versione pdf: intervista a Pier Colonna
Antologia “Archetipi Poetici”: intervista all’Autore Pier Colonna
a cura di Francesco Innella e Michele Nigro
Qual è o quale dovrebbe essere, secondo te, la funzione della poesia nella società attuale? Chi fa poesia oggi, come si muove nel contesto socio-culturale o come dovrebbe muoversi?
Ritengo poeta colui che ha funzione di medium per una visione essenziale e sintetizzata del vivere, sia esso espressione del quotidiano o di mondi non percepibili ai sensi comuni. Per questo motivo, una possibile funzione del poeta è di fare da tramite e segnalare impressioni non comuni, portare ispirazione a chi è in grado di riceverla.
Come nasce la tua poesia? Potresti “illustrarci” la tua poetica e dirci quali sono le caratteristiche peculiari del tuo linguaggio poetico? Quali poeti ti hanno ispirato?
I miei scritti nascono sempre dall’esigenza di manifestare stati di percezione alternativa. Scrivo affinché le impressioni che ricevo non vengano portate via e cancellate dal vento della necessità alla quale siamo sottoposti. Molte volte scrivo per registrare le impressioni che nascono in me ascoltando certi generi di musica. Ho letto poesia primariamente nella mia adolescenza, e di quel periodo devo citare tutti i cosiddetti “poeti maledetti”. Invece dopo i vent’anni mi innamorai delle poesie e gli inni di Aleister Crowley e Austin Osman Spare. Poi certamente devo molto a Neruda! Tra gli scrittori italiani invece, Massimo Scaligero ed Arturo Onofri. Sicuramente molti praticanti Zen orientali hanno avuto un influsso determinante in questi versi.
Quale è stato il criterio con cui hai scelto le dieci poesie inserite nell’antologia “Archetipi Poetici”? Quale tra esse ti rappresenta di più?
Le poesie scelte rappresentano degli stati animici, distillati nello scritto. Ho scelto quelle che rispecchiano più fedelmente le sfaccettature del mio essere, che ritengo maggiormente salienti e degne di trasmissione.
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