspirazioni lavorative.
    Le vite parallele, prese in prestito dal maestro Battiato, a raccontare la vita appunto “parallela” di un personaggio storico. Confesso la mia sorpresa nel leggere la fine del racconto, da lì ho capito che il titolo del racconto, “Vite parallele”, calzava a pennello (ho citato il pennello, per rimanere sul tema artistico del racconto)!
    Le cibernetiche avventure di una ragazza che vuole riscoprire i sapori dell’antico, la consapevolezza di non appartenere a quella lontana epoca, del cantautore siciliano che aveva piena consapevolezza di essere solo “di passaggio”, del quale però ascolta con una vena di anomala malinconia, le parole e la musica assieme.
    Sempre sorprendente, ripeto come in apertura mai banale, il testo porta il lettore ad andare avanti nella lettura del racconto, il susseguirsi della vicenda è ben articolato e i finali sono sempre avvincenti.
    Vogliamo parlare del sarto di Piazza Farina o del Cyber Pio del nuovo millennio? Penso di potermi fermare, d’altronde conosci i tuoi racconti e penso che tu abbia pensato anche alle impressioni che potessero avere i tuoi lettori degli stessi. Io i testi, li vedo da fan di Franco Battiato, con continui riferimenti alla sua persona (molte volte facilmente rintracciabili) e la cosa non può che farmi piacere essendo seguace della linea verticale e del Maestro in particolare.
    Dovresti essere felice che mi ricordi ancora del tuo libro, sto riprendendo questa pagina di impressioni sul tuo testo dopo qualche mese dalla lettura, e mi sono sforzato di non andare a ricontrollare nulla, ho scritto quello che ricordavo e che mi ha emozionato di più, piacevolmente per il mio animo, ogni singola pagina è vivida nella mia mente, porterò sempre dietro qualche tuo racconto durante la mia esistenza, li ho amati davvero, così come, Winston Smith alla fine di “1984” ama il Grande Fratello!”

    Giandante

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