Archivio per universo

“Le maree della vita”: antologia poetica

Posted in nigrologia with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 9 gennaio 2018 by Michele Nigro

maree della vita

Preannunciata in un precedente post, è finalmente uscita l’antologia poetica “Le maree della vita” presentata dal Gruppo per la diffusione della cultura e dell’arte “Valchiria” e dal programma “Verseggiando sotto gli astri di…”, e curata da Izabella Teresa Kostka, Lina Luraschi e Mariateresa Bocca, con Prefazione di Fausta Genziana Le Piane.

Tra le opere selezionate anche due miei componimenti: Come seppellire i morti a gravità zero Finirà (pag. 63 – 64).

Dalla quarta di copertina:

(…) Nel nostro Mondo, nel quale vengono venerate soprattutto la bellezza e la giovinezza, abbiamo deciso di rallentare la frenetica corsa quotidiana e, come vecchi saggi, dedicare il tempo al momento dell’inevitabile passaggio verso l’Oltre. Lontani da ogni credo religioso e da qualsiasi corrente filosofica, vogliamo pensare che la Morte stessa non sia mai la fine, ma soltanto la trasformazione del pensiero e dell’energia, portando il Nucleo vitale, ovvero l’Anima, ai livelli superiori della coscienza universale. È come un’eterna marea che ha donato l’inizio ad ogni forma di vita sul nostro Pianeta. Citando le parole del famoso scrittore Marcel Proust: “Le persone non muoiono immediatamente, ma rimangono immerse in una sorta di aura di vita che non ha alcuna relazione con la vera immortalità, ma attraverso la quale continuano ad occupare i nostri pensieri nello stesso modo di quando erano vivi”; speriamo con umiltà, grazie ai versi immortalati sulle pagine di questo libro, di aver lasciato per sempre un’impronta significativa nei Vostri cuori.

Izabella Teresa Kostka

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Pomeriggi perduti

Posted in nigrologia with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 16 agosto 2017 by Michele Nigro

versione pdf: Pomeriggi perduti

(elogio della lontananza)

Spegnete i saperi

elettrici di sera

i confortanti aggeggi

le reti a maglie larghe

delle bugie a colori,

i fogli stampati

destinati all’oblio

a traslochi incartati

con titoli scaduti.

 

Spegnete tutto!

La verità custodita

senza proclami

dal vento d’estate

da nuvole nere

e salvifiche piogge

a mitigare arsure

a decifrare siccità interiori

si poserà come unguento

sulle ferite della mente offesa.

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Liberté, Égalité, Physicalité

Posted in nigrologia with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 15 dicembre 2015 by Michele Nigro

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Contenuti in spazi

disegnati da altri

ai fianchi le regole

del vivere sociale,

obliteratrici d’aria

la fila per morire

i divieti di fumo all’inferno

la linea gialla dell’anima

da non oltrepassare

le opinioni da corridoio

e le guerre inventate

gli orari d’ingresso

ai non luoghi.

In silenzio, al buio

dinanzi a un fuoco antico

le leggi della fisica

sole mi posseggono

nell’illusione del vero.

Non andammo mai su Plutone

Posted in nigrologia with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 16 luglio 2015 by Michele Nigro

pluton600

La fede laica nell’immagine

ritardato tocco telemetrico

paziente dialogo con il mortale creatore.

Ceneri sparse su un dio lontano

nuovi orizzonti della fantasia

che abita luoghi impossibili.

Lunghi viaggi, oltre la morte

per catturare l’origine del tutto.

Hüzün

Posted in nigrologia with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 1 febbraio 2015 by Michele Nigro

 

The Looking Glass

Un’insperata luce lunare

irrompe da uno squarcio tra le nuvole

illuminando

lembi familiari di solitudine.

Il cielo libero, stellato

ebbro d’aria ventosa

graziato da tempeste in fuga ad est,

celesti luminarie

giungono in ritardo

sulla rassegnata soglia dell’uomo televisivo

ambasciatrici di folli speranze notturne.

Gli occhi d’istinto

abbandonano la terra cara e meschina

gli atavici affanni

seguendo quel tenue richiamo dal cosmo

silenziosa traccia di padri non umani

divini antenati viaggiatori dell’universo.

Senti di non appartenere a questo mondo

inconsapevole tortura è il vivere

di chi vuole tornare a casa.

Nostalgici senza memoria

cercano nell’oscurità del tempo

l’origine di una mancanza.

Hüzün: “… Nel Corano questa parola sta ad indicare lo stato d’animo determinato da una grave perdita spirituale e dal distacco irreversibile da una persona amata. Il concetto è stato ripreso nella filosofia sufi per indicare l’emozione generata dalla consapevolezza dell’incolmabile distanza tra l’uomo e Dio. Tale sentimento è tuttavia estremamente positivo, poiché è visto come una condizione esistenziale necessaria per intraprendere il cammino mistico di riavvicinamento alla divinità…” (fonte)

Free Highway

Posted in nigrologia with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 24 gennaio 2015 by Michele Nigro

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(Sliding Doors)

Parole e gesti un tempo familiari

riaffiorano casuali dal passato,

ancora oggi mi meraviglio

delle innumerevoli vite vissute

sembravano così vere e intoccabili

degli stili indossati e poi dismessi

panni stranieri di scelte lontane

duri a morire, convivono in me.

Universi paralleli, potenziali esistenze

congelate in scatti fotografici come prove di antichi omicidi,

shock addizionali deviano percorsi ereditati,

non hanno alcun effetto le psicologie da salotto

le pause di riflessione, le sentenze e i rimedi della nonna.

Per un istante, da una corsia parallela

persone conosciute in epoche remote

attraverso sfocati varchi spaziotemporali

salutano con un cenno della mano.

Tra queste mi riconosco, ci sono anch’io

senza avere nostalgia di me

proseguo su una via che tutti si ostinano

a chiamare realtà.

Notturno lucano

Posted in nigrologia with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 13 ottobre 2014 by Michele Nigro

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Strade deserte e buie di volpi e gatti

imbambolati da fanali e vino

persi in sagre di contrade senza segnali.

Cieli stellati riportano a casa corpi, per caso

l’istinto di strani nasi geografici

spinge su acceleratori primordiali

di macchine prestate alla ricerca del buono.

Abbandoni luci sicure di paese

per uscire da mura di appartenenza,

estraneo al gruppo nonostante la rete.

Un puntino luminoso di speranza

scivola morbido e pensieroso

nelle tenebre del ritorno,

la natura avvolge serena l’ego spaventato

al passaggio su asfalti rassegnati.

Avventure di notte, senza clamori

solo musiche da restare svegli

percorsi già vissuti, necessari al sapere muto

e sentirsi in gioco nel mondo

vivendo ad oltranza

smarrendo il cammino storico cittadino

in limbi provinciali.

A motore spento diventi viaggiatore delle stelle

dal finestrino vedi l’immenso che ti è concesso,

un istante infinito.

Avrei voluto avervi qui

per pisciare tutti insieme su cespugli di fortuna,

con un sentimento cosmico in grado di superare gli orgogli

rivivendo vicende e valori condivisi

anche se la trama è cambiata.

L’umano conosciuto non viene via, come macchia ostinata

incancellabile

dai fogli stampati dell’esperienza.

L’eco di amicizie perdute ma ancora calde

raggiunge la tua quieta solitudine

mentre osservi le vite degli altri

simulando folle e dialoghi a distanza

di un futuro in ritardo.

Ritmo circadiano

Posted in nigrologia with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 5 giugno 2014 by Michele Nigro

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La scelta musicale non è casuale

nasce da un impercettibile ritmo cellulare,

dalle prime luci dell’alba alle tenebre della notte

un orologio interiore, biologico deejay

seleziona melodie e silenzi.

Sopravvive la sintonia,

il rumore tecnologico l’assedia.

Metronomi cardiaci

si adeguano alle pulsazioni cosmiche,

micropompe membranali respirano a tempo

come varchi vibrazionali sull’infinito.

Il corpo partecipa alla cadenza

tutto è ritmo e noi siamo musica,

anche se l’uomo distratto non segue più

il dialogo tra la canzone effimera dell’esistenza

e la sua matrice senza tempo.

La cernita quotidiana dei brani

è l’unica testimonianza dell’influenza.

Umori inconsci travestiti da esigenze culturali

simulano il leitmotiv dell’universo,

glorifichiamo il suono primordiale, origine del tutto

mandando in onda la colonna sonora

del nostro passaggio terreno,

una risposta umana in onore dell’inizio.

Space irony

Posted in nigrologia with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 19 Maggio 2014 by Michele Nigro

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L’ironia dei viaggi spaziali

rielabora la struttura culturale,

porti con te quello che sei, verso confronti inediti

oltre i confini gravitazionali della tradizione terrestre.

Le conquiste evolutive della specie

e la classifica individuale delle priorità,

avanzi nel cosmo retrocedendo, ricominciando dal nulla.

Cambia la forma del corpo e del pensiero,

il bagaglio essenziale diluito in mari alieni

segna l’anno zero di una nuova storia.

Intanto a Catania… “La natura della mente”

Posted in nigrologia with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 16 Maggio 2014 by Michele Nigro

Mentre gran parte del mondo scientifico è distratto da problemi burocratici e di budget, e un certo tipo di religione è troppo impegnato a mantenere il potere secolare e a sopravvivere al relativismo, c’è chi porta avanti “ufficiosamente” il dialogo quasi sconosciuto tra spiritualità e fisica quantistica… (m.n.)

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Ciao a tutti,
a Catania dal 24 al 31 Maggio una settimana di musica e incontri tra fisica quantistica e spiritualità con “LA NATURA DELLA MENTE” – BOMBINO, CAMISASCA, DEPRODUCERS, DIWAN, SARFATTI, direzione artistica di FRANCO BATTIATO.

LA NATURA DELLA MENTE farà vivere alcuni giorni all’insegna della cultura e bellezza, offrendo al pubblico incontri con uomini (stra)ordinari tra il Teatro Metropolitan, il Teatro Sangiorgi e i Mercati Generali per gli appuntamenti più prestigiosi e suggestivi del Festival.
Gli appuntamenti sono: lo scienziato JACK SARFATTI (24 maggio), musicisti unici come JURI CAMISASCA (25 maggio), un progetto che riunisce musicisti del Mediterraneo e che porterà sul palco anche Battiato dal nome DIWAN (27 maggio), DEPRODUCERS (Gianni Maroccolo, Max Casacci, Riccardo Sinigallia, Vittorio Cosma, 29 maggio). E ancora, un film documentario girato dallo stesso BATTIATO e intitolato “Attraversando il Bardo” (28 maggio) e, per chiudere la settimana di incontri, un concerto del chitarrista sahariano BOMBINO (31 maggio).
Tra gli incontri pomeridiani, tutti gratuiti, il 26 sarà rappresentato “Simon Mago”, diretto da Anna Redi. Il 27 sarà la volta del recital pianistico di Andrea Bacchetti. L’incontro del 28 maggio sarà con Pietrangelo Buttafuoco, giornalista, scrittore, drammaturgo ed ex libraio, e la partecipazione del musicista Mario Incudine. Il 29 un altro recital pianistico, con il concertista Carlo Guaitoli. Il 30 maggio Captain Nemo, ovviamente si tratta di uno pseudonimo, parlerà de “La scomparsa di Ettore Majorana: una perfetta sovrapposizione quantistica”. L’ultimo pomeriggio sarà dedicato a un altro recital pianistico con protagonista il compositore Roberto Cacciapaglia. (Angelo Privitera, dalla mailing list di http://www.battiato.it)

Insinuazioni bibliche su “Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma”

Posted in nigrologia with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 13 Maggio 2014 by Michele Nigro

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Insinuazioni bibliche su

“Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma”

(le misteriose nascite di Gesù il Nazareno e Anakin Skywalker)

La saga fantascientifica di “Guerre Stellari” possiede una struttura eterogenea e attinge elementi da varie fonti; in particolare è disseminata di riferimenti biblici velati o palesi: le frequenti ambientazioni desertiche in ricordo del “deserto dei padri” di origine veterotestamentaria e il deserto come luogo di ricerca spirituale silenziosa, di isolamento e di espiazione, di passaggio, di sospensione storica e di attesa (ad es. il vecchio “Ben”, Obi-Wan Kenobi, in “Star Wars Episodio IV – Una nuova speranza”); l’aridità del pianeta Tatooine, e le sue abitazioni povere, ricordano alcune zone della Palestina ai tempi di Gesù il Nazareno; l’Impero Galattico di Darth Sidious è molto simile all’Impero romano di Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto; Coruscant è come Roma caput mundi, o sarebbe meglio dire caput universi, con tanto di Senatus Populusque Romanus in versione galattica… Numerosi anche i riferimenti alla cultura religiosa cristiana: ad esempio l’organizzazione dei Cavalieri Jedi ricalca in molti punti quella monastico-spirituale di certi ordini religiosi cavallereschi (o religioso-militari) appartenenti alla nostra cristianità medievale (anche se le spade laser dei Jedi ricordano di più le katana, le tradizionali spade giapponesi utilizzate dai samurai). L’obiettivo di George Lucas non è stato certamente quello di riproporre in chiave science fantasy la storia contenuta nella Bibbia (lo dimostra il fatto che nella saga convergono, come già ricordato, più elementi eterogenei, non solo di natura biblica, provenienti da culture e tempi differenti, e da fonti letterarie e cinematografiche differenti), ma di sicuro ha, per così dire, “preso in prestito” alcuni elementi di origine biblica. Il più importante dei quali è contenuto nel primo film della trilogia prequel intitolato “Star Wars Episodio I – La minaccia fantasma” che, come gli estimatori della saga sanno, affronta in maniera approfondita, a distanza di circa vent’anni dalla proiezione nei cinema degli episodi IV, V e VI, i fatti “storici” e le vicissitudini personali dei protagonisti che sono alla base delle avventure descritte di seguito nella cosiddetta “trilogia originale”.AnakinShmi
In “Star Wars Episodio I” la madre del piccolo Anakin Skywalker, Shmi Skywalker, confida al maestro Jedi Qui-Gon Jinn che Anakin non ha un padre, che il suo concepimento è stato un inspiegabile miracolo, frutto presumibilmente della cosiddetta Forza, un’energia onnipresente che pervade e sostiene l’intero universo, e ad opera dei midi-chlorian di cui si dirà tra breve. La scienza ha fornito un nome poco romantico a questo fenomeno presente in natura tra alcune piante e animali: partenogenesi, ovvero riproduzione verginale, quando lo sviluppo dell’uovo avviene senza che questo sia stato fecondato.
Dice Shmi:

<<Non c’è stato un padre.
Io l’ho portato in grembo, l’ho fatto nascere, l’ho cresciuto.
Non so spiegare cos’è successo…>>

Questo evento straordinario non può non richiamare alla mente il dogma religioso, citato nella Bibbia, riguardante il cosiddetto concepimento verginale di Gesù da parte di sua madre Maria, scelta da Dio per mettere al mondo il proprio tumblr_m50xvc0XXf1rpl92qfiglio. Le differenze tra i due concepimenti, a ben vedere, sono irrilevanti (i recenti avvicinamenti, confermati più dalla scienza che dalla religione, tra spiritualità e meccanica quantistica ci suggeriscono un’interessante indistinguibilità tra il concetto di “divinità” tipicamente intesa e quello di energia “intelligente”): in entrambi i casi le cause del concepimento, in un certo modo, sono “conosciute”. Il Dio degli Ebrei e la Forza nella saga di “Star Wars” sono punti di riferimento insostituibili nella concezione dell’universo e comunemente accettati. Nel caso della Forza, però, interviene anche una sorta di spiegazione scientifica a supporto della struttura mistica che caratterizza la fede dei Cavalieri Jedi: i midi-chlorian, forme di vita microscopica che vivono intumblr_inline_mzm5ltF1sj1r2ai2c simbiosi all’interno delle cellule di tutti gli esseri viventi e che permettono la percezione della Forza, come se fossero una specie di ponte tra gli esseri viventi dell’universo e la Forza stessa, la connessione tra la mente di un individuo e la Forza. I mistici di tutte le religioni del nostro mondo, non possedendo i midi-chlorian inventati per la saga di “Star Wars”, hanno dovuto affidarsi ad altri “ponti”, sviluppando altre facoltà spirituali meno fantasiose ma altrettanto portentose. In comune tra i Cavalieri Jedi e i nostri mistici vi è l’annullamento del pensiero in favore della percezione. Come insegna il maestro Qui-Gon Jinn ad Anakin:

<<Senza i midi-chlorian non esisterebbe la vita, e noi non saremmo consapevoli della Forza. In ogni istante essi ci parlano, comunicandoci il volere della Forza. Quando imparerai a placare la mente, sentirai che ti parlano.>>

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Il “Telesio” olografico di Franco Battiato e la teoria dell’universo ologramma

Posted in nigrologia with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 3 aprile 2014 by Michele Nigro

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Se si ritornasse veramente a se stessi,

nel senso auspicato da Agostino,

nel senso del reditus in se ipsum,

sparendo il mondo esterno,

sparendo la natura, spariremmo noi stessi.

Dobbiamo riversarci interamente fuori di noi, per essere

(dal Primo Atto)

Si legge nel Manifesto del Connettivismo: <<Noi crediamo che il mistero dell’universo sia codificato in una chiave inafferrabile e indistruttibile: l’ologramma. Il principio olografico, il modello olonomico della mente e l’olomovimento: dalla struttura della realtà ai nostri schemi di senso la percezione conosce un solo paradigma, che racchiude le istanze della relatività e dell’indeterminazione.>> Il poliedrico musicista siciliano Franco Battiato grazie al suo Telesio, opera lirica in due atti e un epilogo dal libretto originale del filosofo Manlio Sgalambro, dimostra di aver rielaborato in forma teatrale un paradigma non più confinato in ambito teorico e scientifico ma fruibile a livello pratico, adattandolo a una ben precisa esigenza artistica. L’assenza fisica degli attori sulla scena, sostituiti da proiezioni olografiche preregistrate, realizza la relatività della percezione, sorprendendo i puristi dell’unicità del momento recitativo incarnato dalla presenza, ogni sera diversa e irripetibile, di persone reali.

Ma che cosa significa essere reali? Battiato non sceglie a caso l’olografia per rappresentare scenicamente la vita e il pensiero Bernardino_Telesiodel filosofo cosentino Bernardino Telesio, XVI secolo, che, criticando la fisica aristotelica basata su principi universali come materia, forma, sostanza, tentò di far capire ai suoi coevi la funzione principale svolta dalla percezione sensoriale nella spiegazione dei principi primi che sono alla base degli eventi naturali.

Telesio non conosceva l’olografia e non aveva a disposizione la meccanica quantistica. I sensi possono essere più importanti di una spiegazione metafisica: e quindi via dalle tavole attori e pesanti scenografie da trasportare di teatro in teatro. Battiato abdica alla materia e affida tutto all’illusione dei sensi. La scelta tecnica di questa particolare esperienza artistica si lega in maniera indissolubile ai contenuti del pensiero filosofico rappresentato. L’illusione della tridimensionalità offerta dall’olografia vince sulla falsa autorevolezza della materia. Grazie alla memorizzazione dell’informazione visiva, in seguito proiettata per mezzo di una luce laser, lo spiritus degli attori – per dirla alla Telesio! -, o meglio la loro passione recitativa, il movimento teatrale, il canto, unitamente agli allestimenti scenici, sopravvivono all’assenza fisica dei corpi e delle scenografie. Non si tratta di una semplice videoregistrazione di cui siamo consapevoli: l’ologramma sfida la coscienza disinformata sulla vera natura del visto. Come a voler dire: non è importante se sei a conoscenza della reale esistenza di quello che vedi, perché conta innanzitutto la percezione (o sarebbe meglio dire l’intuizione) dei contenuti.Battiato_Sgalambro

Solo il suono, e quindi la musica, è un fattore cosmico primordiale: pur essendo soggetto alle stesse regole della fisica quantistica, grazie alla sua preesistenza (lo sciamanesimo druidico, e non solo, ritiene che la musica sia un elemento inscindibile dalle origini dell’universo e collegabile al biblico “In principio era il Verbo” ovvero il suono iniziale che spiega la cosmogonia) ha un posto privilegiato nell’economia scenica. Uniche presenze dotate di consistenza fisica durante la prima, infatti, sono i musicisti dell’orchestra diretti dal Maestro Carlo Boccadoro: legame sopravvissuto tra sogno e realtà, l’immaterialità del suono prodotto dal vivo fa da trait d’union tra l’ologramma e la materia umana pagante presente in sala sotto forma di spettatori ben vestiti. Il concetto di truffa viene in tal modo sostituito dal bisogno di evoluzione: il fatto di aver acquistato un biglietto per vedere ologrammi invece di attori impegnati a sudare sotto i riflettori, a cantare e a ricordare battute, deve essere accolto come una sfida filosofica lanciata alle proprie abitudini sensoriali.

Viviamo in un universo strettamente interconnesso: nessun individuo è totalmente indipendente (anzi non lo è per niente), tutto è collegato a un ordine implicito invisibile. Superare la materialità dell’attore è solo il primo passo verso la scoperta di una nuova dimensione in cui siamo, olisticamente parlando, immersi. La fisica quantistica annulla l’importanza di un io organizzato ma illusorio; la soggettività (e quindi il malsano desiderio d’interazione tra attore e spettatore) è il residuo di una presunzione meccanicistica destinata, con il tempo e con l’umiltà derivante dall’esercizio di un altro tipo di osservazione, a estinguersi. La natura, c’insegna il pensiero di Telesio, va studiata attraverso i sensi e contemporaneamente per mezzo della negazione di questi: allo stesso modo l’esperienza sensoriale dell’ologramma minaccia il dominio della materia, perché quello che conta è la connessione delle parti tra di loro e con il tutto, e non la loro presunta autonomia.

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Emma Saponaro

"Cancella spesso, se vuoi scrivere cose che siano degne d'essere lette." (Orazio)

il giardino dei poeti

la poesia è la fioritura del pensiero - il miosotide non fa ombra alla rosa, ciascuno la sua bellezza

Pomeriggi perduti

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Mille Splendidi Libri e non solo

"Un libro deve essere un'ascia per il mare ghiacciato che è dentro di noi"

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Amo leggere, amo camminare e amo fare le due cose insieme (non è così difficile come sembra)

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Quaderno di poesia on-line

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Riflessioni. Incontri. Contaminazioni.

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L'uomo abita l'ombra delle parole, la giostra dell'ombra delle parole. Un "animale metafisico" lo ha definito Albert Caraco: un ente che dà luce al mondo attraverso le parole. Tra la parola e la luce cade l'ombra che le permette di splendere. Il Logos, infatti, è la struttura fondamentale, la lente di ingrandimento con la quale l'uomo legge l'universo.

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